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domenica, 24 Novembre 2024

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Ritorna “Casentino in fiamme”

di Francesca Maggini – Casentino in fiamme – Diario di Guerra di Don Antonio Buffadini, Padre Superiore di Fonte Buono di Camaldoli è il racconto delle vicende vissute dalla comunità monastica, in Casentino, durante la fine della Seconda Guerra Mondiale. Si tratta del racconto di drammatici episodi e violenze quotidiane che vedono sempre l’ampio coinvolgimento della popolazione locale. Questo Diario di Guerra fu pubblicato per la prima volta nel 1946, a ridosso della fine del secondo conflitto mondiale. Poi è rimasto per quasi 60 anni in silenzio pur essendo una preziosa testimonianza dei giorni che hanno segnato, in Casentino, il passaggio del fronte fra giugno e settembre del 1944. Riproposto, per la prima volta, nel 2005 a cura di Mauro Meschini è diventato una preziosa testimonianza di quei terribili giorni, di tragici eventi il più delle volte mirati contro le persone più indifese e meno preparate di fronte a quei terribili crimini.

Oggi in seconda ristampa, a distanza di quasi 20 anni dalla prima, in questa particolare e difficile congiuntura storica, dove la guerra, pur non trovandoci coinvolti in prima persona, torna spesso ad occupare le prime pagine dei giornali, questo Diario di Guerra assume un sapore diverso e oserei dire più importante. Ci offre interessanti spunti di riflessione e si dimostra, ancora una volta, nella sua disarmante semplicità un’eloquente dimostrazione capace di rinnovare il ricordo e farci maturare la triste consapevolezza di quanto tutto il piccolo microcosmo casentinese fosse stato coinvolto in questa terribile distruzione. Per questa ristampa si fa spazio l’interesse dei Monaci Camaldolesi che disporranno di copie proprio presso il monastero che nei tanti racconti di Don Antonio fa da silenzioso scorcio a quegli avvenimenti.

Alla prima versione, già nella stampa del 2005, Mauro Meschini aveva aggiunto, attraverso una minuziosa ricerca, una seconda parte contente la Cronaca del monastero proveniente dall’archivio della Biblioteca di Camaldoli che narra fatti e racconta la vita della congregazione che, inevitabilmente, in quei difficili mesi, si intreccia con la vita dei tanti paesi del Casentino. Due parti complementari che si integrano a vicenda e in questa ristampa si arricchiscono del lodevole contributo di Rachele Ricci che ha dedicato la sua tesi di Laurea ad un episodio brutale: la strage di Moggiona del 7 settembre 1944. Vi persero la vita 18 persone e, come purtroppo tanti altri eccidi di quei terribili giorni, non ha mai avuto giustizia. Casentino in fiamme racconta fatti veri, reali, vita vissuta nei giorni difficili della guerra, racconti quotidiani che ogni giorno si vestono di paura e timore per il futuro, memorie che oggi, più di allora, sono elementi preziosi per conoscere il nostro passato. Le piccole realtà casentinesi sono state coinvolte, ogni giorno, in rastrellamenti, razzie e saccheggi fino ad arrivare alla triste vicenda dello sfollamento “la foresta rigurgita di sfollati, non si sa più dove metterli”, parole pesanti come macigni che racchiudono in sé tutta l’atrocità della guerra e la disperazione di chi l’ha vissuta in prima persona.

Il trascorrere del tempo, sono ormai passati 79 anni da quei tremendi giorni, per fortuna non cancella e la memoria non dimentica. Il tempo ha permesso di fare ancora più chiarezza e portare alla luce anche piccoli aspetti inediti che contribuiscono, tra le pagine di questo libro, ad offrire una testimonianza che attraverso le parole di Don Antonio vive con atroce lucidità la verità di quei giorni, il senso del dolore, della paura e della tragedia che pagina dopo pagina ci accompagna a conoscere la dura e inequivocabile realtà di quei giorni. La tragicità di quei momenti coinvolse tutta la popolazione, i racconti sono densi di particolari e dettagli come una vera e propria cronaca dell’epoca arricchiti anche dall’aspetto psicologico che, pur essendo sempre un passo indietro al racconto, è presente con emozioni, paure e stati d’animo.

Non ci sono, per evidenti necessità, chiare prese di posizione ma solo lo scarno racconto consapevole di quei terribili giorni soprattutto per le persone più indifese e inconsapevoli. Del resto quel distacco da parte del narratore è frutto delle necessità dettate dalla guerra e poi lo scopo del libro rimane quello di raccontare in maniera oggettiva ciò che succedeva. Corrono nitidi i racconti della vita silente del monastero dove arrivano veloci le voci delle atrocità che si consumano nei paesi limitrofi, la distruzione di tutto, i bombardamenti che portano via con sé pagine di vita. Un racconto semplice ma preciso capace di far entrare a pieno in quei giorni di guerra in cui i personaggi militari e civili si alternano nei racconti, c’è chi ha comandato e chi ha obbedito in quella brutale guerra che non ha risparmiato nessuno: c’è chi purtroppo ha pagato ingiustamente con la propria vita e chi con la propria coscienza.

Tutto ciò ai nostri occhi appare lontano ma purtroppo la nostra stessa quotidianità smentisce quel senso di lontananza e ci ricorda come la guerra uccide la vita annientando tutto, creando una realtà confusa in cui il tempo diventa annebbiato e in cui tutto vi si perde e disperde.

Questo libro, preziosa, forte e profonda testimonianza di quei giorni, ritengo che sia, prima di tutto, un dono per le generazioni future: un monito per ricordare, conoscere e non dimenticare.

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