di Marco Alterini – A dicembre faranno due anni che l’edicola in piazza Garibaldi di Ponte a Poppi ha chiuso e, a parte un breve tentativo non riuscito di riapertura in via Roma, sono due anni che lo storico chiosco dei giornali, punto di riferimento del centro del paese, ha le saracinesche abbassate.
Abbiamo già scritto in queste pagine che la chiusura delle edicole è un’emorragia che purtroppo va avanti da alcuni anni in tutto il territorio nazionale, causa la crisi dell’editoria. Le notizie ci arrivano via internet in tempo reale, si pensa così che sia inutile acquistare i giornali. Nonostante le edicole si siano adattate a vendere tanti altri prodotti, molte non ce la fanno più e chiudono.
Quella di Ponte a Poppi era comunque molto frequentata e in grado di produrre utile, come ci descrive il vecchio e storico edicolante che, nonostante questo, quando è andato in pensione, non è riuscito a cedere l’attività. Forse spaventano le numerose ore di lavoro, compreso il sabato e la domenica, ma è anche per questo che le edicole sono un presidio culturale, sociale e un presidio del territorio, grazie alla sua assidua presenza il giornalaio è il primo ad accorgersi che qualcosa non va nel quartiere, se ci sono problemi e a segnalarlo alla pubblica amministrazione.
Abbiamo detto che oggi le notizie arrivano in tempo reale dal web, ma non tutte sono veritiere e attendibili, l’enorme quantità di informazioni che ci arrivano, dove si mescola il vero con il falso, rende veramente difficile distinguere quelle buone da quelle fasulle. Quello che soprattutto ci manca quando decidiamo di non leggere più un quotidiano, sia cartaceo che digitale, è il commento su quella notizia, vagliato dalla penna di giornalisti bravi e di diversa estrazione culturale e politica, solo così possiamo farci una nostra opinione ed essere cittadini maturi, consapevoli e con senso critico, capaci di non far parte delle moltitudini ridotte ad un gregge pronto a seguire il primo pifferaio.
Soprattutto per questo le edicole vanno salvate prima di ritrovarci in un deserto culturale dal quale sarà difficile ripartire. Il vuoto che si percepisce in piazza Garibaldi in questi quasi due anni è veramente tangibile, l’edicola dava vita alla piazza con le numerose persone che non si limitavano a comprare il quotidiano, ma intavolavano, nelle panchine di fronte al chiosco, animate discussioni sulle ultime notizie e sugli ultimi avvenimenti sportivi e non. Il chiosco in piazza Garibaldi è di proprietà del comune che percepiva un affitto dal gestore dell’attività, ma oggi, vista la crisi del settore, la pubblica amministrazione dovrebbe cambiare necessariamente il suo punto di vista e, a meno che, Dio ce ne scampi e liberi, non voglia dare il chiosco in gestione al solito dispensatore di “puzzo di fritto”, si deve adoperare per fare in modo che riapra il giornalaio nella sua storica posizione.
Abbiamo esempi riusciti di edicole gestite da cooperative che possono ricevere sostegno economico pubblico, almeno fino a quando non sono in grado di andare con le proprie gambe. Nel comune di Poppi abbiamo già cooperative che gestiscono beni comunali, potrebbero gestire anche l’edicola con un relativo aumento di personale. Un altra strada potrebbe essere quella di dare la gestione ad associazioni di volontariato, creando quella che si definisce impresa sociale, aperta a tutti quei cittadini che vogliono salvare il presidio culturale del territorio, per Ponte a Poppi non posso non pensare all’Associazione Attività Produttive, che potrebbe farsi promotrice di un progetto di questo tipo.
L’edicola in piazza potrebbe avere anche altre funzioni come quella di ufficio turistico, di portiere di quartiere in grado di dispensare servizi di pubblica utilità come per esempio reperire muratori, idraulici, elettricisti per piccoli interventi domestici, babysitter e quant’altro, potrebbe inoltre, d’accordo con il comune, produrre quei certificati che sono competenza dell’ufficio anagrafe, creando un servizio aggiuntivo per chi risiede a Ponte a Poppi.
Tutto questo richiede certamente un investimento da parte della pubblica amministrazione, ma sarebbero soldi investiti per il sociale, quindi ben spesi, del resto quante volte, non mi riferisco solo a Poppi, abbiamo visto risorse spese in iniziative delle quali era difficile capire il senso. Inoltre essendo risorse investite nel sociale non dovrebbe essere difficile reperire fondi sovracomunali.
Un’iniziativa di questo genere darebbe smalto alla pubblica amministrazione e anche noi di Confesercenti possiamo contribuire a promuoverla e pubblicizzarla, magari con un’apposita conferenza stampa, in questo modo si potrebbe realizzare un circolo virtuoso e sperare che anche altri comuni della vallata prendano iniziative simili per salvare le loro edicole.
A Poppi abbiamo una nuova amministrazione che si è presentata in campagna elettorale come una lista di giovani convinti di rappresentare qualcosa di nuovo nella gestione del comune con particolare attenzione ai bisogni reali della collettività, ora è il momento di dimostrare quanto asserito anche con scelte coraggiose, come riposizionare l’edicola in piazza Garibaldi.