Nelle prime uscite della nostra rubrica dedicata all’autotrasporto non ci siamo soffermati con i lettori sulla spiegazione del titolo “Trasportare IL Casentino”, non ci sono errori, abbiamo solo voluto indicare come i nostri camion, già dagli albori dell’artigianato e dell’industria locale, siano stati indispensabili alla movimentazione delle merci che vengono prodotte in vallata.
Ciò significa che ogni giorno ormai da un secolo, noi camionisti trasportiamo ed esportiamo materialmente il Casentino e le sue eccellenze in tutta Italia ed oltre il confine nazionale. Le aziende del territorio che operano nel settore autotrasporto, ogni giorno devono affrontare le più disparate richieste che arrivano dalla committenza, evolvendosi a seconda delle esigenze di mercato e cambiando continuamente le dinamiche legate all’organizzazione logistica per rendere sempre di più un servizio specializzato, puntuale, dinamico e flessibile.
Questo significa adattabilità alla moltitudine di categorie merceologiche che vengono trasportate e nello stesso tempo organizzazione dell’ultima fase produttiva insieme alle aziende caricatrici, tenendo conto delle restrittive norme in materia normativa, ottimizzando tempi, costi e sostenibilità, infine cercando di rendere l’attività lavorativa degli addetti alla guida quanto più umana possibile in virtù del rendimento ottimale e quindi anche della sicurezza stradale, obbiettivi non facili da perseguire nel districarsi tra orari da rispettare ed imprevisti da considerare. In questa partnership con l’industria l’azienda di autotrasporto si trova nella condizione di dover operare delle scelte per poter fare degli importanti investimenti in termini di mezzi e forza lavoro, investimenti utili alla soddisfazione della clientela ed allo svolgimento del viaggio, perché al contrario di ciò che si pensa non esiste il camion in assoluto capace di trasportare tutto e non esiste nemmeno l’autista capace di trasportare tutto, quindi un’attenta selezione del personale e del mezzo giusto possono fare la differenza per essere competitivi rispetto alla concorrenza.
In merito a questi argomenti abbiamo chiesto un parere a Marco Giannelli, titolare della Punto Trasporti S.r.l. di Corsalone, facendogli un paio di domande.
Come si riesce ad essere incisivi nel settore trasporto in Casentino, vista la grande varietà di merci da trasportare? «Incisività è una parola grossa!!! Le merci che vengono prodotte in Casentino e quelle che servono per far funzionare tutti i settori le abbiamo ben presenti visto che nel corso degli anni ci siamo adattati e specializzati a portarle tutte. Noi come la maggior parte delle aziende italiane cerchiamo di sopravvivere ogni giorno cercando di fare dei programmi a breve lungo termine mirati ad ammodernare il nostro parco macchine, restando sempre aggiornati sulle nuove tecnologie e nella salvaguardia ambientale, oltre che supportare le aziende del nostro territorio cercando di capire le loro necessità. Negli ultimi anni abbiamo investito molto nella logistica e ci siamo impegnati a creare magazzini e depositi per i nostri clienti locali che permettono a loro di avere un polmone di riserva che gli alimenta la produzione in maniera costante con dei servizi di navette e creato collaborazioni con altri trasportatori che ci hanno permesso di instaurare sempre più rapporti con aziende al di fuori della nostra vallata.
Il problema più grande che abbiamo riscontrato in questi anni al quale non è facile adattarsi è la continua oscillazione del prezzo del carburante che chiaramente ci porta in seria difficoltà nei confronti della committenza la quale utilizzando i nostri listini non può a sua volta ribaltare ai loro committenti finali le tariffe dei prodotti che andranno a vendere. Capisco che Non è facile per un Commerciale che deve andare in giro per il territorio a vendere per esempio, un prefabbricato in cemento , dove il prodotto trasportato è un prodotto povero e dove il prezzo del trasporto incide molto fargli capire che dobbiamo adattarci tutti a questo nuovo modo di analizzare i costi in maniera più frequente per poi imputarlo sul prodotto finale. E per questo siamo noi costretti a sobbarcarci i costi di esecuzione che molto spesso ci portano ad azzerare i margini se non addirittura portarli in negativo.»
Si riesce ad essere concorrenziali con le aziende estere visto il fattore territoriale che non viene incontro alla riduzione dei costi? «Per quanto riguarda la concorrenza estera io non darei la colpa al territorio, attualmente non siamo in grado di poterla contrastare perché le condizioni contrattuali applicate nei paesi dell’Est portano ad avere un costo della manodopera dimezzato rispetto ad un nostro dipendente regolarmente assunto ai parametri di retribuzione del contratto nazionale, pertanto fino a quando questi paesi non si adegueranno ai parametri saremo sempre tagliati fuori da ogni competizione europea. Invece direi che per rendere piu competitiva la nostra vallata dovremmo cercare di essere più uniti per essere più ascoltati a livello Nazionale e dall’opinione pubblica, cercando di far creare vie di comunicazione che passando dalla nostra vallata la uniscano alle altre arterie della viabilità nazionale.»
