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domenica, 22 Dicembre 2024

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Primo soccorso a scuola

di Gabriele Versari – “Il primo soccorso ha un potenziale valore salvavita e di salvaguardia della salute e dell’integrità fisica: alcune manovre di primo soccorso, infatti, laddove messe in pratica con tempestività ed adeguatezza metodologica, possono avere valore determinante per la sopravvivenza del paziente, mentre altre, nel caso non esista un immediato pericolo di vita, possono essere comunque fondamentali per evitare complicanze o ulteriori compromissioni”.

Queste le parole presenti nell’introduzione del testo del documento programmatico denominato “Primo Soccorso a Scuola”, rilasciato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) in collaborazione con il Ministero della Salute. Tale documento, pubblicato dal MIUR nel 2017, in relazione alla legge cosiddetta de “La Buona Scuola” e disponibile googlando il titolo dello stesso, regola la disciplina della formazione degli interventi di primo soccorso sia da parte degli studenti e studentesse, sia per quanto riguarda il corpo docenti, con particolare riguardo agli insegnanti di educazione fisica, incaricati dell’erogazione dei corsi agli alunni.

La tematica della formazione sul primo soccorso nelle scuole, soprattutto in quelle secondarie di secondo grado, è tornata al centro del dibattito pubblico nel nostro territorio dopo il recente avvenimento dello scorso 10 luglio. La dinamica dei fatti ha infatti visto un giovane aretino di diciassette anni salvare la vita ad un uomo colpito da infarto con prontezza di spirito e incrollabile freddezza, attraverso l’uso tempestivo della strumentazione di defibrillazione DAE, dopo un primo massaggio cardiaco insufficiente e la chiamata al 118. È emersa, in tutta la sua rilevanza, l’importanza di fornire agli studenti, come il giovane Alessandro, una preparazione adeguata in vista della possibilità di ritrovarsi in queste situazioni delicatissime, dato anche il loro elevato tasso di imprevedibilità.

È nostro dovere civico, in qualità di cittadini, vista la sovra citata importanza di saper effettuare una manovra efficace nel più breve lasso di tempo possibile, interrogarsi su quale sia il livello effettivo della formazione erogata agli studenti e alle studentesse in tema di primo soccorso nei due istituti comprensivi secondari di secondo grado presenti nel nostro territorio: l’IISS “Galileo Galilei” di Poppi e l’ISIS “Enrico Fermi” di Bibbiena. Abbiamo quindi pensato di raccogliere informazioni su quali siano le modalità di erogazione dei corsi e di confrontare i risultati con quanto stabilito dal documento rilasciato da MIUR e Ministero della Salute, mantra della regolamentazione in questo ambito.

Facendo riferimento alle testimonianze rilasciate dal dirigente scolastico Elisabetta Batini e da alcuni studenti dell’IISS di Poppi, appare abbastanza chiaro, fin da subito, quanto la preparazione in tema di primo soccorso predisposta per gli alunni sia quantitativamente sufficiente e continuativa nel tempo. «La sensibilità che viene prestata al tema del primo soccorso all’interno del nostro istituto comprensivo è molto sviluppata già prima dell’avvenimento di Arezzo, anche per quanto riguarda il corpo docenti. Inoltre, tutta la nostra provincia ha una cultura fortemente improntata alla formazione del primo soccorso, che viene divulgata a tutti gli studenti già dalla prima media grazie al “Progetto Arezzo Cuore”, che porta al conseguimento in fase finale, quindi al compimento della maggiore età, durante l’ultimo anno di superiori, della certificazione di utilizzo del defibrillatore DEA. La nostra scuola è in prima linea nella formazione, soprattutto per ciò che concerne i docenti di educazione fisica, coordinati ottimamente dalla Dott.ssa Bianchi, responsabile del re-training annuale, di modo da poter offrire agli studenti un’offerta formativa sempre aggiornata, essendo gli insegnanti di scienze motorie sia formati che formatori.

Ci ha spiegato la dirigente, che ha poi così proseguito. – I ragazzi si sentono in dovere di impegnarsi durante la formazione vista l’incidenza della valutazione complessiva del corso nel voto finale assegnato per educazione fisica, e nel frattempo si sviluppa in loro la consapevolezza della necessità di apprendere tali manovre di salvataggio estemporaneo, che non appena apprese le nozioni pratiche e teoriche della relativa materia non dovrebbe più esserlo. Le lezioni vengono effettuate nella palestra dell’istituto e durante l’esame finale è presente un membro esterno della Croce Rossa, Croce Bianca o dell’agenzia di formazione “Etrusco” di Monte San Savino, incaricato sempre in ambito provinciale di verificare l’idoneità dei candidati durante l’ultimo anno, esaminandoli in ordine alfabetico per ogni classe. Con i fondi PNRR è stato poi possibile acquistare il manichino per le esercitazioni del massaggio cardiopolmonare e il defibrillatore didattico, in modo da averli sempre disponibili essendo di nostra proprietà. Ciò ci permette di erogare circa quattro ore di corso, teorico e pratico a tutte le classi ogni anno».

