di Francesco Meola – Come ogni anno, con l’approssimarsi dell’inverno, la questione viabilità sui passi di montagna in Casentino torna a suscitare la preoccupazione della comunità locale. Tra i comparti maggiormente interessati quello alberghiero, fortemente penalizzato dalle continue chiusure dei valichi che gioco forza si riflettono in negativo su un settore già molto compromesso dalla recente pandemia e che, faticosamente, sta cercando di risalire la china.
Ecco perché, in un incontro con gli albergatori della vallata tenutosi il mese scorso, il responsabile della delegazione casentinese di Confcommercio Firenze-Arezzo, Luca Boccalini, è intervenuto richiamando una maggiore attenzione da parte delle istituzioni: «Sarebbe utile che le amministrazioni condividessero il calendario dei cantieri in corso e, se possibile, che riaprissero i valichi in corrispondenza del fine settimana e delle principali festività, in modo da agevolare sia i casentinesi sia chi il Casentino vuole venire a visitarlo. È ovvio che i lavori vadano fatti ma è auspicabile minimizzarne i disagi. Chiudere le strade senza un adeguato preavviso crea difficoltà e danni economici».
Tema che ovviamente ha suscitato la levata di scudi anche di alcuni sindaci, tra i quali quello di Bibbiena, Filippo Vagnoli che, sollecitato da una missiva inviata da alcuni imprenditori turistici del Casentino alle autorità competenti, ha così commentato: «Saremo sempre al fianco di queste persone che in modo non polemico, hanno cercato di chiedere l’intervento della autorità e degli enti superiori per arrivare a una soluzione veloce di quello che è un problema antico. Viabilità e servizi sociosanitari sono essenziali. Per questo non possiamo più permetterci ritardi e silenzi. Come più volte ribadito, la regione Toscana, l’Emilia-Romagna e le province competenti, devono trovare soluzioni adeguate ai problemi che questi imprenditori vivono così da vicino, poiché vanno a toccare nel profondo non soltanto i loro legittimi interessi ma quelli di un’intera vallata. Come sindaco, mi farò portavoce di questi soggetti economici nei tavoli preposti e sarò a loro disposizione per le iniziative future nei modi e con i toni costruttivi da loro adottati».
E noi siamo andati a contattare quella che è stata la promotrice di questa lettera, la signora Marta Bidi, titolare dell’hotel I Tre Baroni di Moggiona (Poppi). «Negli ultimi anni probabilmente ci siamo un po’ rassegnati all’andamento della situazione ma quest’anno si è raggiunto davvero il culmine! – ci spiega l’imprenditrice. – Dinanzi alla chiusura contemporanea di ben tre dei nostri passi, che ci è costata la perdita di quasi metà degli incassi abituali, non potevamo restare con le mani in mano ed è per questo che abbiamo deciso di prendere di petto la situazione e scrivere una missiva alle istituzioni affinché chi di dovere desse una risposta alle nostre rimostranze. Fortunatamente non siamo rimasti soli in questa forma di protesta e siamo riusciti a coinvolgere altri ventotto imprenditori del settore che, come noi, sono stanchi del modo di agire di taluni amministratori. Il nostro comparto chiede il dovuto rispetto, considerata anche l’importanza che il turismo ha per l’intera economia casentinese. Siamo arrivati al punto che, quando un cliente ci contatta per una prenotazione, dobbiamo farci in quattro per illustrargli eventuali percorsi alternativi qualora un passo dovesse restare chiuso. Non so se le amministrazioni si rendano conto di quanto tutto questo comporti per noi un aggravio di lavoro e soprattutto quanto incida in negativo sulla volontà di scegliere le nostre realtà turistiche come meta di viaggio. Chi vuole concedersi un po’ di relax non è certo incentivato dal dover affrontare problemi di questo genere. Eppure, nonostante tutto, al momento non abbiamo ricevuto nessuna risposta se non quella pubblica del sindaco di Bibbiena, l’unico a dimostrarsi quanto meno vicino al nostro disagio. Che io ricordi, anche negli anni scorsi, non c’è mai stato un incontro al quale abbiamo preso parte, che abbia visto la partecipazione delle istituzioni provinciali e locali. Se qualcosa è stato fatto lo si deve esclusivamente all’impegno dei privati e alle proteste di qualche singolo o associazione. Ma così non si può andare avanti. Per noi e per i nostri colleghi l’indotto proveniente dall’Emilia Romagna è fondamentale. Per questo chiediamo che i passi restino aperti almeno nei fine settimana; che i comuni comunichino fra loro eventuali chiusure dei valichi in modo da evitare che vengano chiusi più passi contemporaneamente; l’individuazione di una viabilità alternativa adeguatamente segnalata e l’incremento dei mezzi pubblici che possano rendere più facilmente accessibili le nostre attrattive turistiche. Non credo si tratti di richieste assurde e siamo anche consapevoli che a causa della fragilità del nostro territorio bisognerà misurarsi spesso con la necessità di lavori. L’importante però è che ogni intervento venga organizzato in modo tale da avere l’impatto minore possibile. Anche per questo abbiamo spesso chiesto che venisse garantita perlomeno una viabilità alternativa soddisfacente. Laddove una strada resta chiusa non soltanto andrebbe prontamente comunicato ma bisognerebbe anche vi fosse una segnaletica appropriata che segnali agli automobilisti quale percorso seguire. Siamo giunti al paradosso per cui, prima di mettersi in viaggio per il Casentino, in tanti vanno su Facebook per leggere dal profilo di un privato cittadino se i passi sono chiusi. È mai possibile dover ringraziare l’esistenza di un gruppo social, quando la divulgazione di tali comunicazioni dovrebbe essere compito delle istituzioni?».
Ma il problema della viabilità sui passi casentinesi non colpisce soltanto il settore turistico bensì anche quello industriale. Sul banco degli imputati, soprattutto il passo dei Mandrioli dove ogni anno, a più riprese, si registrano frequenti frane e smottamenti che vanno ad incidere sui costi di trasporto delle merci, con le aziende in grande difficoltà nel pianificare i costi sul lungo termine. E intanto i lavori sulla strada provinciale 142 dei Mandrioli continuano a paralizzare un’arteria caratterizzata da un forte transito quotidiano.
Proprio lo scorso mese sono stati infatti eseguiti degli interventi di messa in sicurezza di un tratto sito in località Scalacci che hanno causato non pochi disagi, costringendo la Provincia di Forlì-Cesena ad attivare un pannello luminoso che indicasse lo stato di chiusura o di apertura della strada sia sul versante romagnolo che su quello toscano e, per tutto il mese in corso, è prevista l’istituzione di un senso unico alternato.
Un’altra scelta che creerà sicuramente non pochi disagi proprio in uno dei momenti di maggiore afflusso turistico, considerato l’avvicinarsi del periodo natalizio.