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lunedì, 28 Aprile 2025

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Scale mobili: mezz’ora di ordinaria follia

di Melissa Frulloni – Emily è una meravigliosa bambina dai boccoli biondi. Ci aspetta con la sua mamma Anke, in Piazza John Lennon a Bibbiena. L’avevamo conosciuta qualche tempo fa grazie alla nostra rubrica sulla disabilità Volare senza ali, in cui erano stati proprio i suoi genitori a raccontarci la sua storia e la sua malattia. Emily è affetta da acondroplasia, ovvero, nanismo. Quando la incontriamo è sul suo passeggino speciale, simile ad una sedia a rotelle che l’aiuta magari quando è stanca, anche se ha la possibilità di camminare e un’energia veramente da vendere! Gioca con noi, ci fa domande, è curiosa e… vuole andare su in Piazza a prendere un gelato. Davanti a noi la partenza delle scale mobili, inaugurate lo scorso 1° luglio, e il cartello che spiega come funziona il servizio di radiotaxi, riservato alla persone disabili. Il gelato ci aspetta e Emily scalpita sulla sua sedia a rotelle, così, dato che il montascale non c’è, decidiamo di chiamare il numero ben in evidenza sul cartello.

Ad Anke risponde un signore al quale lei spiega la situazione. Siamo in fondo alle scale mobili di Bibbiena con una bimba disabile che deve andare in Piazza a mangiare il gelato e abbiamo bisogno di un taxi che ci porti nel centro storico. Il signore dall’altra parte del telefono rimane stupito e ci dice di non sapere di che cosa Anke parla… Ci dice che il numero che abbiamo chiamato è quello del servizio di vigilanza delle scale mobili e che ha bisogno di un po’ di tempo per sapere come comportarsi e cosa fare. Riaggancia. Noi aspettiamo. Il numero che abbiamo chiamato è giusto. Controlliamo. Si, è giusto. Sotto c’è un campanello. Suoniamo quello, magari arriverà qualcuno. Niente, non funziona. Passano 10 minuti. Anke decide di richiamare il numero. Ripete al signore che siamo in fondo alla scale mobili di Bibbiena e che ormai aspettiamo da più di 10 minuti l’arrivo del taxi che porti noi e la sua bambina disabile nel centro storico. Dal servizio di vigilanza ci dicono di chiamare un altro numero che pare essere di un addetto del Comune. Lo facciamo e aspettiamo.

Intanto Emily si è annoiata ed è fatta ancora più impaziente, mentre passano altri 10 minuti; 20 dal nostro arrivo alla partenza delle scale… Per fortuna ci viene in soccorso un operaio del Comune (molto comprensivo e competente) che ci spiega di essere stato contattato a seguito della nostra telefonata al numero datoci dal servizio di vigilanza. Ci spiega che il servizio di radiotaxi non è ancora funzionante e che se vogliamo andare nel centro storico con lui puoi andare a prendere “un mezzo” (pensiamo un’ambulanza o comunque un auto per disabili). Rifiutiamo e gli diciamo che in qualche modo possiamo arrangiarci, con Emily non è difficile… Lei può prenderla in braccio Anke e la carrozzina possiamo lasciarla in macchina, ma siamo assolutamente basite! Il cartello in fondo alle scale parla chiaro (potete vederlo nella foto), c’è un numero di telefono e un servizio di radiotaxi riservato ai disabili; se ancora non è attivo perché lasciare queste indicazioni? Forse è meglio toglierlo e spiegare ai disabili come dovrebbero fare per arrivare nel centro storico.

Domanda che giriamo all’operaio del Comune. Lui ci spiega che se c’è un’emergenza lui puoi andare a prendere “un mezzo”, in caso contrario l’unica cosa da fare per un disabile è andare in auto fino al centro storico e parcheggiare nei posti riservati ai disabili che si trovano in Piazza Tarlati. Se il posto fosse già occupato, non c’è che lasciare l’auto anche lì vicino, sperando che i vigili chiudono un occhio (!?!) oppure la persona disabile può scendere e il guidatore andare a parcheggiare fuori dal centro storico. Con Emily occorrerebbe essere minimo in tre dato che una bambina della sua età, non può essere lasciata sola in Piazza mentre la mamma va a parcheggiare… Chiediamo: se arriva un turista disabile in pullman, quindi senza auto, come fa?

L’operaio ci dice che non possiamo discutere con lui di queste cose ed ha ragione, non è certo il responsabile di questa situazione, anzi si è dimostrato davvero gentile e disponibile tanto che alla fine il gelato siamo andati a prenderlo tutti insieme! Però la domanda resta e il povero turista disabile senza auto forse dovrà purtroppo aspettare in Piazza John Lennon che ritorni il resto del gruppo… È triste certo, ma ad oggi non vediamo soluzione pratiche per farlo arrivare fino in Piazza. L’unico modo potrebbe essere quello di parcheggiare fuori dal centro storico (magari in Piazza della Resistenza) e andare su a piedi, anzi in questo caso a spinta sulla sedia a rotelle, ma in questo modo verrebbe meno l’uso delle scale mobili… Con Anke ci guardiamo e siamo davvero senza parole. Alla fine ci è voluta più di mezz’ora per capire come fare ad andare nel centro storico con un finale che ha visto Emily in braccio alla sua mamma salire sulle scale mobili e lasciare la sedia a rotelle in macchina. Quando questo articolo uscirà ci auguriamo che questa vicenda sia solo un ricordo, che il servizio di radiotaxi sia entrato in funzione e che una persona disabile non si debba sentire mortificata nel dover prendere le scale mobili di Bibbiena che dovrebbero essere accessibili a tutti.

Anche noi ci siamo sentite davvero impotenti di fronte a tutti questi rimpalli, con Emily che scalpitava per salire, senza sapere davvero cosa fare e a chi aggrapparsi. Ci immaginiamo che alla lettura dell’articolo qualcuno griderà all’”agguato mediatico” da parte nostra, invece sarebbe bene che l’Amministrazione si scusasse con Anke, Emily e tutte le persone disabili che si sono trovate a dover combattere con le scale mobili perché vi assicuriamo che la mezz’ora che abbiamo vissuto ai piedi della nuova grande opera di Bibbiena, è stata assolutamente sconcertante…

(tratto da CASENTINO2000 | n. 287 | Ottobre 2017)

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