Volgendo lo sguardo al passato si può immaginare che le prime merci che in Casentino hanno viaggiato su gomma siano legate al commercio del legname, di sicuro molte generazioni di autisti si sono fatte le ossa trasportando tronchi, legna da ardere, prodotto semilavorato e prodotto finito inerente al settore della produzione artigianale di mobili e complementi per la casa. Una tipologia di trasporto molto legata al territorio che purtroppo con gli anni ha visto nascere e sparire una moltitudine di piccole imprese produttive e dell’indotto, trasporto ancora comunque molto presente e di grande rilievo che coinvolge sia aziende strutturate che trasportatori monoveicolari, i cosiddetti “padroncini”. Altro settore molto rilevante che ha dato e sta dando molto lavoro all’autotrasporto è quello del cemento, realtà esistente in vallata già dagli anni ‘20 del secolo scorso con lo stabilimento al Corsalone della Centrale Cementerie Italiane Firenze, passando per quella che è rimasta come una cicatrice profonda sul territorio cioè la S.A.C.C.I. fino ad arrivare ai giorni nostri con l’insediamento della Colacem di Gubbio a Rassina, tutte industrie che hanno dato lavoro a centinaia di autisti ed hanno fatto girare le ruote a centinaia di camion e che continuano ancora a farlo coinvolgendo anche importanti aziende di altre regioni (Autotrasporti Mori e Tracem), oltre alle tante piccole e medie imprese che lavorano in vallata.
Il cemento porta di conseguenza all’edilizia e quindi allo sviluppo del prefabbricato, cresciuto molto negli anni, ha conosciuto il suo massimo sviluppo a cavallo tra gli anni ‘90 e 2000, ancora coinvolge una bella fetta di aziende dell’indotto del trasporto, basti pensare a quanti camion prestano ed hanno prestato un servizio altamente specializzato a tutte le aziende che sono state presenti e sono ancora presenti in Casentino come la Baraclit, dagli albori fino ad oggi abbiamo assistito ad una continua crescita di trasporti eccezionali che hanno richiesto alle aziende grandi sforzi in termini economici e logistici per sopperire a quelle che sono le evidenti carenze legate ad un territorio per natura privo di sbocchi e lontano dalle principali arterie stradali e di collegamento.
Tutto quello che serve alla sopravvivenza dell’industria e dell’artigianato viaggia sui camion, la media nazionale e quella europea sono abbastanza simili e si stanziano tra il 70 e l’80%, nella nostra zona possiamo tranquillamente asserire che quasi il 100% delle materie prime e dei prodotti finiti prima o poi devono salire su un camion per arrivare a destinazione o per essere portate alla lavorazione finale, per lungo tempo ne è stato un esempio il settore tessile. I telai hanno lavorato a pieno regime per più di 20 anni, perlopiù localizzati nella zona di Soci ed hanno creato una fitta rete di scambi commerciali con altre importanti aree produttive, scambi che naturalmente necessitavano di autocarri centinati in continuo movimento ad esempio tra la vallata e la zona di Prato, oggi è una tipologia di trasporto quasi estinta che conserva piccole realtà o che si è rivolta all’estero coinvolgendo aziende esterne non più identificabili nella zona.
Da sottolineare anche la grande importanza del settore della carpenteria metallica, della lattoneria e dei manufatti in ferro, settore che come gli altri ha avuto una grande crescita e che attualmente rappresenta una realtà che garantisce all’autotrasporto lavoro continuo, ricevendo in cambio un servizio di movimentazione alla finitura e di consegna sul cantiere garantita da automezzi specializzati anche dotati di gru per il montaggio e la messa in opera. Finendo il nostro viaggio in camion a risalire la vallata vanno sicuramente menzionate la cartiera e le aziende che producono pannelli coibentati, altre realtà industriali che creano spostamenti di materie prime provenienti da tutto il mondo quali cellulosa e coils che scendono dalle navi nei principali porti italiani per salire sui camion e finire la loro lavorazioni in azienda, la stessa che poi usufruirà degli stessi camion per la consegna del proprio prodotto finito in tutti gli ambiti ed in tutte le applicazioni possibili.
Insomma le ruote girano da anni in Casentino in una fitta rete rete di collaborazioni, collegamenti e viaggi che hanno creato delle vere e proprie eccellenze dell’autotrasporto, dalle aziende al personale che ci lavora e che nel giro di quasi 100 anni hanno dato una connotazione particolare al nostro territorio facendolo conoscere in tutto il Mondo come un luogo ricco di lavoro ed opportunità che speriamo si possa mantenere tale per le prossime generazioni di camionisti. Come sempre buon viaggio e buona strada a tutti, raccomandando sempre la massima prudenza ed uno stile di guida previdente e sano.
Trasportare Il Casentino – Storia, cronaca ed attualità dell’autotrasporto di vallata a cura di “Quelli della SS71”