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giovedì, 26 Dicembre 2024

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Scandalo rifiuti Toscana: “il Consorzio non c’entra assolutamente nulla”

di Anselmo Fantoni – Con questa importante affermazione riportata nel titolo, che distanzia in modo netto la bonifica del nostro territorio dal grave scandalo che sta scuotendo attualmente i vertici della Regione Toscana, iniziamo la nostra intervista con la casentinese Serena Stefani, presidentessa del Consorzio 2 Alto Valdarno e cerchiamo di capire come funziona l’ente di cui la Stefani è massima rappresentante.

Dopo l’esperienza da Vice Sindaco a Pratovecchio Stia, cosa è cambiato nel tuo modo di essere amministratore?
«Ho accettato la presidenza del Consorzio di Bonifica nel maggio 2019 con la consapevolezza di assumere un incarico importante, delicato e oneroso, ma anche una sfida ambiziosa. Al Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno infatti, sono affidati un territorio ampio che comprende 54 comuni e tre province, un reticolo idrografico esteso composto da 6.500 km di corsi d’acqua e un comprensorio delicato che abbraccia a una vasta area montana e collinare dove la bonifica svolge un ruolo strategico. Su questa area l’ente programma e realizza prevalentemente l’attività di manutenzione ordinaria di fiumi e torrenti assolvendo un compito importante per la prevenzione e la mitigazione del rischio di allagamenti e alluvioni. Contestualmente ha il compito di agire nel settore della raccolta, dello stoccaggio e della distribuzione della risorsa idrica a scopi irrigui. L’esperienza che ho avuto la fortuna di fare come vice sindaco del comune di Pratovecchio Stia mi ha dato la possibilità di accrescere le competenze personali e di conoscere la macchina della pubblica amministrazione permettendomi di comprendere i meccanismi amministrativi e di avere rapporti importanti con i territori.»

Quali sono le cose più difficili e che ti prendono la maggior energia?
«Sicuramente l’aspetto più complesso del mio lavoro è quello di cogliere le esigenze del territorio e di rappresentarle ai livelli superiori. E’ un percorso complesso, ma anche su quello stiamo cominciando ad avere qualche interessante risultato.»

Quali sono i progetti più importanti realizzati?
«Con il supporto del Direttore Generale Francesco Lisi e della struttura, ci siamo impegnati a pianificare le manutenzioni ordinarie. Sono aumentati in modo progressivo la quantità delle manutenzioni dei corsi d’acqua con un risultato visibile ed apprezzato, che ci ha permesso di avere un reticolo più efficiente e capace di sopportare meglio lo stress di eventi meteorologici estremi. Fondamentale la collaborazione con le associazioni ambientaliste per la salvaguardia degli habitat fluviali. Ricordo, tra gli altri, gli interventi realizzati in Casentino sui torrenti Teggina e Gardone con lavorazioni di ingegneria naturalistica e l’operazione per la messa in sicurezza della frana di Catero Ama con finanziamenti messi a disposizione dal piano di sviluppo rurale. Sul comparto irrigazione l’attenzione è stata posta prevalentemente sulla Valdichiana facendo leva sulla disponibilità della risorsa proveniente da Sistema Occidentale di Montedoglio: un piano complessivo di circa 70 milioni di euro.»

Quali quelli in gestazione?
«Tra i progetti più ambiziosi in fase di realizzazione c’è la volontà di promuovere lo strumento del contratto di fiume per la sicurezza e la valorizzazione dei territori. Il contratto di fiume è un percorso partecipativo che serve per definire in modo condiviso con istituzioni, associazioni e cittadini la gestione delle tematiche relative ai corsi d’acqua. In Casentino il progetto è già decollato e interessa da vicino l’Arno e i suoi affluenti. Si chiama “ Casentino H2O” e ha già ottenuto l’adesione dei dieci comuni della vallata, dell’Unione dei Comuni Montani, della provincia di Arezzo,dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, del Parco Nazionale delle foreste casentinesi, del monte Falterona e di Campigna, delle spa Nuove Acque ed Estra. Il Contratto di fiume Casentino H2O rappresenta il primo Cdf attivato sull’asta dell’Arno, include il Cdf comunale Vivere il Fiume, che ha portato alla nascita della gettonata zrs Capodarno, e andrà a comporre il Patto per l’Arno, maxi percorso partecipativo promosso sull’intera asta del fiume.»

Quanto conta la tua esperienza di imprenditrice agricola nell’organizzare il tuo incarico e nel realizzare i tuoi progetti?
«Fare il “contadino” aiuta molto a restare coi piedi ben piantati per terra, abituandoti a navigare seguendo i ritmi della natura. Diventa fondamentale saper fare squadra cercando di prevenire le situazioni avverse.»
Non credo che la storia finisca qui.

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