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sabato, 26 Aprile 2025

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Un “ponte blu” per le trote

Nel tratto del Lungarno delle Monache a Pratovecchio, a monte del ponte di attraversamento stradale lungo la SP 73 della Consuma in corrispondenza di una soglia trasversale da ripristinare, la manutenzione ordinaria programmata   dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno per la mitigazione del rischio idraulico, è stata realizzata in modo da garantire la continuità fluviale e, con essa, il benessere dell’ecosistema.

A rendere possibile l’operazione, l’accordo sottoscritto dall’Ente con la Regione Toscana, che ha permesso di investire i 10.000 euro di oneri ittiogenici, dovuti per legge, in un intervento studiato per consentire ai pesci che popolano il fiume di muoversi liberamente nelle sue acque.

Il ripristino di una soglia in massi ciclopici, rinforzata con soglia in cemento, si è accompagnato alla creazione di un corridoio, lungo circa 12 metri, per eliminare gli ostacoli artificiali che interrompevano il percorso migratorio di molte specie, con il rischio di comprometterne la riproduzione e, in qualche caso, la sopravvivenza stessa.

L’opera, realizzata a secco esclusivamente con roccia arenaria autoctona e sedimenti litoidi fluviali, è stata completata con un deflettore in legno, studiato per regolare il flusso dell’acqua e rendere il passaggio dei pesci più agevole.

“Il progetto dimostra ancora una volta l’importanza della collaborazione tra enti e di come questa possa produrre concreti benefici all’ambiente e alle comunità locali. È anche la testimonianza dell’impegno e dell’attenzione poste dal Consorzio nel coniugare la necessità di interventi idraulici con la tutela dell’ecosistema fluviale”, commenta la Presidente Serena Stefani.

“L’opera  è stata pianificata con attenzione per ridurre al minimo l’impatto sul territorio e garantire un perfetto inserimento nel contesto naturale. L’accesso al sito è stato studiato per limitare le interferenze con l’ambiente circostante. I materiali utilizzati sono stati scelti per la loro compatibilità ecologica”, spiega l’ingegner Enrico Righeschi del settore difesa idrogeologica e referente di area per il Casentino.

“Prima dell’intervento sul tratto, che ricade all’interno della ZRS (Zona a Regolamento Specifico) Capodarno, gestita dall’Associazione Pescatori Casentinesi – fa presente Nicola Venturini, presidente dell’Associazione -, la fauna ittica,  è stata catturata e temporaneamente rimossa, per ridurre al minimo l’impatto delle lavorazioni. Queste acque infatti sono popolate da numerosi esemplari di trote fario, cavedani e barbi. Abbiamo individuato anche alcuni ghiozzi che sono simbolo di un ambiente di grande qualità. Con la creazione della scala di risalita questo patrimonio potrà essere conservato”.

Grazie anche al contestuale ripristino di una rampa d’accesso all’Arno, l’efficacia della scala di risalita verrà attentamente monitorata nei prossimi mesi per valutare i risvolti sulle popolazioni ittiche del tratto.

Nel tratto che accoglie la scala, si aprirà la stagione della pesca no kill, con rapido rilascio del pesce catturato, che ogni anno richiama centinaia di appassionati, italiani e stranieri.

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