di Muzio Cordo – Sarebbe interessante capire le dinamiche del ciclo dei rifiuti in modo dettagliato e perché ancora il loro trattamento non comporti un totale riutilizzo delle materie da essi prodotte. Abbiamo fatto passi avanti con il vetro, la carta, i metalli ed il legno, ma sul piano del trattamento dell’umido e degli ingombranti forse sarebbe il caso di investire di più. Tra le cose che saltano agli occhi di noi comuni contribuenti è che nonostante le potenzialità economiche che il trattamento dei rifiuti possiede, ancora sono gestiti come un costo sociale soprattutto per chi li produce. Nel tempo la normativa ha cercato di migliorare la perequazione delle tasse di smaltimento ma di fatto, la stranezza che ancora non si riesca a valorizzare gli scarti di una società opulenta, sconcerta tutti i cittadini.
Se infatti ci soffermiamo a osservare un autodemolitore, scopriamo che molte delle parti delle carcasse di auto sono utilizzate per riparare veicoli circolanti, che anche se poco alcuni minerali ferrosi e non, se non contaminati possono essere “acquistati” dall’autodemolitore che ne trae profitto rivendendoli alla filiera del riciclo contribuendo al loro riutilizzo.
Ci sono parti di elettrodomestici che potrebbero essere in qualche modo recuperate, computer che potrebbero essere utilizzati nelle scuole per formare futuri tecnici per la riparazione dell’hardware. Alcune parti di mobili d’arredamento potrebbero essere riutilizzate per costruire artistici elementi di arredo o essere utilizzati se ancora in buone condizioni. Invece si sono creati centri di raccolta differenziata con alcuni limiti, naturalmente creati da una normativa che non facilita la creatività e la fantasia.
Se per esempio alla mia lavatrice si rompe un componente elettronico che non si può più reperire in quanto non più in produzione, lo stesso potrebbe giacere in un centro di raccolta inutilizzato e destinato a non essere valorizzato pienamente, per cui se riuscissimo a gestire un data base di ciò che potrei riportare a nuova vita, riuscirei a compiere quell’atto eticamente positivo di evitare la creazione di un rifiuto dando nuova vita ad un bene. Invece i centri di raccolta, nati anche come primo passo verso centri di raccolta e scambio, sono dei piccoli lager maleodoranti e a volte disordinati dove molti rifiuti prendono la via dell’indifferenziato. Potrebbe essere creato un servizio di prenotazione del conferimento dei materiali in modo da venir maggiormente incontro ai cittadini che lavorano, ma anche monitorare il grado di ordine e pulizia dei centri che a volte denota alcune pecche. Certo, si recuperano i RAEE, metalli e legno ma molti altri rifiuti che potrebbero avere nuova vita diventano un problema sia economico che estetico. Un’altra strada percorribile per evitare il problema degli ingombranti indifferenziabili, potrebbe essere quello di sviluppare una rete di mercatini di scambio in cui i cittadini portino le cose da buttare per trarne un vantaggio, scambiandole con altri beni, ricavandone un piccolo profitto, o ricevendo un contributo, anche simbolico, da utilizzare per pagare la TARI.
Se guardiamo in giro non sono poche le esperienze in tal senso, per esempio potremmo farlo una domenica di chiusura del centro commerciale del Casentino, nel parcheggio coperto in modo da sfidare anche il rigido inverno casentinese, così come potremmo istituzionalizzare eventi come “Il chiodo fisso” di Stia o la “Mostra scambio” di Soci. Ma ce la vedete 6Toscana o l’AATO sud a stimolare una cosa del genere? L’importante è sempre fare sempre il minimo sindacale previsto dalla legge per garantire profitti ai privati e costi ai cittadini.
Se ci muoviamo scopriamo che altri comuni, nell’area romagnola ma anche nella nostra Toscana su questo fronte si sono attivati oramai da tempo come a Capannori, anche i social network si stanno organizzando, chi vuol disfarsi di un bene che ancora può essere utilizzato basta che si colleghi alle pagine FB “Te lo regalo se vieni a prenderlo”.
Insomma come sempre l’italiano si dimostra avanti rispetto al legislatore che arranca in un mondo che corre. Come abbiamo visto in questi ultimi tempi i Sindaci si pongono sempre sulla difensiva dei cittadini e del contenimento delle tariffe, salvo poi constatare, con l’arrivo delle bollette che si spende sempre di più e che i servizi sono sempre minori. Chi vuol bene all’ambiente trova comunque il modo di organizzarsi, usando la rete per conoscere e fare sistema.
Tutto ciò non giustifica comportamenti sbagliati da parte dei cittadini, non è perché c’è un cassonetto dei rifiuti o un centro di raccolta che siamo autorizzati ad abbandonare rifiuti di qualunque tipo contribuendo a rendere brutto e disordinato il paesaggio, c’è un servizio di ritiro a domicilio per ingombranti gratuito (Numero verde di 6toscana 800127484 ndr) che può essere migliorato ma che già funziona. I centri di raccolta ci sono e con orari più fruibili potrebbero avere una gestione migliore, chi ha un orto o un giardino grazie al composter può concorrere alla diminuzione dell’umido, insomma c’è ancora bisogno che ognuno cominci a fare il proprio dovere magari con le istituzioni a fare da timoniere. Una cosa è certa, quando la gestione dei rifiuti farà aumentare il consenso elettorale vedremo tanti politici diventare netturbini, speriamo che nel frattempo i lager dei rifiuti siano liberati dagli alleati dell’ambiente.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 292 | Marzo 2018)