di Riccardo Buffetti – Domani, giovedì 18 novembre, verrà presentata presso l’auditorium dell’Ospedale San Donato di Arezzo, la nuova Stazione del gruppo provinciale del Soccorso Alpino e Speleologico Toscano, che avrà competenza su tutta la provincia di Arezzo; essa andrà ad accompagnare il mezzo già presente a Stia per il Casentino.
In occasione di questo evento, il Presidente Stefano Rinaldelli ci ha presentato così il lavoro dei volontari e del Soccorso Alpino: «Chiaramente il Soccorso Alpino ad Arezzo esisteva già anche in precedenza, perché la stazione Falterona, che copriva il territorio delle province di Prato, Firenze ed Arezzo è nata nel 1986. Aprire una nuova stazione è avvenuta dall’esigenza dell’aumento dei volontari: sono entrati tanti ragazzi con la voglia di dare una disponibilità come volontari, e per mettersi alla prova; ricordiamo che per entrare nella nostra struttura serve passare delle prove di ingresso e avere del tempo a disposizione per specializzarsi in corsi che rilasciano delle qualifiche apposite. Questo aumento ha permesso soprattutto nella parte aretina di poter suddividere il territorio, potendo di fatto gestire meglio i contatti con il posto e le emergenze.»
A cosa si deve secondo lei questo aumento di volontari? «Premetto dicendo che in passato abbiamo avuto sempre un numero esiguo di persone attive, che si aggiravano intorno alle 30 unità. Ad oggi siamo oltre 50! Sicuramente può aver influenzato l’esser rimasti chiusi a casa per molto tempo a causa del Covid per poi usufruire degli spazi liberi una volta fuori per poter aiutare gli altri, potrebbe spiegarsi così l’aumento degli ultimi due anni, con questo fattore scatenante. Le persone in questi periodi hanno riscoperto parti del loro territorio che con la normale vita frenetica, forse, non riuscivano più a vedere; questo ha permesso loro di rivalozzare le province toscane. Ma la maggior attività di escursioni e passeggiate ha aumentato di conseguenza anche il nostro numero di interventi, non a caso più ci sono persone in questi luoghi, più esiste il rischio di farsi male.»
La nuova stazione faciliterà gli interventi anche in Casentino? «Certo, l’attività in Casentino con tutti i vari rifugi e impianti è sempre monitorata, poiché il numero di persone (non solo escursionisti) che quotidianamente si reca in questi luoghi, è sempre elevato. Il bosco a volte inganna: sembra sempre tutto facile, ma pensate che basta un piccolo pezzo di legno caduto sotto le foglie per poter trovarsi in grandi difficoltà. Diciamo sempre di andare con un abbigliamento corretto, a partire dalle scarpe e dall’attrezzatura. Internet oggi ci offre la possibilità di affrontare sempre più sentieri, e queste piccole cose da avere devono esserci sempre e diventare fondamentali, per evitare che imprevisti possano danneggiare una passeggiata che poteva rivelarsi tranquilla.»
In caso di emergenza, come agisce il Soccorso Alpino? «Prima eravamo sempre chiamati dal 118, adesso con il numero unico (112) nel caso di interventi sanitari vengono avvertiti anche i vigili del fuoco. Abbiamo i nostri numeri di reperibilità, dai quali abbiamo più volte nel corso degli anni rimesso nella carreggiata principale persone che si sono ritrovate perse per i sentieri (specifico che in caso di chiamata, dobbiamo sempre allertare la centrale per tutte le informazioni del caso). I nostri volontari sono tutti ragazzi che conoscono le zone quasi come le loro tasche, e oggi possiamo aiutare anche tramite smartphone. Anzi, consiglio di scaricare l’App Geo Rescue perché attraverso la geocalizzazione può aiutare a prevenire molti pericoli.»
Nell’occasione verrà donato alla stazione un defibrillatore semi automatico da parte dell’azienda “Ardi Garden”.