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mercoledì, 1 Gennaio 2025

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Scout in Casentino: Pronti a Servire

di Eleonora Boschi – Li avrete sicuramente visti almeno una volta in giro per i paesi: ragazzi e ragazze con i pantaloncini corti blu, camicia azzurra e fazzolettone blu e verde al collo. Sono loro, i membri del gruppo scout Casentino 1, che da oltre trent’anni sono una presenza viva nella vallata, contribuendo a costruire una comunità unita e impegnata.

Tutto iniziò nel lontano 1987, quando Don Luigi Verdi, noto a molti semplicemente come Don Gigi di Romena, insieme ad alcuni compaesani desiderosi di iniziare questo percorso educativo, fondò il primo gruppo scout della zona. All’epoca il gruppo si chiamava Pratovecchio 1 e la sede ufficiale si trovava proprio nella parrocchia del paese. Dopo circa un decennio, a metà degli Anni ’90, la sede si trasferì nel vecchio Convento dei Frati Cappuccini a Poppi, che per molti anni è rimasto il punto di riferimento per il gruppo. Non molto tempo dopo, all’inizio degli Anni 2000, anche il nome cambiò, diventando l’attuale Casentino 1, una modifica che segnò l’intento di aprire il gruppo all’intera vallata e di essere un punto di ritrovo e crescita per tutti i giovani della zona.

Ma chi sono gli scout? E cosa fanno davvero? Lo scoutismo è spesso visto attraverso stereotipi che limitano la comprensione del suo vero valore; l’idea che gli scout sono quelli che aiutano gli anziani ad attraversare la strada, che camminano sempre nei boschi e sanno accedere un fuoco è un’immagine distorta di un mondo che racchiude al suo interno valori e insegnamenti molto più profondi. Dietro a un fazzolettone al collo c’è molto di più e in luoghi come il Casentino, gli scout rappresentano un’occasione decisamente valida e formativa sia per i giovani che per adulti.

Lo scoutismo è un metodo educativo che cerca di formare bambini e giovani dagli 8 ai 20/21 anni attraverso l’apprendimento attivo, l’esperienza diretta e il contatto con la natura e i coetanei. L’obiettivo è far crescere i ragazzi come persone responsabili, indipendenti e solidali, sfruttando l’ambiente naturale come scuola di vita.

Il percorso scout è suddiviso in tre fasi, o «branche», ciascuna delle quali è progettata per rispondere alle esigenze specifiche di diverse fasce d’età:

Branco: è la prima fase per bambini e bambine dalla terza alla quinta elementare, in cui si cominciano a esplorare i valori dello scoutismo attraverso il gioco e la scoperta.

Reparto: accoglie ragazzi e ragazze dalla prima media alla seconda superiore, un’età in cui i giovani scoprono la bellezza della condivisione e dello stare in gruppo.

Clan: aperto a partire dalla terza superiore fino ai 20/21 anni, è una fase in cui i giovani sono coinvolti in attività più impegnative, sia a livello personale che comunitario, e vengono incoraggiati a riflettere su sé stessi e sul proprio ruolo nella società.

Negli ultimi anni, però, fare scoutismo in Casentino è stato una sfida continua. Samuele Maggi e Annamaria Giannini, gli attuali capi gruppo, ci hanno raccontato la storia recente del Casentino 1 segnata da difficoltà ma anche da tanta determinazione e speranza. All’inizio degli Anni 2000, il gruppo aveva raggiunto il suo massimo numero di partecipanti. Con il passare degli anni, però, il numero di ragazzi e di capi è diminuito, portando a una situazione critica in cui, nel 2015, la comunità capi si è trovata costretta a prendere la difficile decisione di chiudere il branco. Negli anni successivi, il gruppo è riuscito a proseguire fino al 2016, quando la carenza di capi formati ha obbligato anche alla chiusura del reparto.

L’anno scout del 2016/2017, però, ha segnato anche un punto di svolta: con tre ragazze del Clan prossime a completare il loro percorso scout, si intravedeva la possibilità di una rinascita: nel 2017, tre giovani ventenni e due capi esperti riaprono il branco e due anni dopo, nel 2019, anche il reparto venne riaperto.

A novembre del 2020, le ultime ragazze del clan hanno preso la Partenza, un rito che ha chiuso il ciclo del clan con la speranza che un giorno nuovi giovani avrebbero riaperto quella branca. Finalmente, quel giorno è arrivato: il 10 novembre di quest’anno, con la “cerimonia dei passaggi,” il Clan del Casentino 1 è tornato attivo. Dopo quattro anni di assenza, il gruppo ha riaperto tutte e tre le branche, pronto a servire nuovamente la comunità casentinese e a mantenere viva la tradizione scout nella vallata.

