di Fabio Bertelli – Che la vallata casentinese sia stata, nei secoli, vissuta da personaggi importanti e attraversata da eventi storici di straordinaria rilevanza non è certo una novità. Qui hanno passato gran parte dei loro giorni personaggi illustri come Tommaso Crudeli, Bernardo Tanucci, Bernardo Dovizi e tanti altri ancora. E come non citare la prolungata permanenza del Sommo Poeta, Dante Alighieri, impegnato dapprima a combattere nella celebre “Battaglia del Campaldino” (11 giugno 1289) e, successivamente, ospite dei Conti Guidi.
Ciò che, invece, molti non conoscono sono delle importanti tradizioni storiche che si sono conservate nel corso dei secoli (addirittura millenni!) e che ancora oggi vengono fortunatamente conservate e custodite da uomini e donne che ritengono fondamentale mantenere bel saldo il legame con le proprie origini.
Oggi parliamo proprio di una di queste antiche tradizioni, il lancio del rulletto. Questo sport ha un’origine incerta e alquanto dibattuta. Alcuni sostengono che derivi da epoche molto antiche, addirittura dai secoli avanti Cristo; a dare una testimonianza a questa tesi vi è la raffigurazione di un uomo con un disco in mano pronto ad essere lanciato presso la “Tomba delle Olimpiadi” Etrusca. Altri ancora ritengono che l’origine sia maggiormente recente. Ciò che è comunemente accettato è che il gioco moderno sia lo sviluppo del ben più antico lancio del formaggio, iniziato storicamente dai pastori in transumanza come atto apotropaico e propiziatorio.
Siamo andati a parlare con Federico Ceccherini, uno dei protagonisti della squadra vincitrice del campionato di serie B del rulletto, per farci spiegare in cosa consiste questo sport e il loro straordinario percorso.
Federico, cosa è il lancio del rulletto? «Il lancio del rulletto è uno sport antico che rientra tra i giochi della FIGeST (Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali). Tale federazione, affiliata con il CONI dal 1998, ha il merito di mantenere vivi sport antichi o desueti che, altrimenti, rischierebbero di essere dimenticati. Oltre al rulletto figurano il tiro con l’arco, il biliardino, le boccette, il tiro alla fune… Tornando al rulletto, fondamentalmente il gioco consiste nel lanciare un pezzo di legno rotondo dal peso di 1.5 chilogrammi (il rulletto, appunto) avvolto da un nastro. Tali lanci avvengono in delle strade appositamente preparate: vi sono un punto di partenza e dei picchetti che delimitano il percorso. Vi è la possibilità di giocare sia singolarmente che in squadra. L’obiettivo è quello di fare dei lanci i più lunghi possibili; al termine dei lanci (8 a persona) viene decretato il vincitore, ovvero colui che, al termine, risulterà aver mandato il rulletto più lontano».
Ci parli della squadra e del campionato vinto… «La nostra squadra rappresenta la provincia di Arezzo per quanto riguarda il lancio del rulletto. Durante l’anno partecipiamo a dei tornei organizzati dalle varie associazioni in giro per l’Italia, in particolar modo centro-Italia (dove è maggiormente diffusa questa variante di gioco). Il nostro team è composto, oltre al sottoscritto, da altre quattro persone: Marco Ceccherini, presidente della squadra nonché mio padre, Marco Ceccarelli, Mauro Mazzi e Sauro Santinelli (questi ultimi due provenienti dalla provincia di Siena ed unitisi da poco). Il gruppo di cui facciamo parte esisteva precedentemente a Sansepolcro, precisamente presso il Circolo Santa Fiora; quando il circolo è stato chiuso abbiamo deciso di prendere in mano la situazione e di creare questa nuova sede a Poppi, oramai circa tre anni fa. Ci tengo, poi, a ringraziare caldamente il nostro sponsor, la Campaldino Legnami, che ha creduto in noi e ci ha dato la possibilità di partecipare al campionato di cui tra poco parlerò. È proprio in loro onore, come forma di ringraziamento, che abbiamo deciso che il nome della squadra sarebbe stato proprio come quello del nostro sponsor. Arriviamo, dunque, alla gara. Lo scorso 13-14 luglio abbiamo partecipato al campionato di serie B di lancio del rulletto presso Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare, in provincia di Fermo, Marche. La gara si è svolta sostanzialmente in due giornate: sabato 13 ci sono state le qualificazioni alla finale e il giorno successivo l’atto conclusivo, per coloro che avevano ottenuto il pass di partecipazione. L’evento è stato organizzato dall’ASD Santa Croce del presidente Luigino Morichetti; hanno partecipato ben 32 società provenienti da tutto il centro Italia: Marche, Toscana, Umbria.
