di Don Gianni Marmorini – Il mondo sta cambiando, dal mese scorso la vita non è più quella di prima. È arrivato un virus, un organismo di dimensioni submicroscopiche, incapace di metabolismo e perciò obbligato, per sopravvivere, ad entrare in altre cellule per vivere e riprodursi. Tutte le nostre abitudini ribaltate, l’obbligo a non uscire di casa se non per necessità molte serie, il divieto di abbracciarsi e anche di darsi la mano, la chiusura delle scuole, dei teatri, dei cinema, i campionati sportivi tutti fermi. Così anche l’economia con i crolli delle borse, gran parte dei negozi chiusi come i ristoranti… le fabbriche… e tanto, tanto altro. Ci facciamo coraggio in mille modi e certamente ce la faremo e credo anche che potremo uscire comprendendo finalmente, come ci hanno ricordato i cinesi, che “siamo tutti onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero e fiori dello stesso giardino” (cfr. Massimo Recalcati su La Repubblica del 14 marzo 2020 a p. 34 dal titolo “La nuova fratellanza”).
Ci sono anche delle ripercussioni religiose: non si può celebrare alcuna liturgia con la gente: niente messe con il popolo, niente funerali né matrimoni o battesimi! Non si possono neanche fare le visite alle persone che non possono uscire di casa per recare loro il conforto religioso… chi avrebbe mai pensato che un piccolo organismo submicroscopico avrebbe avuto una forza così grande da far saltare tutto! Mi è capitato anche di sentire la voce di predicatori tristi che leggono il diffondersi del virus come una delle piaghe mandate da Dio sugli uomini per convertirli! Mi domando come sia possibile pensare ancora in questo modo! Come sia possibile ancora pensare Dio in questo modo! Come sia ancora possibile leggere la storia e i suoi eventi in questo modo!
Come spesso succede Radio Maria è sempre una delle più alte espressioni di un certo modo di pensare: “la pandemia che si è abbattuta sull’umanità… un avvertimento che arriva direttamente dalla Vergine di Medjugorje” per convertire l’umanità alla fede cattolica. Ce l’aspettavamo dopo quello che venne detto sul terremoto del 2016/17: “la risposta di Dio ai matrimoni gay”. Queste (assurde) teorie vengono sostenute in base ad alcune affermazioni bibliche sugli eventi della storia. Ad esempio, anche se non era storia, il racconto del Diluvio Universale (Gen. 6ss) dove si dice: «Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra […] Il Signore disse: “Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo».
I disastri della natura sarebbero quindi una risposta di Dio alla malvagità degli uomini. Questo modo di leggere la Bibbia ha determinato eventi tragici nella storia dell’umanità, dall’inquisizione alla benedizione della schiavitù, e, purtroppo, molto altro ancora. Una lettura dovuta alla paura e alle pretese di potere di pochi, ma che non ha nulla a che vedere con il messaggio che Dio ha voluto trasmetterci nelle pagine sacre. Nulla! È solo un impasto di ignoranza, di paura e di potere. Non è questa la voce della Chiesa che anzi mette in guardia da questo approccio fondamentalista dei testi sacri: “La lettura fondamentalista parte dal principio che la Bibbia, essendo parola di Dio ispirata è esente da errore, dev’essere letta e interpretata letteralmente in tutti i suoi dettagli”.
Era l’ormai lontano 1993 (sono passati ben 27 anni!) quando la Pontificia Commissione Biblica, presieduta dal Cardinale J. Ratzinger scrisse il Documento “L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa” (la citazione è al punto nr.11) che giudica l’interpretazione letterale della Bibbia “una forma di suicidio del pensiero”. Un terribile e cattivo esegeta (ma potrebbe anche trattarsi di una figura fittizia) che legge la parola di Dio in modo fondamentalista lo vediamo all’opera già contro Gesù nel deserto: le sue tentazioni si basano su citazioni bibliche: “Sta scritto”!
Don Paolo Farinella su Il Foglio del 14 Marzo scrive: “Sta girando su Whatsapp (a me è arrivato) un audio in cui si dà appuntamento a partire dal 13-03-2020, sempre alle ore 21,00 per inginocchiarsi, prostrati per terra, a invocare il perdono di Dio perché abbiamo commesso tutti i peccati del mondo. Dobbiamo insistere finché Dio non si smuova o commuova dalla sua risoluta volontà di castigo». Dice don Paolo, e io faccio mie queste parole: “Beh, un Dio così io ve lo lascio!”.
Nessun accenno invece alla punizione divina nelle preghiere del Papa e tantomeno nelle parole dell’Arcivescovo di Milano l’11 Marzo scorso che riporto come traccia per ogni credente: “O mia bela Madunina che te dominet Milan, conforta coloro che più soffrono nei nostri ospedali e nelle nostre case; sostieni la fatica dei tuoi figli impegnati nella cura dei malati; infondi sapienza nelle decisioni, aiutaci a rifiutare le immagini di un Dio lontano, indifferente, vendicativo; non permettere che noi ci dimentichiamo di coloro che soffrono vicino e lontano per l’assurdità della guerra, l’ingiustizia della miseria”.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 317 | Aprile 2020)