Quando ad aprile dello scorso anno ci presentammo quasi da sconosciuti, pronti a tuffarci nel mare magnum della politica amministrativa locale, eravamo consapevoli delle difficoltà e del lavoro che ci avrebbe atteso negli anni a venire: tante erano le sfide, molti i problemi irrisolti.
Con umiltà abbiamo mosso i primi passi, per alcuni da sparuta minoranza, ma certamente non da sprovveduti, consapevoli della bontà di un progetto che avrebbe richiesto tempo e risorse di energie per vedere la luce.
Guardando al Casentino, siamo convinti da sempre che questo bel territorio può meritarsi di più avendo in casa quanto basta per rilanciarsi economicamente.
Se osserviamo quanto accade nel nostro Comune (per non fare scontenti altri), abbiamo più volte chiesto una nuova visione del fare. Opere d’ arte che il mondo ci invidia aspettano di essere ammirate con insistenza; mentre il nostro centro storico, le nostre caratteristiche frazioni, urgono di essere rilanciate, non più con timidi passi.
Il turismo è la risorsa, ormai nessuno più lo nega.
A fronte di studi che certificano in maniera scientifica quanto possa restituire in beneficio economico per la collettività investire sul patrimonio pubblico, la domanda è: perché non esiste in Casentino (più o meno unito a livello amministrativo) un ufficio efficiente che funga da coordinamento per non lasciare a questo o quel Comune volenteroso o qualche associazione, il peso di una gestione che richiede esperienza e professionalità? Perché progetti che rilancerebbero la vitalità dei centri storici (senza spese da capogiro) marciscono nei cassetti di qualche amministrazione e non sono oggetto di confronto? Dov’è l’ Unione dei Comuni e cosa ha prodotto in fattiva opera di rilancio turistico il Consorzio Casentino e Sviluppo? Chi dall’alto dei suoi uffici, non ha il coraggio di ammettere che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico?
Avendo sollevato obiezioni alla scelta sbagliata ed incomprensibile di autorizzare la locazione di parti del Castello a questo o quel Gestore di telefonia, apprezziamo come nell’articolo a firma SEL Casentino sia stato raccolto il tema di fondo della nostra contestazione: la sensibilizzazione del cittadino nell’amore, quasi viscerale, per questo bel territorio. Laddove nel caso di Poppi si è scomodato addirittura uno dei simboli del Casentino, Il Castello. E domani????
Considerato l’argomento in gioco, non nascondiamo che ci sarebbe piaciuto vedere anche altre prese di posizione politica.
Ed allora crediamo fermamente che non vi saranno mai amministratori sensibili, se non è prima il cittadino ad acquisire coscienza dell’avere in casa quanto occorre, per essere lui stesso protagonista dell’economia locale, così guardando all’ambiente che ci circonda come risorsa plasmabile in Bellezza fruibile. Qui sta il senso profondo della nostra petizione: il coraggio di dire No, senza essere solo un no a dei ripetitori.
Solo così potrà essere compreso che una simile locazione è una patacca (giustificata da ragioni economiche, ma che nulla hanno di economico) e come altre opere che affondano nel Casentino le loro radici, deturpano o inquinano il contesto paesaggistico che le ospitano, restituendo pochi utili e molti costi. Pensiamo tanto per fare un esempio alla variante di Santa Mama: pensata lì, messa lì, lasciata lì. Quanti di noi passano da quel luogo ed attendono con fiducia. Ebbene noi la fiducia non ce l’ abbiamo più. Non crediamo più alle favole e nemmeno a Babbo Natale.
Guardiamo pertanto con favore a chi si spende per la difesa di questi temi che reputiamo, nel merito, comuni ai nostri. E se ancora nel merito Costoro ci aiuteranno nella ricerca della verità rispetto alle domande poste sopra, tanto meglio. QUESTO PER UN UNICO SCOPO: IL IL RILANCIO ECONOMICO DEL NOSTRO BEL CASENTINO.
LISTA CIVICA POPPI LIBERA