di Mauro Meschini – Ricordiamo di averla sentita già quando frequentavamo la scuola elementare (si chiamava così qualche decennio fa) e la frase in questione più o meno recitava così: «non hanno pane, che mangino le brioche». Tradizionalmente la frase è stata attribuita a Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, la moglie di Luigi XVI°, che l’avrebbe pronunciata dopo aver saputo di una rivolta del popolo affamato. Ora, sappiamo tutti come è andata a finire la storia del re di Francia e della sua consorte anche se, cercando un po’ di notizie, abbiamo scoperto che questo fatto potrebbe essere una delle più datate fake news.
Comunque sia, e senza voler cercare particolare motivi per fare similitudini o per avere conferme storiche, a noi quella frase e quel fatto sono tornati in mente leggendo e ascoltando le notizie di stampa che informavano della presentazione avvenuta al Canto alla Rana, nel Comune di Pratovecchio Stia, del libro che racconta ed illustra la ciclovia dell’Arno che, apprendiamo, “realizzata al 60% si avvia ad essere completata nella sua interezza nel 2021”.
Ma cosa ci incastrano le brioche con le biciclette?
A prima vista niente ma, dovete concedercelo, questo fatto di avere già pronto un prodotto editoriale con la descrizione di qualcosa che, almeno per una buona parte, non c’è, come minimo dovrebbe apparire strano.
In più, sforzando la memoria, ci è tornato in mente che, già nel 2019, durante quella che avrebbe dovuto essere l’inaugurazione dei primi tratti del percorso in questione, si era dato appuntamento all’anno dopo, il 2020, per il completamento dell’opera, il tutto forse buttando là con troppa fretta una data.
Ecco, questa situazione e questo susseguirsi di annunci, ci ha spinto a immaginare il nostro assessorissimo ai trasporti regionali che, preso dagli eventi e incalzato dall’imminente scadenza elettorale di settembre, pur non avendo a disposizione “pane” sufficiente a giustificare dichiarazioni e scadenze, abbia comunque scelto di affidarsi a qualche “brioche” che, intanto, permettesse di avere qualcosa da offrire a cittadini ed elettori che, ormai da tempo, si sentono ripetere in ogni occasione la santificazione della ciclopista (o ciclovia o ciclopedonale come ora sembra sia più giusto chiamarla…).
A questo punto i maligni penseranno che, proprio per il tragico destino toccato a Maria Antonietta, dietro questo commento ci sia un qualche secondo fine… Non sia mai! Lo possiamo giurare sul più sacro dei Badalischi!
Il fatto è che la situazione sembrava davvero ricca di spunti.
Tra l’altro ritornando alla inaugurazione del 2019, in cui più meno erano presenti sempre gli stessi protagonisti, se andiamo a ripescare qualche notizia leggiamo: “Si tratta del cosiddetto ‘tratto della sorgente’, lungo 16 km, altamente simbolico e di grande bellezza paesaggistica, che collega Stia alla zona industriale di Castel San Niccolò e Ponte a Poppi a Bibbiena, dove si congiunge al tratto già realizzato” (quello da Bibbiena a Rassina).
Purtroppo però da Ponte a Poppi a Bibbiena, ancora fino ad oggi mentre scriviamo, il tratto non è aperto al pubblico e, nonostante ci siano cartelli che indicano la direzione per la ciclopedonale, si trova, sempre all’inizio del tratto, un divieto di accesso.
Inoltre a Stia, dopo il Canto alla Rana, praticamente il percorso si interrompe subito e, saltando completamente tutto l’abitato del paese, riparte da Pratovecchio, dove troviamo il famoso marciapiede con bicicletta a mano e un altro tratto dove la ciclopedonale sparisce, per riprendere poi nei pressi del campo sportivo. Da qui anche noi abbiamo provato a percorrere un po’ di strada verso Arezzo trovando però, sfortunatamente, poco dopo un’ulteriore interruzione e le ruspe a lavoro.
Allora non vi sembra che in mancanza del pane si continui a lanciare brioche?
Tra i lanciatori più assidui, oltre all’assessore Ceccarelli troviamo il sindaco di Pratovecchio Stia, Caleri, e il sindaco di Chiusi della Verna Tellini.
Ma Caleri dovrebbe ricordare che, proprio, alla partenza della ciclopedonale, c’è un’area camper in condizioni pessime e che, anche a Pratovecchio, non è che sia meglio (ma il mitico project financing, per il quale da anni si spendono soldi pubblici, non doveva risolvere tutti i problemi promettendo anch’esso mirabolanti realizzazioni?).
Mentre Tellini lo citiamo per aver annunciato recentemente che “È stato approvato il progetto definitivo che prevede la realizzazione dei lavori di completamento del tratto casentinese di Ciclopista dell’Arno. Si tratta di un investimento di quasi 2 milioni di euro… ad inizio del 2021 apriremo i cantieri per opere imponenti…”. In pratica, se le cose stanno così, i lavori partiranno quando, secondo altri, si dovrebbero concludere, tanto per continuare il gioco pane/brioche.
Ci fermiamo qui per adesso, come avete visto ci siamo presi la libertà di scherzare di nuovo su questa vicenda, che non smette mai di fornire spunti e occasioni per far parlare di sé. Ma non crediate che sarà sempre così, il Badalischio ha cambiato umore e pare intenzionato a fare qualcosa per vederci più chiaro, ma non possiamo anticipare o aggiungere altro adesso.
Soltanto una domanda finale, con cui mettiamo nel piatto una questione di cui poco si parla ma che, essendo in relazione con la vicenda ciclopedonale/ciclovia, forse sarebbe da prendere in considerazione…
Ma perché il sindaco di Poppi Carlo Toni non viene mai citato, non interviene mai, non viene mai intervistato su questioni che riguardano la realizzazione di questa “grande opera”?
Eppure sembra che anche a Poppi e intorno a Poppi ci siano motivi per tornare a parlare di quanto si sta facendo…
(tratto da CASENTINO2000 | n. 321 | Agosto 2020)