Il fondatore dello scoutismo, Baden-Powell, ha sempre esortato gli scout a «lasciare il mondo migliore di come l’avete trovato», un principio che guida da sempre anche il gruppo della nostra vallata. La missione dei capi è infatti sensibilizzare i ragazzi e le loro famiglie verso un maggiore rispetto e valorizzazione del territorio. Ogni quattro anni, i capi scout redigono il «Progetto Educativo», un documento fondamentale che traccia gli obiettivi educativi del gruppo, basandosi su un’analisi approfondita delle esigenze dei ragazzi, del contesto sociale e delle peculiarità del territorio. L’obiettivo del progetto è quello di progettare attività che coinvolgano direttamente i ragazzi, creando un legame forte con l’ambiente che li circonda e stimolando una maggiore consapevolezza e responsabilità verso il territorio e la comunità.

Nel corso degli anni, il gruppo scout Casentino 1 ha collaborato con numerose realtà locali come Legambiente, il CAI, con gli amici di Casentino Senza Frontiere, con i quali condivide valori fondamentali come la lotta contro la discriminazione e il sostegno all’accoglienza e tante altre. In questo modo, il gruppo ha cercato di rafforzare una rete di solidarietà e di impegno per migliorare il Casentino, rendendo tangibili i principi scout nella vita quotidiana e nell’interazione con il contesto sociale e ambientale.

La presenza degli scout in Casentino affronta, da anni, una sfida significativa, legata in gran parte alla scarsa conoscenza del movimento da parte delle Amministrazioni comunali e delle famiglie. Purtroppo, i pochi che sono a conoscenza di questa realtà spesso sono frenati da pregiudizi legati all’immagine tradizionale del mondo scout, che può apparire distante o poco compreso nella sua essenza più profonda.

Tuttavia, lo scoutismo offre in realtà una grande opportunità di crescita non solo per i ragazzi che partecipano direttamente alle attività, ma anche per l’intera comunità che li circonda. I valori di solidarietà, rispetto per l’ambiente, cittadinanza attiva e collaborazione che caratterizzano il movimento sono una risorsa importante per l’intera vallata. L’impegno dei ragazzi in attività di volontariato, sensibilizzazione ambientale e sociale ha un impatto positivo che va ben oltre il gruppo stesso, contribuendo a creare una comunità più coesa, responsabile e attenta ai bisogni del territorio.

Per questo motivo, è importante parlare di scoutismo e cercare di andare oltre ai saperi comuni, facendo conoscere in modo più ampio il suo vero spirito, che è orientato non solo alla crescita individuale dei ragazzi, ma anche al miglioramento e alla cura del contesto in cui vivono. Con la riapertura ufficiale di tutte e tre le branche, la sfida per il gruppo scout Casentino 1 si fa ancora più complessa. L’obiettivo è garantire che le difficoltà affrontate in passato non si ripetano, e che il percorso scout possa essere lineare e duraturo per tutti coloro che desiderano mettersi in gioco. Una sfida che, come sottolineano Samuele e Annamaria, non è stata presa alla leggera dalla comunità capi. La riapertura del Clan, infatti, è stata una decisione ponderata, ma anche coraggiosa, che non ha nascosto le difficoltà legate a una comunità capi che attualmente conta 13 membri, di cui solo 7 sono operativi sul campo.

Nonostante le risorse limitate, i capi hanno deciso che non era più il momento di rimandare. La riapertura del Clan era il passo necessario per continuare il percorso educativo avviato nel 2015 con la riapertura del branco, un passo che consente ai ragazzi di crescere in un percorso completo che li accompagni in tutte le fasi del loro cammino scout. I capi scout sono pronti e motivati ad affrontare con entusiasmo il nuovo anno, consapevoli però delle difficoltà e delle incertezze che potrebbero sorgere in futuro. È bello vedere che la maggior parte dei capi in Casentino sono giovani e con un forte impegno per il territorio, nonostante quest’ultimo abbia sempre meno da offrire a chi vuole dedicare del tempo e risorse nel sociale.

Infatti, le difficoltà legate a un contesto che offre poco potrebbero allontanare alcuni dei capi più giovani nei prossimi anni. Ciò che oggi appare come una grande rinascita potrebbe quindi trasformarsi in una nuova difficoltà, con il rischio che il gruppo si trovi di fronte a una situazione simile a quella vissuta in passato. Il timore che le difficoltà logistiche e la mancanza di risorse possano compromettere il percorso scout educativo a lungo termine è concreto, ed è per questo che rivolgiamo a tutti voi l’invito a essere parte attiva del cambiamento. Siate, anche voi, pronti a servire.

È sempre il momento giusto per mettersi al servizio del prossimo e, con un fazzolettone al collo e una comunità coesa e convinta degli ideali che vuole perseguire, la strada non può che essere piacevole.

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