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venerdì, 11 Aprile 2025

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Truffa ai danni di anziani in Casentino: portano via 7.000 euro in contanti e preziosi per un valore di 13.000 euro

Nella serata di ieri, 12 c.m., i Carabinieri della Stazione di Poppi coordinati dalla Compagnia di Bibbiena, nel corso di mirati servizi di controllo del territorio, finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati in materia di truffe agli anziani, traevano arresto nella flagranza due uomini di 45 e 59 anni di origine campana, i quali, si erano appena resi responsabili del reato di truffa.
Le modalità operative purtroppo erano sempre le stesse già viste ed accertate in provincia di Arezzo, una coppia di anziani, marito e moglie, veniva contattata sulla sua utenza telefonica fissa da un sedicente Carabiniere che la informava che la figlia aveva fatto un grave incidente stradale, investendo una persona e poteva finire in carcere. Grande lo spavento dei due coniugi ottantenni, ma il finto Carabiniere continuava ad incalzarli dicendogli che per evitare conseguenze penali dovevano consegnare denaro o monili in oro. Quindi, gli veniva richiesto di recuperare tutti i soldi e gli oggetti di valore che avevano in casa da consegnare subito a delle persone che avrebbe fatto arrivare preso il loro domicilio. A questo punto le due vittime prese dal panico ed evidentemente sconvolti per quanto poteva capitare alla figlia, impauriti e preoccupati, credendo che fosse tutto vero, prendevano tutti i risparmi tenuti in casa, pari a €7.000 in contanti e 39 oggetti preziosi per un valore di € 13.000, e li consegnavano ai due truffatori che, poco dopo la chiamata, si erano presentati presso la loro abitazione.
Ma questa volta, è andata male ai due truffatori, perché la loro macchina era stata già notata dai carabinieri di Poppi che avevano predisposto dei servizi mirati e quando l’hanno vista parcheggiata davanti ad un’abitazione, si sono messi lì ad aspettare che tornassero. Quando li hanno visti uscire dall’abitazione dei due anziani con un borsone in mano, i carabinieri di Poppi di Talla di Badia Prataglia e del Nucleo Operativo e Radiomobile di Bibbiena, li hanno subito bloccati. La successiva perquisizione dei due truffatori e del borsone che avevano con se, consentiva di recuperare l’intera refurtiva sottratta, che dopo veniva restituita ai due coniugi, hai quali è stato spiegato che erano stati vittime di una truffa, rendendoli felici per aver recuperato tutto il denaro e i monili che gli erano stati tolti.
I due arrestati, espletate formalità di rito, sono rimasti sotto la custodia dei carabinieri, e stamattina sarà celebrato il processo presso il Tribunale di Arezzo.
Gli autori di truffe, come anche in questo caso, cercano di tenere il più possibile la vittima al telefono, impedendogli di fatto, di confrontarsi con parenti e conoscenti, facendo tutta la fretta possibile per farsi consegnare quanto richiesto. Si coglie l’occasione, per invitare le persone a diffidare di chi chiama al telefono qualificandosi come appartenente alle FF.OO., chiedendo somme in denaro o oggetti preziosi per evitare guai giudiziari, il nostro ordinamento queste modalità non sono previste.  I cittadini, in questi casi, devono chiudere subito la conversazione e chiamare sempre il 112, per allertare le FF.OO.
In sintesi, si coglie l’occasione per ricordare ai lettori che le forze di polizia tutte:
–          Operano, di norma, in coppia, in divisa e in vetture di servizio;
–          Agiscono in borghese soltanto in alcune zone e per operazioni specifiche;
–          Possono anche svolgere servizio di vigilanza e prevenzione in motocicletta o a piedi.
Prima di decidere se aprire o meno la propria porta di casa a che si presenta come rappresentante delle forze dell’ordine, è opportuno:
–          Controllare se in strada ci sia parcheggiata l’autovettura di sevizio;
–          Capire bene il motivo della visita;
–          Controllare con cura il tesserino di riconoscimento;
–          Osservare, per quanto possibile, i particolari della divisa e degli accessori.
Ciò si comunica nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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