di Muzio Cordo – Parliamo di un turismo non da tutti amato e preso troppo sul serio, quello fatto di Camper, Autocaravan e Motorhome. In Italia i camperisti sono circa 800.000 che si stima movimentino complessivamente circa 3.000.000 di turisti nazionali, quasi la stessa quantità è rappresentata dagli stranieri che visitano il nostro paese portando a quasi 6.000.000 i visitatori annui. La media di spesa per camperista varia dai 41 ai 51 euro a testa durante i viaggi che si attestano ad una media tra i 7 e i 9 giorni ciascuno.
La crisi ha di fatto inciso negativamente sul comparto perché la vancanza “libera” ha costi di gestione da sostenere durante tutto l’anno, anche quando non si usa il mezzo. Chi sceglie questo tipo di vacanza è persona che odia di norma i rigidi ritmi di strutture “fisse” che gli risultano monotone e stressanti, di contro, di solito, cerca di scoprire la profondità della storia e della cultura dei luoghi che visita attraverso una contaminazione con le tradizioni e le usanze del paese in cui staziona.
Creare un’area di sosta o attrezzata per i camperisti non costa un’eresia e se ben tenuta e pubblicizzata, può veramente dare una risposta turistica di tutto rispetto anche contando su una destagionalizzazione compatibile con il tipo di soggiorno che non ha bisogno di grande organizzazione. Eppure nella nostra vallata non sono presenti strutture di eccellenza e con i requisiti minimi per offrire un’accoglienza di riguardo ai turisti seguaci di questa filosofia vacanziera molto easy.
Alcune sono indicate come aree di Parcheggio, spesso in promiscuità con le auto o addirittura presso centri commerciali, solo in due o tre casi si può scaricare e questo sembra alquanto sotto dimensionato rispetto alle potenzialità che il comparto può offrire. Costruire una rete ricettiva, oltre al buon numero di agriturismi operativi, con la realizzazione di alberghi e B&B, richiede tempo e in alcuni casi ingenti investimenti, la realizzazione di aree attrezzate per camper potrebbe dare una spinta ad un flusso turistico di tutto rispetto e che potrebbe attrarre l’attenzione di investitori locali o forestieri per la creazione di strutture ricettive moderne e funzionali, non ché di servizi di supporto al settore su cui a parole tutti dicono di voler investire, anche coloro che con la sciagurata mala gestione passata di Casentino Sviluppo non hanno per nulla agevolato il settore. Poppi sembrerebbe quello messo meglio ma considerando i beni culturali di forte richiamo come il castello e Camaldoli, le strutture risultano insufficienti visto che il punto per lo scarico è uno solo e i restanti sono semplici parcheggi.
L’offerta pubblica degli altri Comuni casentinesi risulta non pervenuta eccetto Pratovecchio Stia che ha tre aree, di cui una è un parcheggio non asfaltato a Romena, una è stata, in un recente passato, menomata da una frana al Canto alla Rana e quella di Pratovecchio che ha il carico e lo scarico funzionanti, ma che mostra tutti i segni del tempo. Qui per altro è paradossale il fatto che due delle tre aree facevano parte del famigerato project financing con cui vennero realizzate le scuole medie consortili e che dovevano essere gestite proprio dal project. A distanza di tre anni dall’apertura della scuola invece nulla ancora si muove, e le aree che potrebbero dare il via ad un piccolo circolo virtuoso languono in uno stato di decoroso abbandono. Era stato annunciato in Consiglio Comunale che c’era una trattativa in atto con un’associazione di camperisti per la gestione delle aree, dimenticando che comunque c’è un contratto con un privato per la loro gestione che non avendo ottemperato ai propri impegni contrattuali risulta inadempiente, ma ad oggi non si vedono cambiamenti e in Casentino l’autunno arriva molto presto, accorciando di fatto la bella stagione, rischiando di far perderne un’altra.
Chissà se lungo la pista ciclabile sono previste aree più ampie ed accoglienti così da divenire polo attrattivo per uno stile di viaggiatore che muove un comparto di tutto rispetto?
Intanto lungo la ciclabile di Bibbiena questo non è accaduto eppure con investimenti veramente di entità sostenibile potremmo creare luoghi di richiamo ed iniziare veramente un rilancio turistico che consolidi le interessanti performances delle ultime stagioni. Il Parco in questo potrebbe giocare un ruolo trainante e di stimolo ai vari soggetti pubblico-privati, ma in un territorio dove libertà e libero arbitrio sono come il fumo agli occhi, richiamare turisti “liberi” potrebbe far rompere gli equilibri medioevali di una terra che piano piano vede emigrare i propri figli e rischia di chiudersi più di quanto necessiti.
Forse è proprio per questo che i camperisti qui non sono accolti come meriterebbero. Ma presto il nostro ospedale di vallata diverrà area turistico ricettiva e il pronto soccorso sostituito con un motorhome attrezzato, insomma dal caravanning arriverà il rilancio della vallata… in modo o nell’altro.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 284 | Luglio 2017)