Poco più di due mesi fa il Consiglio aveva approvato l’emendamento per abolire le Sds entro il 31 di questo mese. Ora il dietrofront, ma i renziani e la maggioranza si sfrangiano?
«Sulle Società della Salute il Pd cambia verso per davvero: a poco più di due mesi dall’approvazione in Consiglio dell’emendamento che inseriva nella Finanziaria regionale il termine del 31 di questo mese come quello ultimo per la chiusura delle Sds, eccoci adesso a ben due proposte di legge che fanno rientrare dalla finestra questi consorzi usciti dalla porta dell’aula del parlamento toscano. Siamo alle solite: Rossi e compagnia, in particolare quando si tratta di sanità non intendono rinunciare a organismi ed enti sforna poltrone. Del resto è così che, nei decenni, si sono garantiti il consenso e, si sa, cavallo vincente non si cambia».
L’osservazione è mossa dal vicepresidente della commissione Sanità Stefano Mugnai (Forza Italia), promotore – insieme alla collega di Centro democratico Maria Luisa Chincarini – dell’emendamento, approvato dal consiglio regionale nel dicembre scorso, che al 31 marzo prossimo avrebbe dovuto far scendere la ghigliottina sulle Sds, stroncate negli anni sia giuridicamente – tanto nella loro forma consortile quanto nel rapporto costi/benefici -, sia politicamente, rispetto a una gestione dei servizi disomogenea e spesso farraginosa, con competenze sempre diverse, spesso incerte, comunque frastagliate.
E’ appunto su questi aspetti che si è appuntata la storica battaglia di Forza Italia (anche nella fase Pdl) per l’abolizione di queste che Mugnai non si è mai peritato di definire «superfetazioni istituzionali». E proprio quando pensava di averla spuntata con l’inserimento in Finanziaria del suo emendamento, ecco che il Pd fatta la legge scova l’inganno: «Il lupo perde il pelo ma non il vizio», commenta Mugnai. «Di sicuro con queste proposte di legge ci misureremo in commissione Sanità e poi in aula. Tra l’altro bisogna registrare che due consiglieri Pd di provata fede renziana e sicuro spicco, ovvero il Presidente della Commissione sanità Marco Remaschi e il suo collega Nicola Danti non compaiono tra i firmatari. Quanto ai contenuti, ricordo che una nota negativa delle Sds era proprio quella della disomogeneità che generavano nella gestione – quando c’era – dei servizi sul territorio. Peccato che, in assenza di Piano sanitario e di una chiara strategia di governo da parte dell’assessorato, quel tratto sia diventato comune a tutta la gestione sanitaria della Toscana in cui ogni Asl fa da sé, e ogni Sds pure».
Le nuove proposte di legge targate Pd ma firmate anche da altri consiglieri di maggioranza non farebbero che peggiorare la situazione: «Addirittura il Pd tenta di valorizzare la disomogeneità – fa notare il vicepresidente della commissione Sanità – disponendo che ci siano Sds ‘buone’ da far sopravvivere e Sds ‘cattive’ da cancellare, così da ottenere un territorio a macchia di leopardo. E poi: chi decide quali sono le Sds buone e quelle che hanno fallito?», conclude Mugnai.