di Melissa Frulloni – Torniamo ad occuparci delle carenze legate al servizio di emergenza-urgenza in Casentino: automedica senza medico, ambulanze mancanti, pazienti costretti a recarsi con la propria auto in Ospedale… I problemi legati al servizio del 118 sono davvero critici e molteplici; ve ne avevamo parlato recentemente sia sul nostro giornale che online e, anche questo mese, vogliamo tornare ad addentrarci in questo delicato tema, dopo aver incontrato il Governatore della Misericordia di Bibbiena, Gabriele Conticini.
Anche i volontari, così come gli operatori del 118, stanno facendo i salti mortali per continuare a garantire il servizio, ma dalle associazioni arrivano grida di aiuto e rassegnazione verso questa situazione che sta diventato sempre più complessa; a rimetterci ovviamente siamo tutti noi casentinesi, utenti del sistema sanitario.
“Come sapete la situazione è veramente complicata…” – ci spiega Conticini – “Infatti alle difficoltà che tutti conosciamo, vanno sommate quelle legate all’impossibilità di reclutare nuovi volontari. Il servizio di volontariato infatti ha perso il suo appeal; i giovani non rispondono alle nostre chiamate, i “nonni” o i pensionati sono spaventati dalla responsabilità che il servizio richiede e purtroppo quasi tutti ormai associano l’operato in Misericordia esclusivamente al trasporto in ambulanza. Il Covid ci ha sicuramente messo del suo e la ricerca continua quasi esclusiva degli ultimi anni di soccorritori non ha aiutato, scoraggiando i volontari “comuni” a farsi avanti… È richiesta una specializzazione maggiore e come dicevo in molti non se la sentono di prendersi certe responsabilità. Dimenticando, come accennato, che in Misericordia le attività da svolgere sono molteplici (consegna farmaci a casa, aiuto nel fare la spesa, domeniche con gli anziani, presenza alle feste di paese, solo per fare alcuni esempi); le persone che si avvicinano al volontariato vogliono poter svolgere anche attività più “semplici” e ovviamente la gestione del servizio di ambulanza non è e non deve essere la nostra priorità. Per questo sfrutto questo canale (come tutti quelli che credo possano aiutarci) per lanciare l’ennesimo appello ad entrare nell’associazione; abbiamo a che fare con la salute del prossimo in mille modi e sfaccettature diverse, ma lo scopo è sempre quello di aiutare e rendersi utili per la comunità casentinese.”
La ASL ha parlato di potenziare l’emergenza-urgenza in Casentino, ma come pensano di fare se questa è la situazione a livello delle associazioni di volontariato che, di fatto, gestiscono il servizio? «Il problema sta, come sempre, in una discrepanza tra teoria e pratica. Siamo ovviamente favorevoli ad incrementare e migliorare il servizio e quindi d’accordo con la ASL che sia un passo da fare, ma se teoricamente si intende fare questo, nella pratica significa appoggiarsi in maniera ancora più importante al servizio di volontariato; implicitamente è come dire, tanto la Misericordia c’è quindi possiamo incrementare… Il problema, come detto, è che non è affatto così! I volontari scarseggiano e la nostra associazione oltre a quello che sta già facendo, non riuscirà a fare altro. Noi ci impegniamo a fare la nostra parte, ma non arriviamo da per tutto… E non è neppure il nostro obiettivo; non vogliamo e non possiamo essere i sostituti del servizio pubblico, ne siamo sicuramente parte integrante e questo lo sappiamo bene. Infatti, per rispondere alle maggiori esigenze dell’utenza abbiamo anche assunto del personale…»
Perché questa scelta? Qualcuno vi “accuserà” di snaturare il concetto stesso di volontariato… «Sì, proprio così, queste accuse sono arrivate sia da dentro l’associazione che da fuori, ma nella pratica non sapevamo come fare e le assunzioni ci sono sembrate indispensabili… Sono state dettate dalla difficoltà di sostenere 3 ambulanze in servizio contemporaneamente; è stato un investimento (perché per noi è esclusivamente un costo, non c’è nessun tipo di interesse economico) per venire incontro ai casentinesi. Capisco la posizione di chi si batte per una purezza del volontariato, ma in questo caso non vedevamo altre soluzioni; grazie alle 6 persone assunte, con regolare contratto e a tempo determinato, siamo riusciti a raddoppiare i turni e a sopperire alle varie mancanze… Prima 1 ambulanza stava quasi sempre ferma perché non c’era personale e così non si poteva più andare avanti; il medico a bordo come sappiamo non c’è, ma almeno, in questo modo, garantiamo ai casentinesi il trasporto in Ospedale. Tutto questo comunque è stato possibile anche grazie ai volontari che hanno aumentato le ore di servizio, senza di loro ovviamente non ce l’avremmo mai fatta!»
