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domenica, 2 Febbraio 2025

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Partecipazione: la Regione Toscana ha bisogno di una nuova legge

da Gabriele Bianchi, Consigliere Regionale M5S Toscana – La vecchia legge è decaduta e, solo noi, come M5S, ad oggi, abbiamo lavorato ad un nuova proposta per dare voce ai cittadini nel Dibattito Pubblico e nei Processi Partecipativi. NON SI CALPESTI LA PARTECIPAZIONE! Non si perda l’esperienza maturata e si rafforzino gli strumenti in essere per favorire sempre più la vicinanza dei cittadini nei processi decisionali pubblici.
Siamo l’unica forza in Toscana che ha pensato a produrre una proposta di legge sulla partecipazione e sul dibattito pubblico regionale e per ripensare l’Autorita per la Promozione della Partecipazione.
Dopo un inesorabile ed esponenziale tracollo, sia delle risorse, sia delle volontà in capo alla maggioranza del Consiglio Regionale per arricchire i percorsi ed i temi del dibattito pubblico e dei processi partecipativi, con maggiori risorse,
ieri, durante il convegno conclusivo delle attività dellAPP, ci siamo fatti voce per arrestare questo depotenziamento e per dibattere sulla nuova legge e confrontarsi.
“La politica per sua definizione deve favorire ed incrementare i processi di partecipazione che fra l’altro sono previsti in ogni normazione e pianificazione regionale” afferma Bianchi e conclude “lotteremo fino in fondo per ripristinare le risorse per l’autorità della partecipazione, per tenere l’autorità terza, tre nomine vanno bene, e non monocratica e per un disegno di legge che aumenti la vicinanza e il ruolo della società civile nei processi decisionali”
Per il M5S la partecipazione è un faro da perseguire e uno strumento da potenziare. Purtroppo, in Regione Toscana, questa tendenza a ridurre le risorse, si deve invertire anche prendendo semplicemenete ad esempio Emilia Romagna (670.000euro circa)e Puglia (piu di 700.000euro)….Toscana (360.000euro circa)
La parola d’ordine in questi casi è rafforzare questa esperienza e dare, merito e riconoscenza per i risultati conseguiti nei territori e per l’impiego di nuovi modi di lavorare nati dall’esperienza per decidere in modo condiviso.
E’ provato che le scelte condivise sono le più efficienti e le più economiche spesso con minori impatti ambientali.

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