di Federica Andretta – Basta aprire una pagina di Facebook o di Instagram per essere inondati di foto e video sui nostri animali domestici. Spesso agghindati e fotografati in pose curiose e divertenti o addirittura protagonisti di sketch e papere divertenti, sono i nostri animali da compagnia preferiti sia dentro sia fuori dallo schermo. Perché diciamocelo: i nuovi influencer sono proprio loro, i gatti. Se i social stanno dando sempre più spazio e “voce” a questi protagonisti indiscussi della rete, la realtà al di fuori dello schermo purtroppo non sembra sempre mostrare lo stesso interesse. Quante volte vi sarà capitato di fare una passeggiata e di sperimentare dei piacevoli incontri?
Un gatto lungo il vostro percorso che è stato immortalato dall’occhio attento della vostra fotocamera o che si è fatto addirittura accarezzare. Sfortunatamente, però, non sempre per tutti la vita selvatica è così semplice. Non avere una casa e una famiglia fissa ad occuparsi di loro non è solo uno dei tanti problemi che affliggono i gatti che vivono in libertà. Le nostre strade purtroppo parlano da sole e l’asfalto diventa spesso “teatro” di morti ingiuste per questi animali dallo spirito libero. Ma fortunatamente ci sono umani dal cuore eccezionale che volontariamente si dedicano alla loro cura nei gattili o nelle colonie. Li chiamano “gattari”, non tanto nella sua accezione più generica e affezionata per definire chi è un grande amante dei gatti o chi ne possiede molti in casa, perché per “gattari” si intende nello specifico coloro che si dedicano ai gatti di strada, nutrendoli e accudendoli giornalmente. Se tale termine è stato spesso e per molto tempo associato alla figura femminile che la tradizione ha dipinto troppe volte come un personaggio folcloristico e stereotipato, connotandolo in senso negativo, i tempi moderni ne hanno invece riscattato in parte l’immagine.
L’attività di cura e assistenza portate avanti oggigiorno nei confronti dei gatti non si limita meramente alla semplice nutrizione ma sul profilo giuridico è molto più articolata e complessa di quanto si possa pensare, poiché implica rapporti con le autorità competenti comunali e provinciali e una collaborazione con i servizi veterinari e specificatamente il rispetto di norme igieniche e la realizzazione di azioni per la limitazione delle nascite e dunque per il controllo della popolazione felina.
Nel nostro Paese la normativa di riferimento è la “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo” n. 281 del 14/08/1991.
L’Articolo 1 (Principi Generali) sancisce che “lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”.
L’Articolo 2 (Trattamento dei cani e di altri animali di affezione) disciplina aspetti molto importanti tra cui proprio quelli rivolti, nel caso del nostro servizio, alla protezione dei gatti che vivono in libertà: – al punto 7 per chiunque il divieto del loro maltrattamento; – al punto 8 la loro sterilizzazione da parte dell’autorità sanitaria competente per territorio e la loro successiva riammissione nel loro gruppo; – al punto 9 la loro soppressione solo qualora gravemente malati o incurabili; – al punto 10 la gestione delle colonie feline (e dunque la previsione della cura della salute e delle condizioni di sopravvivenza dei gatti) da parte degli enti e delle associazioni protezioniste in accordo con le strutture sanitarie.
Ma è la Legge n. 189 del 20 luglio 2004 recante “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate” ad apportare fondamentali modifiche al Codice Penale. A tal proposito, vale la pena citare due degli articoli contenuti: – l’Articolo 544-bis (Uccisione di animali) secondo cui “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”; – l’Articolo 544-ter (Maltrattamento di animali) secondo cui “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi”; – l’Articolo 727 (Abbandono di animali). secondo cui “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.
Ma cosa si può fare in concreto per rendere più vivibile l’esistenza dei gatti randagi? Da una parte l’adozione e, dall’altra, la costituzione di un rifugio. Completamente assente in Casentino, l’istituzione di una casetta per i nostri amici felini oltre a richiedere l’espletamento di varie pratiche burocratiche comporta inoltre varie responsabilità, tra cui in particolare quelle dal punto di vista sanitario. Se un rifugio può sembrare una cosa facile da realizzare, in realtà rappresenta una cosa tutt’altro che semplice. La complessità di creare una struttura del genere risiede nel fatto che essa richiede il rispetto di criteri ben precisi e un impegno da parte di chi se ne occupa.
Nell’attesa di trovare un terreno su cui poter collocare la casetta per i nostri mici, abbiamo parlato con Carla Giovani che da anni organizza eventi di beneficenza per portare avanti vari progetti, tra cui quello appunto di comprare e installare una casetta per ospitare i gattini sfortunati o incidentati che altrimenti verrebbero rimessi sul territorio.
Sono tante infatti le situazioni che si sono verificate a carico di questi poveri animaletti; tanto per citare un esempio, nel paese di Talla diciotto gattini che vivevano accuditi da un anziano (purtroppo deceduto), trovandosi soli e senza cibo sono scesi al paese fermandosi in un parcheggio e qui sono stati trovati da Carla con altri volontari e qualche abitante del paese (anche sotto le intemperie) che subito si sono adoperati per cercare di tamponare la situazione prendendosi cura di loro con tanto cibo e affetto. Carla e le volontarie erano state avvisate a seguito di lamentele da parte di persone del posto; questi gatti, infatti, non erano desiderati in quel luogo, cosa che ha scatenato persino episodi spiacevoli.
Ma ritorniamo agli eventi di beneficenza da lei organizzati: due si sono tenuti a Corsalone in collaborazione con il gruppo di ballo Argento Vivo; l’apericena con buffet + tombola e ballo di sabato 19 novembre presso il Centro Multifunzionale (il cui ricavato è stato donato a sostegno dei gatti casentinesi) e la cena + lotteria e ballo sabato 17 dicembre. Ma è bene precisare che molte sono le persone che hanno aiutato e aiutano (proprio manualmente) Carla, oltre al gruppo di Argento Vivo. È importante sottolineare, inoltre, il sostegno e la vicinanza del Comune di Bibbiena il quale ha donato 1.000 euro a favore della causa portata avanti da Carla aprendo così uno spiraglio di speranza per l’istituzione di questa tanto desiderata quanto necessaria casetta che, come ci viene fatto presente, deve essere realizzata seguendo particolari attenzioni (la costruzione deve essere infatti sospesa e traslocabile). Bibbiena è stato anche il primo Comune ad aver aperto a Carla la strada delle sterilizzazioni ed è stato inoltre il primo Comune ad averle riconosciuto le colonie, seguito poi dal Comune di Castel Focognano ed infine dal Comune di Castel San Niccolò.
Una bella strada questa ma che comporta enormi sacrifici. Afferma Carla: «adesso potremmo essere in grado, se troviamo il posto giusto, di poter partire. La Dott.ssa Fossi ha vinto un bando; i gattini incidentati vengono curati nella sua clinica e le spese sono a carico dell’Unione dei Comuni. Molti non conoscono la procedura da fare in caso di gattini incidentati. Chi si trova in presenza di un gatto incidentato deve chiamare la Polizia Municipale o, in loro assenza, i Carabinieri; dopo di che penseranno loro ad avvisare la persona incaricata a recarsi sul posto e a prelevare il gatto che verrà portato alla Clinica convenzionata. È importante dare rilievo a questa procedura! Per concludere vorrei elogiare chi mi aiuta a portare avanti questo mio progetto; è un gruppo di persone per me speciali, ci vogliamo bene e siamo in armonia. Loro sono la mia colonna portante. Il mio progetto, se riuscirò a portarlo avanti, lo dedico a loro!».