di Melissa Frulloni – Dallo scorso 7 gennaio sono stati attivati, presso l’Ospedale del Casentino 10 posti letto di cure intermedie Covid, eventualmente ampliabili progressivamente fino ad un massimo di 20.
Come si legge nel comunicato del Comune di Bibbiena: “Si tratterà di posti letto che verranno presi in parte da Modica (cure intermedie) e in parte da Chirurgia. I posti di Modica verranno spostati temporaneamente nella struttura di Cerromondo, a Poppi.”
I sindaci del Casentino e anche la ASL assicurano che i posti destinati ai pazienti Covid avranno un percorso a sé stante, ben distinto dagli altri reparti ospedalieri e che non ci saranno disservizi per quanto riguarda le normali attività ospedaliere; restano confermate le operazioni chirurgiche programmate, così come le visite strumentali, i controlli, gli esami, ecc.
“Sarà fatta una vigilanza puntuale sulla funzionalità dei servizi al fine di consentire anche ai malati non Covid, di avere cure adeguate e servizi funzionanti”, dichiarano i nostri sindaci.
La decisione è stata presa di comune accordo tra ASL e Conferenza dei Sindaci, anche se alcuni di loro ci hanno detto che più che di una “decisione concertata” si è trattato di una disposizione che l’Azienda ha comunicato ai primi cittadini.
Capiamo che in una situazione di emergenza è giusto mettere il nostro presidio ospedaliero a servizio della comunità; speriamo almeno che i sindaci si siano ben informati su quali saranno le trasformazioni che investiranno il nostro Ospedale e che veramente vigilino affinché nulla cambi (in peggio), a livello di assistenza e servizi per i pazienti casentinesi.
Dalle pagine del nostro giornale abbiamo sempre guardato con preoccupazione all’introduzione di posti Covid nel nostro Ospedale, soprattutto in relazione a tutti gli altri servizi che nel presidio di Bibbiena vengono offerti; la paura infatti è che le operazioni chirurgiche e le visite ospedaliere vengano posticipate o cancellate. Anche a causa del personale, già carente in situazioni “normali”, ci immaginiamo che l’introduzione del reparto Covid richiederà ancora altri professionisti. Speriamo quindi che medici e infermieri siano sufficienti per coprire tutti i servizi. Non sarebbe la prima volta che si registra questo fenomeno nella sanità italiana nel periodo dell’emergenza legata alla pandemia. La Società Italiana di Chirurgia ha dichiarato che oltre 400mila interventi e più di un milione di ricoveri sono stati annullati nel 2020 e che nel 2021 si registrano un milione di operazioni congelate.
Mentre le liste d’attesa si sono allungate in media di tre mesi ma in alcuni casi si arriva a più sei mesi. È stata pesantemente trascurata anche la prevenzione: sono saltati milioni di esami e screening, essenziali per le diagnosi precoci.
Ma perché è stato scelto proprio il nostro Ospedale per ospitare un reparto Covid?
“Già nel mese di novembre 2021 l’azienda Ausl Toscana sud est, con un’apposita delibera di “Riorganizzazione dei posti letto destinati alla degenza ordinaria non intensiva/intensiva dei pazienti Covid”, aveva definito le modalità per una gestione appropriata del percorso Covid-19 con linee di indirizzo riguardanti setting assistenziali dei pazienti affetti dalla malattia in ambito ospedaliero e in cure intermedie. La delibera prevedeva la rimodulazione dei posti letto dedicati a pazienti che necessitano di assistenza nei setting di cure intermedie, con attivazione progressiva nei diversi ospedali della rete, in ragione dell’andamento dei ricoveri ospedalieri nelle Aree Covid per acuti. Considerando l’attuale fase di emergenza epidemica, che vede un aumento progressivo del fabbisogno e dei ricoveri all’Ospedale S. Donato (ospedale Covid di tutta la provincia di Arezzo) e la contestuale necessità di garantire una gestione fluida della dimissione di pazienti che non necessitano più di cure ospedaliere in un reparto per acuti, è stato previsto che all’interno dell’Ospedale del Casentino siano stati attivati, a partire da venerdì 7 gennaio 2022, alcuni posti letto di cure intermedie Covid. L’apertura dei letti di cure intermedie Covid, concertata e condivisa con il Direttore della zona distretto Arezzo-Casentino-Valtiberina, Evaristo Giglio e con il presidente della Conferenza dei Sindaci del Casentino, Filippo Vagnoli, non determinerà la chiusura di nessuna attività ospedaliera ma soltanto una diversa allocazione dei posti letto di degenza per permettere l’organizzazione di un reparto con percorsi totalmente indipendenti dal resto dell’Ospedale.
Con l’attivazione di questo nuovo setting si amplia in maniera equilibrata a livello territoriale la possibilità di gestire al meglio i percorsi dei pazienti Covid, che vedono l’ospedale San Donato di Arezzo come riferimento unico per il ricovero dei malati con sintomi gravi ed acuti e gli ospedali della Fratta di Cortona e del Casentino ugualmente impegnati nel fronte delle cure intermedie Covid.” Così si legge nel comunicato stampa della ASL dello scorso 6 gennaio.
