La posizione dei Comuni del Casentino è chiara in merito a quanto proposto da Ato Rifiuti Toscana Sud. I Comuni chiedono con fermezza il rinvio di almeno un anno per la definizione del piano di riorganizzazione proposto, tenuto conto che lo stesso non garantisce in alcun modo il raggiungimento degli obiettivi regionali di riciclo. Anzi vi è la convinzione che un ulteriore aumento della TARI provochi gravi effetti negativi.
Inoltre i Sindaci chiedono un incontro per giovedì 11 settembre alle ore 11 per l’analisi delle rilevanti osservazioni sui corrispettivi e sull’organizzazione. Sembra chiaro che la ratio della normativa di settore, di unificare il servizio per diminuire le tariffe, operando un’economia di scala non sia stata rispettata. Infatti stiamo parlando di un servizio pubblico, interamente pagato con le tariffe dalle imprese e dai cittadini mediante tributo (TARI). Dalla proposta di corrispettivo provvisorio 2014 e dalla sua composizione, per primo avanzata all’assemblea dell’ATO in data 19/12/2013 e 30/01/2014, emergeva con evidenza che SEI Toscana scarl facesse soltanto da stazione appaltante, violando lo spirito della legge e del bando di gara.
A fronte dello svolgimento di un servizio già nemmeno inclusivo di quanto fino ad oggi veniva offerto dalle varie forme cooperative comunali, vengono proposti aumenti notevoli, insostenibili, risulta infatti che i servizi aggiuntivi ed investimenti sono tutti a carico degli enti locali proponenti.
Difficile comprendere dove operi un principio solidaristico, alla base della costituzione del consorzio obbligatorio, nell’attribuzione delle indennità di disagio ambientale, nell’addebito di maggiori costi per i servizi di trasferimento e trasporto, nell’addebito tra i corrispettivi di gestione impianto della messa in sicurezza idraulica di strade locali (ben 6 milioni di euro per la viabilità inerente l’ampliamento della discarica di Podere Rota, soltanto perché prescritta nell’AIA della Provincia di Arezzo), nella presa d’atto che i corrispettivi pro capite variano notevolmente all’interno dei comuni della stessa provincia.
Non possono essere più reperiti i corrispettivi richiesti nei bilanci comunali, tanto meno posti a carico dei cittadini: la tenuta sociale e l’ordine pubblico sono già seriamente minati dalla continue manovre finanziarie statali e dalla grave crisi economica.
Il principio di garantire gli stessi servizi almeno agli stessi costi deve essere rispettato. Ma non solo: gli oneri per il raggiungimento degli obiettivi comunitari sul recupero devono essere sostenuti dal legislatore stesso. Infatti gli obiettivi regionali di RD non sono oggi economicamente sostenibili. Ancor meno con gli impianti sovradimensionati ed esterni dal perimetro di gara.
Pertanto, in conclusione, devono essere affrontati e risolti preventivamente o contestualmente al piano di riorganizzazione i seguenti nodi: i rischi verso terzi gestori impianti e di mancata riscossione del tributo; i benefici derivanti dalla riduzione dei flussi di rifiuto; il sovradimensionamento potenzialità impianti; l’introduzione dei principi solidaristici Ida; lo stralcio opere accessorie impianti da corrispettivo; l’insostenibilità economica obiettivi RD; le sanzioni a carico dei comuni; la valorizzazione immobili società pubbliche; la contestualità tra aumento RD e valorizzazione RD e infine la socializzazione utili soggetto gestore.
IL PRESIDENTE DELL’UNIONE Paolo Agostini
IL SINDACO DI BIBBENA Daniele Bernardini
IL SINDACO DI PRATOVECCHIO STIA Nicolò Caleri