Gli studenti confermano tutti gli aspetti dei corsi esplicati dalla docente e sostengono l’efficacia dei corsi grazie alla loro erogazione annuale e continuativa. Concludendo quanto concerne il liceo “Galilei” di Poppi, gli studenti sono stati formati anche in materia disostruzione delle vie aeree e sulle manovre di primo soccorso del trauma, le altre due competenze principali, oltre al massaggio cardiaco e alla defibrillazione veloce, che gli studenti devono necessariamente apprendere secondo quanto scritto nel documento guida.

Passando in rassegna l’ISIS “Enrico Fermi” di Bibbiena, chi ha fornito spiegazioni sulle modalità con cui l’istituto comprensivo forma gli studenti in ambito di primo soccorso è stata la Prof.ssa Francesca Cangini, docente e collaboratore del dirigente scolastico Egidio Tersillo. «Durante le ore di educazione civica vengono profilati insegnamenti aggiuntivi rispetto alla normale formazione erogata da parte dei docenti di scienze motorie. Agli studenti viene spiegata l’importanza di distinguere tra arresto cardiaco e attacco di cuore o, detto in senso comune, infarto, in quanto nel primo caso si tratta di un paziente che non risponde e non respira regolarmente o manca completamente di respirazione. Detta ipotesi presuppone obbligatoriamente l’uso del defibrillatore o il compiere la pratica di rianimazione. La nostra scuola è sensibile alla tematica del pronto soccorso in generale, in particolar modo il nostro corpo docenti e il personale ATA, che viene incentivato a iscriversi ai corsi in cui vengono presentati i farmaci salvavita e come somministrali. Inoltre, è presente un canale preferenziale con il 118 per emergenze specifiche di alcuni alunni, figlio della nostra collaborazione con l’ospedale di Bibbiena. Il dirigente ha voluto dedicare parte delle 40 ore dei corsi di aggiornamento per gli insegnanti proprio alle tematiche del pronto soccorso. Chiunque, sia a scuola che per strada, deve prestare il proprio soccorso durante questo tipo di emergenze. Per ciò che concerne la preparazione dei ragazzi, vengono erogati corsi sul primo soccorso, pratici e teorici, spalmati nell’arco dei cinque anni, in particolare quattro ore in tutto il biennio e altre quattro ore per ogni anno del triennio». Dunque, per un totale di sedici ore complessive.

«Le certificazioni di pronto intervento rilasciate alla fine dei corsi, avendo una valenza specifica anche nel mondo del lavoro, portano gli studenti a interessarsi a queste tematiche, sentite gradite e salienti». Anche in questo caso, l’essere promossi al test di valutazione finale si traduce nell’acquisizione di un attestato, rilasciato sempre dall’agenzia formativa «Etrusco» in seguito all’iniziativa denominata “Progetto Arezzo Cuore” citata precedentemente, che certifica che l’alunno è in grado di compiere le manovre di primo soccorso e di prestarlo in caso di necessità. Il metodo valutativo accorpato con il voto di educazione fisica preme i ragazzi a interessarsi alla tematica per vie indirette come nel contesto del liceo “Galilei”. Sono presenti le attrezzature necessarie per la formazione, quali manichini e defibrillatori per le simulazioni, e gli studenti sono formati anche sulle manovre di disostruzione e di primo soccorso del trauma.

C’è però una discordanza tra ciò che affermano gli studenti dell’ISIS “Fermi” e le enunciazioni della Prof.ssa Cangini: secondo i primi, nonostante i corsi siano effettivamente erogati anche nelle ore di educazione civica, di fatto ciò che si affronta è esclusivamente la parte teorica relativa agli interventi di primo soccorso, eccezion fatta per le classi quinte, il che significa che solo al termine del percorso scolastico gli studenti e le studentesse iniziano ad effettuare praticamente le manovre di massaggio e defibrillazione, per un totale di dodici ore. Dunque, sempre a detta degli alunni, la formazione pratica è cumulata interamente nell’ultimo anno di scuola in cui, come da regolamento, occorre affrontare le prove di valutazione utili a conquistare l’ambito attestato. Sembrerebbe che gli anni della pandemia e della DAD abbiano reso molto difficoltoso poter effettivamente far fare pratica agli studenti delle manovre salvavita, compromettendo questi insegnamenti e alterando l’ultimo ciclo scolastico.

Per concludere, occorre comunque ricordare l’importanza dell’apprendimento delle manovre di primo soccorso da parte degli studenti e non solo poiché, come spesso ribadito in questo contesto e come osservato empiricamente, esse possono realmente tracciare una linea di confine tra la vita e la morte.

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