di Mauro Meschini – Quanto accaduto sabato scorso a Roma, con l’assalto alla sede nazionale della CGIL e le violenze messe in atto presso un ospedale della capitale, continua a rappresentare il tema più discusso. Abbiamo voluto chiedere all’Avv. Gianni Baldini un commento su quanto sta accadendo. Anche lui pochi giorni fa è stato vittima di un atto vandalico a causa del suo impegno nel rappresentare in Tribunale gli interessi di giovani over 16 che esprimevano la volontà di vaccinarsi nonostante la contrarietà dei genitori.
Un avvocato fa solo il proprio dovere e si ritrova la macchina danneggiata. Siamo a questo punto?
«Proprio quello che sta succedendo in questi giorni con gli assalti insensati a sedi sindacali, vetrine infrante e violenze contro il personale sanitario del pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Roma, dimostra che il confronto sta passando dal livello della dialettica tra opinioni differenti a quello della violenza e dell’aggressione cieca e ingiustificata anche nei confronti di chi non c’entra nulla, ma ha solo la colpa di fare il proprio lavoro per contrastare, ognuno con le proprie competenze e funzioni, il terribile momento che stiamo vivendo: il sindacato devastato, l’infermiera presa a pugni e bottiglie sulla testa… l’avvocato (a cui è andata meglio….) con l’auto vandalizzata.
Ma se un avvocato che come me si è sempre occupato di diritti civili (dalla legge 40 sulla PMA, all’obiezione di coscienza, fino all’autodeterminazione individuale alla fine della vita) non fa proprie le istanze di quei tanti ‘giovani’ che, seguendo le indicazioni di tutta la comunità medico scientifica e delle istituzioni chiedono di vaccinarsi per tornare alla normalità e dare il proprio contributo responsabile al superamento della pandemia, che lo fa a fare l’avvocato? Queste intimidazioni non fanno che rafforzare le mie convinzioni.
Il problema vero è che quando il centro decisionale delle nostre azioni si sposta dalla testa alla pancia… nessuno è più in grado di controllarne o prevederne gli effetti. Quasi tutte le pagine più oscure della storia recente che hanno coinvolto piccoli gruppi o interi popoli possono essere compresi utilizzando questa chiave di lettura molto semplice. Ecco che le responsabilità della politica che dovrebbe guidare e regolare i processi è enorme nel momento in cui per qualche voto in più si strizza l’occhio a tesi e posizioni che trovano unico fondamento nella paura. Altra cosa è il principio di precauzione e il beneficio del dubbio che al contrario deve guidare ogni nostra scelta, individuale e collettiva, sempre però facendo i conti con la lucida valutazione di priorità, possibilità e alternative».
Il tema che ha scatenato queste scomposte reazioni è delicato e importante. Un argomento nuovo che richiederebbe un approccio completamente diverso…
«Sono perfettamente d’accordo. È un tema nuovo nei termini sostanziali della questione ma antico in quello degli interessi in gioco È una delle infinite varianti del confronto all’interno della comunità tra libertà individuale e responsabilità sociale, tra libertà di scelta sul proprio corpo e obblighi verso il corpo proprio e degli altri, tra salute individuale e tutela della salute collettiva.
Insomma un virus sconosciuto è andato fuori controllo e ha prodotto una pandemia, nel breve volgere di qualche mese gli ospedali erano al collasso, l’economia si era fermata e si contavano già centinaia di migliaia di morti…. Che cosa si doveva fare? La scienza e la ricerca si sono mosse come potevano mettendo a punto a tempo di record (date le risorse impiegate) l’unico (al momento) strumento conosciuto e sperimentato (che ha consentito di salvare dalla morte milioni di persone): la vaccinazione.
Non esiste un farmaco che non abbia effetti collaterali si tratta di capire il rapporto tra rischi e benefici. Anche l’aspirina può produrre effetti indesiderati in certe categorie di soggetti…. L’immunità di gregge cui ogni vaccinazione di massa tende a raggiungere persegue il risultato di debellare la malattia nell’interesse generale proteggendo in primis il fragile che non può vaccinarsi…
Mi pare che il ragionamento sia elementare…. Purtroppo quando si crede nell’esistenza di complotti mondiali per sterminare l’umanità ovvero si prendono per buone le valanghe di fake news (notizie talvolta false talaltra prive di qualsiasi fondamento scientifico) che circolano nella rete e sono alla portata di tutti con un semplice clic del cellulare, tutto questo ragionamento non vale più.
E qui sta il punto del perché tanti adolescenti, che nella rete ci sono nati e ne conoscono, vizi, virtù e insidie molto meglio di tanti adulti che inconsapevolmente navigano quotidianamente nei suoi meandri, si sono dimostrati su questo tema molto più lucidi e responsabili dei propri genitori. Semplicemente perché hanno avuto un approccio non ideologico al problema e limitandosi a confrontare i dati, i numeri (dei costi e dei benefici), le possibili alternative, ma soprattutto la provenienza la natura e dunque il valore delle notizie che liberamente circolano nel web… non riuscivano a comprendere su cosa il diniego di uno o di entrambi i propri genitori fosse basato. L’avvocato è stato solo lo strumento per comporre quando possibile il dissidio con logica e ragionevolezza e quando non possibile ricorrendo al giudice che è bene notare in tutti i casi ha dato ragione ai ragazzi…».
Un ultimo aspetto. Forse su questi argomenti sensibili non dovrebbero essere solo le sentenze a fare giurisprudenza ma occorrerebbe avviare un percorso di riflessione e approfondimento che permetta di arrivare alla definizione di nuove regole e norme. Cosa ne pensa?
«Si non credo che una questione così delicata che coinvolge un tema così sensibile come quello del grado di autonomia di un ‘grande minore’ (giovani con più di 16 anni) di poter decidere su questioni fondamentali attinenti la propria salute fisica ma anche psicologica (il ritorno alla normalità nella propria vita), possa essere deciso a colpi di sentenze. L’AMI (associazione avvocati matrimonialisti e per la tutela della persona) di cui io sono Presidente per la Toscana sta conducendo da anni la battaglia per consentire, in considerazione del grado effettivo di sviluppo psico-fisico della persona, di potersi auto determinare in relazione ad aspetti fondamentali che attengono la propria vita e la propria salute. Questo non significa il venire meno di quel necessario vincolo di responsabilità che all’interno della famiglia lega genitori e figli ed è insito nella funziona educativa che i genitori devono necessariamente svolgere, bensì valorizza gli spazi di autonomia che in caso, come questo, di conflitto di interessi tra genitori e figli prossimi alla maggiore età, deve essere data alla volontà di questi per atti che incidono così profondamente sulla propria persona. Dunque ben vengano regole e norme che riconoscano questi diritti… in verità vicende come queste potrebbero costituire una grande occasione per consentire a chi già oggi per legge (col consenso dei genitori) può sposarsi o aprire una impresa, di decidere su questioni esistenziali fondamentali che lo riguardano anche quando mamma o papà non sono d’accordo. Oggi più che mai rimango fedele al motto: “Pessimismo dell’intelligenza e ottimismo della volontà”».