Chi sono allora i pazienti Covid che saranno ricoverati nell’Ospedale del Casentino?
Abbiamo posto questa ed altre domande alla ASL. A risponderci è stata la dottoressa Barbara Innocenti, Direttrice degli Ospedali Aretini, quindi anche di quello di Bibbiena.
«Presso l’Ospedale di Bibbiena sono stati aperti 10 posti letto di cure intermedie Covid estensibili fino a 20 sulla base delle necessità legate all’andamento epidemico. Presso le cure intermedie vengono trasferiti pazienti dimessi dai reparti per acuti (malattie infettive Covid dell’Ospedale San Donato di Arezzo) quando hanno superato la fase acuta della malattia, sono in condizioni stabili ma con tampone positivo, e necessitano ancora di un’assistenza dedicata per recuperare la funzione necessaria per tornare al domicilio o alle strutture residenziali territoriali. In Azienda c’è una consolidata esperienza di cure intermedie Covid istituite presso gli ospedali (presso l’Ospedale della Fratta) che durante la seconda e terza ondata epidemica hanno rivestito un ruolo fondamentale per garantire le dimissioni dall’ospedale per acuti e permettere il ricambio necessario ad assistere nuovi degenti. La scelta di aprire un ulteriore setting di cure intermedie Covid, oltre a quelli già esistenti, è stata dettata dalla necessità di ampliare la disponibilità provinciale, visto l’andamento epidemico, e l’ospedale del Casentino sia per le caratteristiche strutturali che per la professionalità dei suoi operatori offriva tutte le garanzie di sicurezza necessarie per intraprendere questo percorso.»
I pazienti casentinesi possono rivolgersi all’Ospedale del Casentino ed usufruire del Pronto Soccorso o devono recarsi direttamente al PS del San Donato?
«Se si parla di pazienti no Covid, nulla cambia, ovviamente, rispetto alla possibilità di accesso al Pronto Soccorso del Casentino. I pazienti positivi che necessitano di una valutazione in PS vengono comunque centralizzati presso il PS di Arezzo perché in caso di necessità di ricovero in un reparto di degenza (che sia per sintomatologia correlata al Covid o che sia per altra patologia coesistente in soggetto positivo) la sede per il ricovero rimane l’Ospedale San Donato. Ribadisco che le cure intermedie del Casentino gestiscono solo trasferimenti post dimissione dopo un ricovero in ospedale per acuti.»
All’interno dell’Ospedale di Bibbiena il personale che seguirà i pazienti Covid sarà lo stesso dei reparti no Covid?
«Il personale è dedicato all’area Covid. La turnistica è stabilita con le modalità del tutto analoghe a quelle seguite nei restanti reparti ospedalieri.»
I pazienti inviati a Cerromondo, da quale personale saranno seguiti?
«Saranno seguiti da personale della ASL e Medici di Medicina Generale, così come previsto dai regolamenti delle cure intermedie.»
Queste le risposte che ci ha fornito la ASL che però, a dire la verità, non ci hanno troppo accontentato. Per questo abbiamo ricontattato l’Azienda per ulteriori chiarimenti relativi sia ai diversi percorsi di accesso dei pazienti Covid e no Covid all’interno dell’Ospedale, sia sul personale ASL che a Cerromondo seguirà i pazienti no Covid trasferiti dal reparto di Modica.
Per quanto riguarda gli accessi, la nostra preoccupazione era legata al fatto che al PS di Bibbiena c’è un unico ascensore che sale nei vari reparti; la ASL ci ha quindi comunicato che i pazienti destinati alle cure intermedie Covid accederanno alla struttura da un ascensore esterno, senza sostare all’interno del Pronto Soccorso o nelle aree no Covid del presidio. Inoltre il reparto Covid sarà indipendente e a se stante dagli altri reparti di degenza.
Per quanto riguarda invece il personale che seguirà i pazienti inviati a Cerromondo, si tratta di personale ASL, ma non di medici e infermieri dell’Ospedale del Casentino, bensì di infermieri del territorio e medici di medicina generale.
Questa scelta è legata solo all’emergenza o c’è l’intenzione di farla diventare strutturale?
«L’attuale organizzazione è legata alla fase emergenziale come ogni altra organizzazione in tutti gli ospedali regionali che ospitano reparti di degenza o cure intermedie Covid. Le riorganizzazioni sono funzionali allo stato dell’arte dell’epidemia e si caratterizzano per il necessario livello di flessibilità richiesto da un’emergenza le cui modalità di presentazione sono solo parzialmente prevedibili.»
Nonostante le garanzie di ASL e sindaci, continueremo a seguire la vicenda e resteremo in allerta, sperando che, come è purtroppo già accaduto in passato, le tante rassicurazioni non cadano nel vuoto.