L’aria che si respirava era positiva, consapevoli del fatto che l’obiettivo principale sarebbe stato quello di divertirsi e di trascorrere un fine settimana in compagnia di ciò che amiamo fare. Tra l’altro, per non farsi mancare niente, il 13 luglio era il mio compleanno ed ero particolarmente entusiasta di passarlo con persone a me care. Oltre al lato ludico, la gara ci ha visto protagonisti anche dal lato sportivo del risultato. Il sabato abbiamo vinto la nostra gara di qualificazione e la domenica ci siamo laureati campioni del campionato italiano di lancio al rulletto a squadre di serie B. L’emozione è stata senza dubbio molto forte. Oltre a ciò, questa vittoria ci ha garantito la possibilità di competere, il prossimo anno, nel campionato italiano di serie A, la massima categoria esistente a livello nazionale. Sarà sicuramente una bella esperienza sia dal lato sportivo che dal lato umano. Troveremo squadre più forti e sarà maggiormente stimolante provare a competere con queste».
Come si inizia a giocare al lancio del rulletto? Possono provare tutti? «Il lancio del rulletto è uno sport che chiunque ne sia interessato ha la possibilità di provare. La nostra sede situata presso il campo sportivo di Poppi è sempre ben lieta di accogliere tutti coloro che siano interessati a conoscere qualcosa di più riguardo questa incredibile tradizione. Di solito, tutti i sabati e le domeniche vengono organizzati, sempre presso il campo di Poppi, delle gare interne a cui tutti possono partecipare, sia come spettatori che come partecipanti. Oltre al lancio del rulletto ci dilettiamo anche con il lancio della ruzzola. Vi sono molte similitudini tra i due giochi; l’unica differenza è dettata dal fatto che la ruzzola è più leggera, intorno ai 700 grammi. Dunque, invitiamo tutti a provare a conoscere più a fondo questa tradizione nostrana sperando che, col tempo, possa finire per appassionarsene». Federico ci ha raccontato quella che è la passione sua e dei suoi compagni di squadra. Persone come lui, Marco Ceccarelli, Mauro Mazzi, Marco Ceccherini e Sauro Santinelli hanno un ruolo molto importante per la nostra società.
Altro plauso importante va nuovamente alla Campaldino Legnami di Vezzosi che, facendo da sponsor, dà l’opportunità di mantenere viva la fiamma delle antiche usanze. Il mantenimento e la preservazione delle tradizioni territoriali sono gesti fondamentali che ogni civiltà dovrebbe portare avanti. Gli antichi romani ritenevano che senza il mos maiorum (ovvero l’insieme delle tradizioni, delle norme e dei valori del passato) una società civile non potesse esistere, in quanto questo rappresenta il fondamento dell’etica, cioè del nostro modo di agire. Lo sport, in particolare, rappresenta un elemento di unione tra le generazioni passate, quelle presenti e quelle future. Mantenere viva il ricordo e la celebrazione di antichi giochi del passato è un modo per comprendere meglio il passato stesso e, dunque, il nostro presente. Nelson Mandela diceva: «Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare. Esso ha il potere di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno. Parla ai giovani in una lingua che comprendono».
Il lancio del rulletto, così come altri sport antichi, che ancora oggi vengono praticati nella nostra vallata, svolge questo ruolo di collante che ci permette di conoscere maggiormente le nostre origini. Dunque, l’invito è quello di allargare le nostre conoscenze e non sminuire antiche tradizioni che possono sembrarci desuete; lasciamoci coinvolgere nella conoscenza di un mondo antico che, con tutte le differenze che ha rispetto alla nostra quotidianità, ha ancora tanto da insegnarci.