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Quale Unione dei Comuni sarà? Se ci sarà…

di Francesco Meola – C’è fermento in Casentino per le sorti dell’Unione dei Comuni, la cui convenzione è ormai prossima alla scadenza ma, almeno stando alle parole del presidente Lorenzo Remo Ricci, non dovrebbero esserci grandi stravolgimenti: «L’accordo scadrà alla fine di quest’anno e stabilire sin da adesso cosa possa accadere non è semplice. Ad ogni modo non credo vi siano dubbi sul fatto che l’Ente continuerà ad esistere – rassicura – semmai resta da capire quali comuni continueranno a farne parte» (al momento sono otto gli enti che vi aderiscono, n.d.r).

Ma nonostante il ruolo ricoperto e le tante battaglie sostenute per la promozione di un organismo unitario, il primo cittadino di Castel Focognano non nasconde un pizzico di delusione rispetto all’esperienza del Comune Unico: «Non rinnego di esserne sempre stato un sostenitore ma penso si tratti di qualcosa di superato, almeno rispetto a quelle che erano le aspettative iniziali. Oggigiorno, riunire più Comuni sotto la stessa bandiera, si è rivelato essere è un’operazione più complessa di quanto si pensasse; anche per questo non so se qualche Ente locale farà qualche scelta diversa per il futuro. Tuttavia è anche vero che vi sono dei servizi, penso alla protezione civile, ad esempio, che sono i medesimi per tutti gli appartenenti all’Unione e pertanto negli anni si sono creati dei vincoli che, volenti o nolenti, hanno finito con il legare ancora più tra loro questi Comuni».

Ecco perché, a prescindere da ogni previsione a lungo termine, l’Unione sta continuando a lavorare in prospettiva con la stessa determinazione di sempre, come dimostrano anche i recenti lavori per la realizzazione della nuova sede, per la quale si preannunciano importanti novità: «Gli spazi precedentemente occupati dai vigili urbani verranno occupati da alcuni degli uffici dell’Unione mentre l’ala dell’edificio che affaccia verso Bibbiena sarà demolita e ricostruita per fare spazio ad un auditorium destinato a polo fieristico, – spiega Ricci, che aggiunge. – L’edificio è chiuso dal 13 gennaio scorso e bisogna soltanto attendere l’effettuazione del piano di messa in sicurezza, bonifica ed efficientamento energetico della struttura. Nel frattempo, per consentire il regolare svolgimento delle attività dell’Ente, gli uffici del personale sono stati spostati temporaneamente presso l’ex ospedale di Poppi, mentre i Vigili si sono trasferiti già da tempo presso i locali di piazza Risorgimento. I locali occupati dalla Forestazione, dalla Protezione Civile e dagli impiegati del Vincolo Idrogeologico, si trovano invece in località Ferrantina».

Non resta, dunque, che attendere i tempi tecnici necessari per l’effettuazione dei lavori, la cui esecuzione è stata resa possibile anche grazie a un finanziamento di 450 mila Euro della Regione Toscana che mira, tra le altre cose, a far sì che l’edificio in questione diventi un punto strategico per la Protezione Civile dell’intero Casentino.

Insomma, la gran parte dei segnali, anche stando alle recenti dichiarazioni del mondo istituzionale regionale, sembrerebbero lasciare intravedere un futuro sempre più centrale per l’Unione, per la quale l’attuale presidente ci tiene a rivendicare di aver profuso il massimo impegno: «Sono entrato all’interno di quest’organismo in punta di piedi – osserva Ricci – e a differenza di alcuni dei miei predecessori, ho agito sempre e soltanto con l’intento di costruire e non di disfare; non mi sono mai fatto influenzare dalle appartenenze politiche, ma ho sempre operato per il bene primario della collettività. Ad aprile si esaurirà il mio mandato e lascio con la soddisfazione di aver realizzato diversi degli interventi che mi ero prefissato. Tra questi l’affidamento della gestione delle risorse idriche al Consorzio 2 Alto Valdarno, la riorganizzazione del Corpo Unico della Polizia Municipale con la creazione della sede del Corsalone e dell’ufficio distaccato di Rassina e l’essere riuscito a contribuire alla realizzazione della nuova sede dell’Unione dei Comuni».

Ma se in Casentino si va dunque verso un rilancio dell’Unione, resta da capire per quanto tempo ancora questo sistema di governo possa ancora resistere dal momento che, su scala nazionale, aumenta il fronte degli amministratori contrari a questa forma di amministrazione. Lo stesso sindaco di Castel Focognano, Remo Ricci, come detto pocanzi, non ha nascosto le sue perplessità rispetto all’Ente da lui stesso presieduto. E dunque, cosa aspettarsi, al riguardo, per il futuro?
Per dare una risposta a questa domanda bisogna innanzitutto interrogarsi su come funzioni un’Unione dei Comuni. Quest’ultime, difatti, non creano un nuovo comune che sopprime l’esistenza di quelli fusi, bensì generano un ente di secondo livello lasciando la titolarità dei beni e dei rapporti giuridici ai comuni stessi; l’unico scopo è quello di riunire alcune funzioni e servizi in modo tale da gestirli in maniera associata. A livello amministrativo, quindi, rimangono in carica i sindaci e gli amministratori dei comuni che le formano, andando a produrre un Ente più ‘grande’ al quale non di rado sfugge l’interesse dell’intero territorio, tra l’altro in molti casi anche alquanto eterogeneo.

L’eccessiva frammentazione può dunque comportare difficoltà di governo dell’Unione e un elevato numero di sindaci nella giunta della stessa, può tradursi in rallentamenti nelle decisioni. Inoltre, il fatto che gli assessori debbano essere necessariamente i sindaci dei comuni associati, complica ulteriormente la questione, considerata la complessità di problemi che i primi cittadini devono affrontare nei propri comuni, sottraendo tempo ed energie alle tematiche dell’Unione stessa.
Sulla scia di queste considerazioni, sono tante le realtà nazionali che hanno bollato le Unioni come dei veri e propri fallimenti al punto che, soprattutto nel Nord del Paese, diversi comuni hanno deciso di abbandonare anzitempo quest’esperienza rea, in molti casi, di aver addirittura comportato un aumento dei costi a fronte di servizi tutt’altro che adeguati alle esigenze delle comunità locali.

Al momento, come vi abbiamo raccontato, in Casentino questo ‘pericolo’ non sembra sussistere, ma una cosa è certa: per garantire un futuro alle Unioni, come ammesso anche dal presidente Ricci, c’è bisogno di una sterzata importante e un aiuto fondamentale dovrà arrivare dal Governo e dalle Regioni considerato che, inutile nasconderselo, la spinta principale degli Enti ad unirsi finora non è stata certo dettata da un mero spirito di fraternità, quanto piuttosto dalla possibilità di accedere a dei contributi che troppo spesso hanno però disatteso le aspettative.

In ogni caso anche Ricci nella sua prima risposta sottolinea che ancora non si sa chi sarà ancora eventualmente presente nell’Unione, da questo punto di vista il recente accordo separato tra Bibbiena e Pratovecchio Stia per la gestione del servizio di Polizia municipale aggiunge ulteriore incertezza a una situazione che evidenzia più gli egoismi dei singoli comuni che la volontà di collaborare insieme.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 327 | Febbraio 2021)

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