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sabato, 23 Novembre 2024

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Sognare un’autostrada… digitale

di Luca Conticini – Pensare allo sviluppo di un territorio – piccolo o grande che sia – impone il rispetto di alcune regole preordinate; tralasciandole o sottovalutandole si rischia di far naufragare ogni progetto anche se di buoni contenuti.

La prima di queste regole – purtroppo sempre più dimenticata – prevede la definizione di un’idea guida, possibilmente con valenza strategica, a cui ancorare ogni iniziativa perché il tutto divenga nel tempo un quadro armonico di crescita.

Per il nostro Casentino cosa vuol dire? L’ultimo grande progetto – giusto o sbagliato che fosse – risale alla fine degli anni Sessanta. Si prevedeva il raddoppio dell’Autostrada del Sole attraverso questo territorio. La proposta non fu accolta, ma neppure sostituita da un’altra, magari anche non riguardante le infrastrutture fisiche, di uguale potenza. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: la crescita, non solo economica, del Casentino è stata caotica e significativamente inferiore alla media del resto della nostra provincia.

Un altro esempio, di natura completamente diversa e più vicino ai nostri giorni, riguarda il governo del territorio. Dopo il 2010 il Casentino si interrogava su come accrescere il proprio peso politico nell’ambito della provincia e della regione. Fu proposto il Comune Unico: un’idea forte – anche questa giusta o sbagliata che fosse – che non è stata accolta, ma anch’essa non sostituita da un’altra che avesse lo stesso impatto. Oggi la marginalità del nostro territorio è ancora più marcata. Risultano comunque apprezzabili e per certi versi fanno ben sperare recenti “conversioni” su questo tema anche se purtroppo non in grado di modificare le infauste conseguenze avute.

Ho ritenuto necessaria questa breve premessa per introdurre alcune riflessioni sul “Casentino che vorrei” provando a collocarle in un quadro metodologicamente più compiuto.

Per tentare di recuperare almeno parte del tempo perduto, a mio avviso, occorre un’idea che proietti in avanti la nostra valle per almeno due decenni: anche questa volta si tratta di realizzare un’infrastruttura, un’autostrada, ma non per le auto; un’autostrada digitale.

Lasciando le argomentazioni tecnico-scientifiche su queste materie a chi ha competenze ben più forti delle mie (e nel Casentino non mancano!), appare evidente che, usufruire di tali infrastrutture, aiuterebbe le aziende a recuperare parte delle difficoltà dovute all’isolamento territoriale.

Anche il turismo – di cui molti parlano come aspetto singolo, dimenticandosi di collegarlo al resto dei meccanismi di sviluppo – potrebbe fare un decisivo salto di qualità richiamando sul territorio investimenti ad oggi improbabili e recuperando, così, l’attrattività che l’alta valle dell’Arno aveva in tempi ormai andati.

Un altro tema da legare all’infrastruttura digitale è quello della cultura che vedrebbe valorizzate le proprie radici e la tradizione artistica, oltre che spirituale, da secoli presente in Casentino.

Ultimo, ma non per importanza, tra gli aspetti che voglio accennare è quello relativo all’ambiente. Anche l’idea del Parco Nazionale, che pur in questi anni ha dato prova della sua positiva intuizione, è divenuta un argomento non capace di produrre un salto di qualità vero, sotto diversi aspetti, per il Casentino. La pur apprezzabile gestione, che si è affermata anche a livello nazionale, non ha potuto evitare che il Parco progressivamente divenisse un ambito quasi per specialisti, non legato – se non per aspetti di diretta pertinenza amministrativa – agli abitanti dell’intera valle.

Il nostro territorio ha infine una storia, forse poco conosciuta, ma umanamente esaltante di accoglienza e di disponibilità nei confronti delle persone più fragili. Anche questo potrebbe assumere una valenza di sviluppo se fosse collegato ad una rete digitale e sociale che proiettasse la nostra valle in una dimensione internazionale.

Questi pensieri – qui solo accennati e da trasformare in specifici progetti collegati tra loro, magari recuperando anche ulteriori idee formulate da altri – potranno essere utili per disegnare lo sviluppo del nostro territorio: per far ciò è necessario, oltre alla lucidità dell’azione, credere in un preventivo “sogno”.

Purtroppo dalle scelte di chi è e di chi è stato chiamato a governare il territorio questo approccio, questa voglia di “porre il cuore oltre l’ostacolo” non sempre traspare e quindi anche la prassi amministrativa risulta sempre più affannata dal contingente e conseguentemente sempre meno proiettata verso una reale ipotesi di sviluppo.

Nella mia «idea del Casentino” c’è quindi il desiderio di definire – attraverso un’infrastruttura digitale potente e all’avanguardia – come far crescere in maniera armonica l’intera Valle attraverso la creazione di opportunità capaci, non solo di invogliare i giovani casentinesi a restare nella loro terra, ma anche di attrarre altri favorendo un incremento della residenzialità.

LUCA CONTICINI È stato Vicesindaco e Assessore al turismo e alla cultura del Comune di Bibbiena. Oggi a livello professionale si occupa di accoglienza turistica ed è responsabile di una importante azienda agricola e vitivinicola del territorio.

(Idee per il Casentino è una rubrica di Mauro Meschini)

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