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Per fare l’orto ora ci vuole la patente?

di Marta Andreani – Da alcuni mesi per utilizzare e acquistare prodotti fitosanitari per l’agricoltura è necessario frequentare un corso e conseguire un’autorizzazione specifica.

“Nessuna razza può prosperare fintanto che non impara che c’è altrettanta dignità nel coltivare un campo che nel comporre una poesia”. Questo sosteneva lo scrittore Booker T. Washington, e noi italiani lo sappiamo bene, perché l’agricoltura, come la poesia, è stata ed è parte integrante della storia del nostro paese. Da decenni assistiamo al progressivo sviluppo rurale che ha migliorato la produzione e messo in sicurezza il lavoro degli agricoltori e la qualità dei prodotti stessi. Il tema del progresso agricolo non deve passare inosservato neanche e soprattutto a noi, abitanti di una provincia che ha fatto dell’agricoltura uno dei suoi punti di forza. L’ultima novità di cui vogliamo parlare riguarda proprio la sicurezza della nostra salute e dell’ambiente. Dal 26 novembre 2015 è indispensabile l’autorizzazione comunemente nota come “Patentino” per acquistare ed utilizzare i prodotti fitosanitari ad uso professionale allo scopo di sensibilizzare gli agricoltori perché li possano utilizzare nell’ambiente nel modo corretto senza rischi per la nostra salute e per l’ambiente.

Ma procediamo con ordine. I prodotti fitosanitari contengono delle sostanze attive che rappresentano un gruppo di agenti chimici e microbiologici caratterizzati che sono in grado di interferire con le funzioni biologiche dei parassiti animali e vegetali. In altre parole parliamo di materiali antiparassitari e pesticidi. Nella guida al patentino per l’acquisto dei prodotti fitosanitari finalizzata proprio all’ottenimento dell’autorizzazione, si possono trovare informazioni interessanti. Essi possono essere utilizzati in agricoltura da parte di operatori professionisti (imprenditori agricoli, lavoratori agricoli, ecc …), in orti e giardini familiari da parte di soggetti non professionisti, in aree extra-agricole non soggette a coltivazione, in ambiti domestici per le piante da balcone, da appartamento e da giardino.

Il conseguimento del certificato di idoneità (patentino) è indispensabile per valutare sopratutto le proprietà pericolose dei prodotti fitosanitari e tutelare tre aspetti fondamentali: la salute dell’uomo, rendendo più sicuro il prodotto che finirà sulle nostre tavole; la sicurezza dell’uomo, gli ambienti di vita e di lavoro; la sicurezza dell’ambiente. Visto dunque gli effetti che possono avere sulla salute e sull’ambiente è importante osservare scrupolosamente le precauzioni per un corretto impiego. Non sono pochi infatti i modi in cui si possono verificare intossicazioni: ingestione, contatto o inalazione.

Il direttore della Federazione Coldiretti della provincia di Arezzo, Mario Rossi ci ha fornito informazioni tecniche su come chiedere il patentino e frequentare i corsi che anche la sua organizzazione propone.

Direttore, a che cosa serve il patentino per i fitofarmaci? «La direttiva riguarda l’utilizzo dei prodotti fitosanitari e prevede una sensibilizzazione di tutti coloro che utilizzano la materia in questione: imprenditori agricoli, utilizzatori, allo scopo di conoscerne i potenziali rischi per l’ambiente e l’uomo e le eventuali misure per ridurli. Conoscere i rischi connessi all’impiego dei prodotti fitosanitari è necessario per garantire sul mercato la distribuzione di prodotti sani e sicuri destinati all’alimentazione dell’uomo e del bestiame. Non solo, è indispensabile per tutelare l’ambiente in cui viviamo. L’uso sregolato di questi prodotti infatti può portare conseguenze sulla salute umana, come intossicazioni o allergie, talvolta anche di grave entità. Lo stesso vale per l’ambiente a rischio di inquinamento».

Cosa è opportuno fare per ottenere il rilascio? «Per prendere il certificato (o patentino) di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei materiali fitofarmaci è opportuno frequentare un corso di venti ore con obbligo di frequenza. Sono esenti dalla frequenza obbligatoria solamente coloro che sono in possesso di diplomi quinquennali o lauree in discipline biologiche, chimiche, naturali e ambientali, mediche, veterinarie o agrarie e forestali. Dopo aver superato il corso viene fatta la richiesta di rilascio del certificato alla regione Toscana. Il patentino dura cinque anni ed è valido su tutto il territorio nazionale, dopo di che, su richiesta dell’interessato, tre mesi prima dalla data di scadenza, per ottenere il rinnovo è necessario frequentare un corso di aggiornamento di 12 ore».

È la sua organizzazione a proporre i corsi? «Anche noi organizziamo i corsi. Abbiamo già formato circa 500 imprenditori agricoli nella provincia e adesso siamo in attesa di ripartire con i prossimi corsi, ne sono previsti undici per febbraio e marzo».

Che cosa pensa di questa innovazione? «I nostri imprenditori agricoli sono già molto attenti a rispettare le norme di sicurezza e a non danneggiare l’ambiente e se stessi, ma una maggiore sensibilizzazione è sempre utile in ogni campo. Se penso al Casentino, così come al resto della provincia, ci sono grandi miglioramenti dello sviluppo rurale. Ci stiamo orientando sempre di più verso un’agricoltura controllata e sicura.

Nell’attuale momento storico-economico del nostro paese, la realtà dell’agricoltura resta un punto cardine dell’economia, offrendo anche interessanti prospettive professionali per i giovani imprenditori ed operatori che possono trovare, in questo settore, opportunità lavorative particolarmente valide. La Toscana, soprattutto, da sempre eccelle in questo campo per la qualità dei suoi prodotti e la professionalità dei servizi offerti da tutta la filiera.

Coldiretti, la più grande organizzazione agricola europea, dimostra come il settore alimentare italiano possa svilupparsi e modernizzarsi affrontando con successo le sfide del nostro tempo.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 267 | Febbraio 2016)

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