di Francesco Meola – Continua a far discutere, in tema di viabilità, lo “stato di salute” della strada provinciale 142 dei Mandrioli. L’arteria di collegamento tra la provincia di Arezzo e quella di Forlì-Cesena resta al centro delle cronache locali e regionali degli ultimi mesi e, a tal proposito, va registrato con una certa soddisfazione l’ultimo incontro tenutosi sul tema, lo scorso mese, a Bagno di Romagna.
Una riunione promossa dagli imprenditori turistici del versante casentinese e romagnolo alla quale hanno preso parte il sindaco di Bagno, Marco Baccini, il vicesindaco di Poppi, Riccardo Acciai, il primo cittadino di Bibbiena, Filippo Vagnoli e il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca. Diverse le questioni al centro dell’incontro. Tra queste lo stato dei lavori in corso e il miglioramento della comunicazione degli stessi al fine di evitare chiusure impreviste, la circolazione dei veicoli pesanti e le decisioni future che dovranno essere prese in considerazione per la manutenzione della strada. Sul tavolo anche l’opportunità di conferire lo status di strada regionale al tratto ricadente nel territorio romagnolo e la possibilità (al momento decisamente remota, n.d.r) di realizzare un traforo di collegamento tra l’Alto casentino e il territorio comunale di Bagno di Romagna.
Al termine del vertice le parti in causa hanno convenuto sull’immediata attivazione di un pannello d’avviso posizionato a valle e aggiornato quotidianamente per informare in anticipo sull’apertura del Passo dei Mandrioli mentre, rispetto al transito dei camion, il sindaco di Bibbiena ha ribadito il suo no a ogni possibile limitazione del loro passaggio, considerata l’importanza vitale per le aziende e il turismo casentinesi. Il primo cittadino del comune toscano ha chiesto semmai di concentrarsi sul miglioramento strutturale della Sp 142 e di lavorare compatti al fine di persuadere il governo centrale ad assicurare i fondi necessari alla costruzione del suddetto traforo.
Ovvio però che una soluzione vada trovata considerate le problematiche quotidiane legate al transito dei mezzi pesanti, soprattutto degli autoarticolati, spesso protagonisti di incidenti che, a causa delle zone impervie attraversate, rendono i soccorsi oltre che difficili anche piuttosto costosi per le casse pubbliche. L’incontro di Bagno di Romagna si è concluso comunque con l’intenzione di procedere ad un nuovo aggiornamento sulla situazione nell’arco di questo mese e di mantenere un contatto continuo tra le varie istituzioni coinvolte in modo tale da mantenere sempre alta l’attenzione sulla viabilità della strada in questione.
Nel frattempo, continuano i lavori in località Scalacci per l’installazione delle nuove reti paramassi, che dovrebbero durare fino alla fine del mese anche se, considerato lo stato di avanzamento, è più probabile che gli interventi si protraggano fino a maggio inoltrato. E per i mesi a venire sono previsti altri importanti cantieri: terminata l’installazione delle reti paramassi, sempre nella medesima zona, si procederà infatti all’installazione di barriere laterali di ultima generazione ed entro l’anno, o al più tardi nei primi mesi del 2025, avranno inizio i lavori per la ristrutturazione del ponte di Becca, situato poco dopo l’inizio di quella strada. Interventi, questi, che, anche alla luce di quanto assicurato nel corso del suddetto incontro, non dovrebbero comportare la chiusura al traffico dell’arteria.
Nonostante tutto, però, in tanti sono scettici sul futuro della viabilità dei Mandrioli che, in fin dei conti, attende da anni di trovare una soluzione definitiva alle sue problematiche. «Non so quanto possa cambiare realmente la situazione – afferma Marco, un pendolare che questa strada la conosce molto bene per ragioni di lavoro. – Sono anni che percorro quotidianamente questa strada e sinceramente, provvedimenti tampone a parte, ho sempre notato una gran confusione. Al di là delle condizioni della strada e delle rocce che la sovrastano, c’è un grosso problema di comunicazione. Come sottolineato da più parti, compresi gli operatori turistici casentinesi, è assurdo che ogni qual volta si debba viaggiare su questa strada ci si debba porre il problema o meno di trovarla aperta. Da anni mi devo affidare ad un gruppo Facebook per avere notizie sulla viabilità in loco, ma ovviamente non sempre le si possono ottenere in tempo reale, con tutto ciò che ne consegue all’atto pratico. Vero è che con questi pannelli informativi, e mi è parso di capire anche a mezzo Whatsapp, grazie al comune di Bagno di Romagna si dovrebbe registrare un cambio di tendenza ma è lecito chiedersi se e quanto tutto questo durerà. Di incontri e di promesse negli anni passati ve ne sono state tante, ma sinceramente non ho notato grossi cambiamenti. Si è sempre intervenuti sul momento, non ho mai visto un minimo di progettualità sul lungo termine e mi creda, come me, credo siano in tanti a pensarla allo stesso modo. Per carità, ben vengano i nuovi asfalti e le nuove reti di protezioni. Anzi, speriamo che in futuro si riesca a contenere sempre più ogni tipo di frana o di smottamento, ma non voglio illudermi. Dopo tanti anni di sofferenza comprenderà una certa stanchezza…».
Ma a tal proposito giungono le rassicurazioni del vicesindaco di Poppi, Riccardo Acciai: «L’impegno di tutte le parti istituzionali ha fatto sì che si riuscisse a rimettere in sesto oltre cinque chilometri di strada per un investimento di oltre tre milioni di euro e si continuerà a effettuare tutti gli investimenti che il caso renderà opportuni. Comprendo lo scetticismo e le lamentele degli utenti, ma si tratta di interventi complessi, soprattutto quelli in località Scalacci, che richiedono i loro tempi. Intanto, come prima cosa, siamo intervenuti dal punto di vista della comunicazione. Grazie al tramite del sindaco di Bagno di Romagna, infatti, ci siamo presi l’impegno di diramare quotidianamente dei bollettini stradali con i quali informare sulla percorribilità o meno dell’arteria e non ci fermeremo a questo. Per quanto concerne il tema della sicurezza, ad esempio, stiamo cercando di coinvolgere le aziende interessate alla viabilità in questione per rimodulare il transito dei loro mezzi pesanti valutando l’opportunità di farli viaggiare nelle ore notturne o comunque in degli orari in cui possano impattare il meno possibile sulla circolazione. E per il futuro non è da escludere l’ipotesi che sia l’Anas a gestire il versante romagnolo dell’arteria, garantendole finalmente quegli standard infrastrutturali, quella modernità e quella manutenzione di cui una strada del genere necessita».