Ci parlavi anche di un “organo unico di volontariato” per il Casentino; puoi spiegarci di cosa si tratta? «Secondo me per definire il nostro ruolo in maniera più chiara, creare un “organo unico di volontariato” per tutta la vallata sarebbe l’ideale. Questa è una vecchia idea, un progetto polveroso che negli anni è stato tirato spesso fuori dal cassetto, ma non è mai stato davvero concretizzato. Credo che sarebbe il momento di farlo, di renderlo fattivo. Vorremmo provare a partire con le associazioni di volontariato che ci stanno, sperando poi di tirare dentro anche tutte le altre inizialmente scettiche. Ci siamo dati come termine il 30 giugno e spero che ce la faremo, ma credo anche che la sua costituzione sia davvero complessa. Sicuramente sarebbe importante sia per ridurre gli sprechi che in così tante e frammentate associazioni, sparse su tutto il territorio casentinese, sono inevitabili, sia per avere un peso maggiore quando ci sediamo ai tavoli con amministratori e ASL. Un organo unico avrebbe sicuramente più voce in capitolo rispetto a tante piccole realtà…»
In una recente intervista rilasciata al nostro giornale, Giuseppe Ricci ha proposto la presentazione di una legge di iniziativa popolare per un sistema nazionale sanitario che torni ad essere interamente pubblico e quindi che garantisca con proprio personale anche l’emergenza-urgenza e il servizio ambulanze. In questo modo i volontari tornerebbero a fare i volontari… Cosa ne pensi? «Nel sistema sanitario le associazioni come la nostra sono considerate “ibride” in un certo senso; per gli utenti rappresentiamo sempre più spesso il servizio pubblico e quando arriviamo per aiutare qualcuno, siamo il 118, ma in realtà non è così… Come dicevo noi siamo parte integrante del servizio pubblico, ma non siamo il servizio pubblico! E spiegarlo ai cittadini è difficile, mentre questo è ben chiaro per la ASL o per la Regione; per loro siamo un soggetto privato, ma, in quanto volontari, non possiamo certo pretendere di essere pagati; il rimborso che riceviamo è più che sufficiente… Mi sembra chiaro che così non possiamo andare avanti e che quindi qualcosa dobbiamo fare; la proposta di Giuseppe Ricci può essere per certi versi condivisibile e ognuno avrà la sua idea a riguardo, ma quello che credo sia sotto gli occhi di tutti è che le associazioni come la nostra non possono fare più di così e soprattutto non possiamo sopperire noi alle mancanze del sistema sanitario nazionale. La situazione è critica e occorre fare sicuramente qualcosa per cambiarla!»
Da un lato capiamo la scelta di Conticini di assumere del personale per sopperire alle varie mancanze, ma dall’altro non riusciamo a capire come siamo arrivati a questo punto. I volontari dovrebbero fare i volontari e dovrebbe essere il servizio pubblico a provvedere a coprire turni e a disporre di risorse e personale. Ma come sappiamo (e questa situazione ne è l’ennesima dimostrazione) la nostra sanità è diventata schizofrenica, presentando dinamiche ingarbugliate e davvero strane… Purtroppo torniamo sempre allo stesso punto… A rimetterci siamo noi casentinesi e utenti del sistema sanitario; demoralizzati dalle liste di attesa interminabili, scoraggiati, presi in giro dalle solite promesse della ASL o dalla firma dei Patti Territoriali da parte dei nostri sindaci. E su un’altra cosa siamo d’accordo con Conticini, le cose devono sicuramente cambiare!