di Mauro Meschini – Veniamo da un periodo che, meteorologicamente parlando ha visto tornare le nubi e le piogge anche sul nostro territorio. Non possiamo sapere, da questo punto di vista, cosa ci riserverà l’inverno e se e quanto le nubi torneranno a essere presenti ma, notizie e informazioni che abbiamo raccolto, ci spingono per adesso a spostare l’attenzione su altre questioni e altri tipi di «nubi» e problemi già presenti e che potrebbero ulteriormente interessare il Casentino.
Ci riferiamo nello specifico ad alcune notizie riguardanti il servizio ferroviario, prezioso collegamento che permette di mantenere un legame più stretto e costante con il capoluogo della provincia.
Da quanto abbiamo saputo la tratta Stia-Arezzo vedrebbe slittare ancora di due anni l’entrata in funzione del sistema di sicurezza ferroviaria Ertms/Etcs di livello 2, per il quale erano stati previsti inizialmente circa 14 milioni di euro e che doveva vedere il termine dei lavori nel maggio 2022. Ricordiamo che con l’utilizzo del sistema in questione si sarebbe potuto ottenere anche una riduzione dei tempi di percorrenza e che lo stesso dovrebbe rappresentare un fiore all’occhiello per la ferrovia casentinese perché destinato a essere installato su l’intera rete ferroviaria nazionale. Ora però sembra che proprio questo elevato livello tecnologico e la sua utilizzazione a più vasta scala sia uno dei motivi dei ritardi in quanto la necessità di installarlo progressivamente anche in altri tratti ferroviari, certamente più importanti, sembra che porti a spostare interesse, mezzi e uomini altrove lasciando in attesa i lavori sul nostro territorio.
Se davvero questo accadesse e queste fossero le motivazioni sarebbe necessario più di uno scatto di orgoglio dei nostri amministratori, che non sappiamo quanto siano a conoscenza di queste eventuali criticità. Ci sono poi altri problemi legati all’orario e ai mezzi utilizzati per garantire il servizio, in particolare è tutt’ora in servizio un modello di treno che, per ragioni tecniche, risulta sottoposto a restrizioni particolari per le quali deve osservare una velocità massima di 50 km/h, invece dei 70 km/h previsti per gli altri modelli. Questo treno, utilizzato tra l’altro nella corsa delle ore 6,20 da Stia e in quella degli studenti delle ore 13,45 da Arezzo, impiega quindi un tempo maggiore per coprire il percorso (come segnalato anche nell’avviso della stessa LFI) creando oggettivi disagi non solo ai passeggeri ma anche alla circolazione nel suo complesso.
Il rinnovamento del materiale rotabile era ed è un elemento fondamentale per la qualità di un servizio ferroviario, alcuni treni nuovi in questi anni sono entrati in servizio ma sarebbe necessario mantenere questo trend anche perché, da quanto abbiamo saputo, sarebbero già disponibili due nuovi treni «Pop», con caratteristiche abbastanza simili ai già utilizzati treni «Jazz» con la differenza di essere a 4 carrozze e non a 5, il problema è che per ragioni burocratiche e amministrative sembra che LFI non sia in grado di adempiere alcune formalità necessarie per permettere l’entrata in servizio dei nuovi mezzi. Per quanto riguarda l’orario poniamo poi un attimo l’attenzione sull’utilizzo, per alcune corse, degli autobus in sostituzione del treno.
Altre volte abbiamo anche noi sottolineato come questo non rappresenti un elemento positivo per il servizio. In particolare le due corse svolte con autobus la mattina alle ore 5,53 e alle ore 6,03, in sostituzione di un treno, non si riesce pienamente a capire per quale ragione siano previste considerato che è comunque attiva una ferrovia e che ci sono persone che regolarmente viaggiano in quell’orario per cui sarebbe possibile usare una normale corsa. Ancora di più provoca certamente disagi l’assenza totale del servizio ferroviario la domenica e nei festivi con una riduzione pesante delle corse che rischia di rendere inutile anche la presenza dei pochi autobus previsti.
Per quanto riguarda queste sostituzioni di treni con autobus da adesso, e ancora di più in futuro, c’è un’ulteriore elemento di criticità che emerge in seguito all’assegnazione ad Autolinee Toscane dell’intero servizio di trasporto pubblico regionale su gomma. Questo potrebbe comportare il fatto che le risorse erogate dalla Regione Toscana, relative alle corse svolte con autobus, non saranno più destinate a LFI ma direttamente ad Autolinee Toscane, mentre i viaggiatori con abbonamento LFI se dovessero in futuro utilizzare le corse svolte con autobus potrebbero essere costretti ad acquistare il biglietto in quanto fruitori di un servizio offerto da un altro ente.
Questo insieme di problematiche potrebbe rischiare davvero di penalizzare il servizio di trasporto ferroviario da e per il Casentino, elemento questo preoccupante considerato quanto l’alternativa stradale, al di là delle varianti realizzate, promesse e progettate; appare non certo sufficiente a unire la vallata con altri territori. Per questo abbiamo poco sopra auspicato un maggiore attivismo da parte degli amministratori casentinesi e magari anche un interessamento degli stessi cittadini utilizzatori o meno del servizio.
Dovrebbe stare a cuore a tutti la qualità e l’efficienza della ferrovia soprattutto se si dovesse concretizzare l’ipotesi che porterebbe uno stravolgimento totale nell’organizzazione del servizio di trasporto ferroviario. Si tratta della possibilità che a breve, si parla di alcuni mesi, la linea Stia-Arezzo-Sinalunga cessi di fare parte di TFT e venga direttamente acquisita da RFI, la holding statale proprietaria della rete ferroviaria italiana di cui cura la manutenzione. Questo porterebbe novità nella gestione e anche possibili problemi per adeguare alle norme del trasporto regionale e nazionale anche la tratta casentinese.
Quando pochi anni fa RFI ha rilevato le linee che collegano, tra l’altro, Sansepolcro e l’Umbria, prima gestite da FCU (Ferrovia Centrale Umbra), c’è stata una sospensione del servizio per svolgere importanti interventi di adeguamento, manutenzione e potenziamento delle infrastrutture. Se davvero a breve anche il tratto ferroviario casentinese dovesse passare a RFI e se anche in questo caso fossero necessari simili interventi e interruzioni del servizio questo rappresenterebbe un pesante handicap, in primo luogo per i tanti studenti e pendolari che abitualmente utilizzano il treno per spostarsi verso Arezzo.
Abbiamo voluto rendere note le informazioni che abbiamo raccolto perché speriamo che, qualunque sia la futura struttura gestionale e organizzativa del servizio ferroviario, sia garantita sempre una sua maggiore efficienza, comodità e attratività.