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venerdì, 11 Aprile 2025

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Provincia, area vasta e dintorni. Qualche riflessione un po’ amara

I comunicati del Presidente Vasai ed ora il comunicato del PDL (Ammirati, Mugnai, D’Ettore) a difesa (un po’ ambigua, in verità)) del mantenimento della provincia di Arezzo richiedono qualche riflessione e commento.

Siamo sempre più convinti che le province, in quanto ente locale  più “debole”, fossero l’agnello sacrificale immolato sull’altare dell’antipolitica. Senza una vera analisi dei costi, e , soprattutto, senza metter mano ad un serio riordino delle autonomie locali, si sta procedendo a soluzioni pasticciate, confuse, che non solo non porteranno risparmi, ma rischiano di creare ulteriore inefficienza e, soprattutto, un ulteriore accentramento di poteri in poche mani. Insomma il tutto si risolverà in un’ altra soluzione tecnica: la politica (noi diciamo la  democrazia) è troppo complicata: aboliamola. Così in pochi potranno decidere e fare affari!

Quello che   sorprende oggi è l’atteggiamento di forze politiche (o almeno di alcuni loro esponenti) che sono state sostenitrici di tutte queste scelte che ad un tratto si ergono a paladini della sopravvivenza della provincia di Arezzo. Noi abbiamo espresso dubbi sulla politica delle aree vaste, primo passo vero una delegittimazione delle autonomie locali, e, quindi, del controllo democratico delle scelte territoriali.

Lo dimostrano le vicende sia dell’inceneritore, sia di tutte le decisioni della nostra area vasta che dovrebbero essere prese da una assemblea di oltre cento sindaci, la maggior parte dei quali non conosce nemmeno che cosa deve deliberare. Meraviglia che chi ha condiviso la scelta dell’area vasta, oggi sia contrario alla posizione del presiedente Rossi sulla provincia unica Arezzo -Siena- Grosseto. E questo vale sia per il PD che il PDL

Il comunicato del PDL è un esempio anche di ipocrisia strumentale .” Noi non eravamo contrari all’idea della Toscana del Sud e non lo siamo, ma troviamo politicamente sfottente e strafottente che Arezzo abbia i numeri per rimanere Provincia e questi vengano ignorati per considerare dati vecchi di dieci anni” Così recitano i tre moschettieri Ammirati, D’Ettore, Mugnai,.Si dice che si è condivisa l’area vasta Toscana sud, ma poi si giudica  strafottente Rossi perché non tiene conto dei parametri che Arezzo ha per mantenersi come provincia da sola.

Nel frattempo il PD sembra si prepari ad accogliere in modo particolare il presidente Rossi lunedì sera alla festa dell’unità a Stia, per contestargli la sua proposta di una provincia unica della Toscana Sud! E tacciamo per carità di patria le dichiarazioni di alcuni esponenti del PSI. Ma dove erano questi signori mentre si facevano le precedenti scelte che già avevano delegittimato e depotenziato l’autonomia della Provincia?

Ma poi,a che servirebbe una provincia, se  tutte le scelte vengono fatte nell’ambito dell’area vasta? Delle due, l’una: o si rinuncia all’area vasta, o si rinuncia alla provincia di Arezzo. Ma se si vogliono riorganizzare le province per  aree amministrative più vaste, questo dovrebbe presupporre una riorganizzazione dei Comuni, attraverso accorpamenti o fusioni per cui i Comuni possano avere una consistenza che li renda significativi anche all’interno di un’area vasta.

Altrimenti i sindaci rimarranno le cavie lasciate a prendere schiaffi dalla gente sui territori, senza più poteri decisionali e sottoposti a scelte “tecniche” che si faranno in altre sedi. Ma questo non solo è la fine di ogni  federalismo (parola purtroppo che grazie alla Lega ha perso ogni dignità programmatica), ma anche di ogni visione autonomistica.

Il cosiddetto riordino delle province si preannuncia come origine di nuovo caos amministrativo. Basti pensare ai problemi delle scuole superiori. Si dice che saranno affidate ai Comuni. A quali e con che forze e risorse? E la viabilità? Non vi preoccupate, si farà magari un’altra ANAS regionale ed una nuova società per gestire l’edilizia scolastica…..

Ma per favore, PD e PDL: smettete di prenderci in giro inventandovi ora difensori della provincia di Arezzo e contestatori improvvisati e ravveduti del Presidente Rossi. Anche questo è populismo da bar dello sport (senza offesa per i bar dello sport).

SEL Casentino

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