di Anselmo Fantoni – I nostri nonni sono ancora in attesa di strutture Casentinesi idonee e capienti per permettergli di vivere tranquillamente il loro tramonto. Parrebbe oramai giunta al termine la lunga trattativa per la riapertura della RSA di Stia. Il permesso a costruire è pronto, basta che il proprietario della struttura (Misericordia di Stia, n.d.r.), lo ritiri previa il pagamento delle relative imposte. Qualcuno si chiederà perché ancora ciò non accade e allora cerchiamo di spiegare un po’ l’arcano.
Innanzi tutto l’esperienza insegna che il mondo delle cooperative è particolarmente mobile, nel senso che spesso abbiamo visto nascere e morire organizzazioni con immancabili ripercussioni sui servizi erogati e problematiche varie, questo costringe chi con esse intende collaborare alla massima cautela preparando bene accordo e piani finanziari. L’accordo quasi raggiunto tra Koiné e Misericordia di Stia prevede la demolizione della porzione di edificio ante Anni ’90 e la sua ricostruzione con la creazione di 40 posti per non autosufficienti.
Nella parte già in regola con le norme anti sismiche per il momento insisterà la struttura di casa famiglia per una decina di ospiti e continuerà ad essere gestita direttamente dalla ASL che ne avrà la proprietà ricevuta in permuta per la cessione della porzione dove c’erano gli ambulatori oggi spostati nella Casa della Salute. Un dover dipanare intrecci creatisi negli anni che hanno avuto la necessità di tempi lunghi. Koiné si avvarrà di un’altra organizzazione per curare tutti gli adempimenti burocratici, dalla progettazione alla gestione dei vari “sisma bonus” ed eco bonus, sperando che le modifiche normative per tali attività non producano effetti negativi sulla realizzazione.
Si perché in Italia non dobbiamo solo ponderare bene i compagni di viaggio in avventure così ambiziose, ma anche salvaguardarci dalla schizofrenia legislativa che non tiene sempre conto del bene delle imprese o dei cittadini. Non si possono in alcun modo toccare privilegi e assurde prebende di pochi a danno di tanti cittadini vessati e non adeguatamente assistiti quando si trovano in situazioni di estrema necessità come i nostri nonni in questo caso; ricordiamo per inciso lo scandalo della piscina per disabili di Poppi, costringendo a vere e proprie maratone burocratiche per la realizzazione di quello che dovrebbe essere un diritto garantito a tutti dallo Stato.
Un plauso ai soggetti privati che stanno tessendo l’ambizioso progetto? Vedremo. Se ne saranno capaci applaudiremo, se no ci indigneremo, ma ricordiamo sempre che le persone che da anni lavorano per una soluzione lo fanno sostituendosi a chi avrebbe il dovere di agire in tal senso: lo Stato. I tempi sembrano maturi e una volta che Koiné avrà siglato l’accordo con chi dovrà demolire e costruire la nuova struttura, si potrà passare all’accordo tra la stessa e la Misericordia di Stia che concederà il diritto di usufrutto per oltre vent’anni, in cambio di un canone annuo per sostenere altre iniziative sociali e sanitarie da essa gestite. L’augurio che tutti ci facciamo è che una volta dipanati i grovigli burocratici si giunga spediti alla realizzazione della necessaria struttura che tutti attendiamo da tempo. Che dire al Governatore della Misericordia una volta raggiunto definitivamente l’obiettivo?
Che Dio gliene renda merito. Speriamo che nella prossima primavera si possa quindi veder iniziare la demolizione di quello che fu un ospedale prima, una casa di riposo dopo, per diventare la culla per l’ultimo sonno dei nostri anziani, nel bel paese di Stia, nella splendida valle casentinese.