di Francesca Maggini – Dietro ogni attività artigianale, piccola o grande che sia, c’è sempre una storia di vita, spesso la storia di una famiglia. L’attività che viene svolta non è solo un lavoro, rappresenta un’arte, un mestiere antico che generalmente si è tramandato di padre in figlio. La storia di una bottega, quella artigiana appunto, sa di un mestiere semplice curato e perfezionato nel tempo, custodito nella memoria della famiglia, scrigno prezioso di un sapere che il tempo non ha scalfito ma ha solo migliorato.
E’ questa la storia della Gioielleria Consumi, dove la famiglia è protagonista dell’attività e testimone di ieri e di oggi. La bottega artigianale, rappresentata, oggi, dal punto vendita di Ponte a Poppi, è diventata negli anni un punto di riferimento per tanti casentinesi e non solo. L’attività, con il tempo, è molto cambiata, si è evoluta adeguandosi a quell’incessante mutare dei gusti e degli usi della società che adesso ha bisogni e richieste completamente diverse da quelle di 50 anni fa. La storia di Rino Consumi, fondatore dell’omonima gioielleria, inizia molti anni indietro.
Nato nel 1922 a Montemignaio e rimasto orfano a soli due anni, quinto di sei fratelli, ancora piccolissimo fu affidato ai frati, la famiglia di origine infatti, non potendolo crescere l’aveva affidato alle cure dei frati di Montepulciano, con i quali visse fino agli anni 40. Con l’avvio del secondo conflitto mondiale, iniziarono anni molto difficili in cui, i giovani più o meno ventenni, erano chiamati a partire per il fronte.
Fu così che arrivò la chiamata anche per il suo più caro amico, un giovane ragazzo con il quale Rino era cresciuto ed aveva condiviso la sua vita negli anni passati in convento. Il giovane partì ma purtroppo poco dopo la partenza, morì. Il frate che li aveva cresciuti entrambi, profondamente addolorato dalla morte del giovane, propose a Rino un aiuto per evitare la chiamata al fronte.
Fu così che Rino, durante la guerra, divenne Fra Beniamino. Alla fine però fra Beniamino divenuto tale per bisogno e non per reale vocazione, decise di tornare in Casentino dalla sua famiglia. In cerca di un lavoro stabile, durante l’autunno si spostava a Pelago, dove lavorava per la raccolta delle olive e per il periodo di tempo necessario viveva in una famiglia del posto.
Un giorno, però non potendo uscire nei campi a causa del tempo brutto, notò in casa una sveglia non più funzionante e si offrì di ripararla. Inizialmente in famiglia cercarono di dissuaderlo da quella che definirono un’impresa impossibile, poiché nessuno prima di lui era riuscito a far ripartire la sveglia, poi lo lasciarono provare e in due giorni di paziente e minuzioso lavoro la sveglia tornò a funzionare. Decise cosi, quasi casualmente, aiutato dalla famiglia che lo ospitava di prendere in affitto un piccolo fondo a Pelago, dove iniziò la sua attività di riparatore di sveglie e orologi. Nel 1952 si sposò ed ebbe 7 figli 3 dei quali in un certo senso hanno seguito, poi, le orme del babbo. Negli anni 50 e 60 svolgeva anche attività di vendita nei mercati con un piccolo banchino, vendeva oro in una realtà completamente diversa da oggi.
Esistevano piccoli oggetti d’oro, due o tre modelli di collane da uomo e da donna. Intorno agli anni 70 fu aperto un negozio a Strada, nel 1982 a Poppi Alto e nel 1989 è stato aperto il punto vendita di Ponte a Poppi dove Marcella, Emanuela e Sabatino lavorano.
Sabatino, nel laboratorio dell’attività, ripara così come aveva sempre visto fare dal babbo e così come, in un certo senso, aveva sempre fatto fin da piccolo, quando chiuso nella stanza del babbo, per cercare di imitarlo picchiava su un orologio d’oro nella speranza di ripararlo…
Oggi oltre al negozio di Ponte a Poppi esiste ancora la storica bottega di Pelago che è aperta solo 2 giorni a settimana ma rimane il simbolo e racchiude in se la storia e le radici, alle quali tutti si sentono, ancora profondamente legati. La moglie Leda, negli anni è sempre stata a fianco di Rino a dimostrazione di come anche nelle attività lavorative, la famiglia possa essere un ottimo punto di riferimento.
Ancora oggi quando si entra in negozio si respira aria di famiglia e si sente forte la sensazione di un’autentica passione che è rimasta intatta nonostante lo scorrere del tempo. La gioielleria Consumi, con la sua attività di riparazione, è una testimonianza semplice e preziosa di chi crede nel proprio lavoro