Le elezioni regionali si avvicinano e, anche se non ufficialmente, è già iniziata alla grande la campagna elettorale. Anche il “nostro” rappresentante in Regione, l’assessore Vincenzo Ceccarelli da Strada si ripresenta e ha già iniziato a battere il territorio in lungo e in largo: convegni, incontri, meeting, soprattutto buffet. Paginate e patetiche copertine su organi di partito ormai alla frutta. Addirittura si dice che sia stato visto ad alcune comunioni e battesimi: tutto fa brodo e ogni voto in più è importante per il futuro.
A proposito di futuro, domani 11 aprile, a Stia (parlando di strade forse era meglio a Santa Mama) si terrà un convegno dedicato al cicloturismo in occasione del quale sarà presentato il progetto della salvifica Ciclopista dell’Arno. La mitica via per le due ruote che dovrebbe portare, con enfasi messianica, dal Casentino fino al Mare… Aspettando sempre l’altrettanto mitologico treno Stia-Firenze, rispolverato ad ogni elezione e che sicuramente farà capolino in qualche incontro elettorale del PD anche quest’anno. Oppure come la recentissima promessa della banda larga: entro ottobre saranno connesse 1.251 località in 190 comuni con mille chilometri di fibra ottica che saranno posati in Toscana. E sti cazzi! Annunci roboanti tutti da verificare, ma, purtroppo, solo dopo le elezioni di fine maggio.
Parlavamo di futuro. Il nostro Ceccarelli è uno molto previdente infatti è tra i consiglieri regionali che NON hanno rinunciato al vitalizio, insieme con molti suoi colleghi e anche al presidente della Regione, e consigliere regionale, Enrico Rossi. Non basta quindi al Nostro prendere più di 130mila euro all’anno, quando andrà in pensione lo aspetta un lauto vitalizio solo per aver fatto il politico in Regione. Alla faccia delle pensioni minime, di chi si fa il culo tutti i giorni nelle fabbriche, dei precari, delle partite iva e dei giovani!
Facciamo un esempio. Con una legislatura un consigliere regionale toscano finisce per versare circa 80mila euro, ma arrivato a 60 anni comincia a riscuotere un assegno lordo di 1.600 euro, seppure con una leggera penalizzazione. A 65 anni avrà ripreso 96mila euro. E continuerà a incassare il vitalizio per tutta la vita. Una scelta, quella della rinuncia al vitalizio nata da una proposta dell’aretino Marco Manneschi, che farebbe risparmiare quindi una cospicua somma alla Regione Toscana, se fosse stata accettata da tutti. Quello che è stato definito da qualcuno “un privilegio non più tollerabile”, per qualcun altro è invece un beneficio a cui non è possibile rinunciare.
Ma purtroppo, chi ha campato solo grazie alla politica, non può che arrivare alla pensione senza lavorare un solo giorno, strapagato da tutti noi, oggi e anche domani.
Pedalando (molto tranquillo) verso il futuro…
Il Badalischio