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domenica, 24 Novembre 2024

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Una rotatoria a Pollino e poi?

di Mauro Meschini – Molti transitando dal bivio del Pollino, dove da un po’ di tempo sono in corso i lavori per la realizzazione di una nuova rotatoria che contribuisca a superare le enormi criticità che si creano per il traffico in questo punto, avranno forse fatto le loro ipotesi sulla sistemazione definitiva che sarà data alla viabilità in uno dei tanti tratti non certo sicuri della SR71. Cosa sarà quel tratto di asfalto che è stato realizzato alla sinistra della strada mentre transitiamo per Arezzo? Quella curva che è stata creata sarà una parte della rotatoria? Come sarà possibile realizzarla interamente in uno spazio che non sembra così grande?

In qualche modo anche noi ci siamo posti quesiti simili a questi, abbiamo quindi pensato di andare a cercare qualche informazione sul progetto, o meglio sui progetti, in cui si erano ipotizzate le soluzioni non solo per la viabilità del Pollino, ma anche per l’intera variante che dovrebbe permettere il superamento dell’intero abitato del Corsalone. La realizzazione della rotatoria al Pollino è infatti una parte di un intervento molto più imponente che, come è noto, ha incontrato fino ad oggi non poche difficoltà per la sua effettiva e definitiva realizzazione. In ogni caso questa prima parte dei lavori, proprio perché circoscritta in un’area limitata e definita, ha potuto essere avviata anche perché, come detto, è finalizzata ad eliminare una situazione pericolosa per la circolazione, un incrocio che in più occasioni è stato teatro di incidenti anche gravi.

Nella elaborazione grafica che abbiamo realizzato e che proponiamo sopra è resa esplicita la futura viabilità che troveremo in quel tratto. Si tratta di una nostra ipotesi che potrebbe vedere variazioni e cambiamenti ma che, ad oggi, a noi sembra essere possibile. Facendo mente locale sull’andamento dei lavori e osservando questo disegno, possiamo subito notare che il nuovo tratto realizzato e recentemente asfaltato è quello che sarà necessario percorrere scendendo e salendo da e per il Pollino, mentre la rotonda vera e propria sarà realizzata un centinaio di metri più avanti del vecchio incrocio.

In quel punto si incontreranno i due tratti provenienti da nord, dal Pollino e da Bibbiena Stazione, mentre, per quanto riguarda l’uscita verso sud, nei progetti che abbiamo potuto visionare si vedono possibili alternative. Infatti l’ipotesi iniziale del progetto, che prevedeva il passaggio nell’area ex Sacci, comportava due uscite dalla rotatoria del Pollino verso sud, una più spostata verso la ferrovia che avrebbe poi proseguito lungo il tracciato della nuova variante all’esterno dell’abitato, l’altra più interna che si sarebbe allacciata con l’attuale viabilità. I noti problemi e il sequestro dell’area ex Sacci avevano spinto ad una nuova proposta di progetto, quella che poi è stata bocciata dal Consiglio di Stato a seguito del ricorso dell’azienda TLF. In questo secondo caso dalla rotatoria del Pollino era prevista una sola uscita verso sud prevedendo la realizzazione di una ulteriore rotatoria, molto più ampia, all’altezza dell’attuale deviazione per Terrossola. Da questo punto si sarebbero poi diramate le diverse strade per la nuova e vecchia viabilità causando però uno sconfinamento del tracciato della nuova variante all’interno dell’area della TLF che, nella prima ipotesi del progetto, con la strada che costeggiava la ferrovia non si verificava.

Speriamo di aver dato gli elementi necessari a fare un quadro chiaro delle diverse ipotesi e di quello che potrebbe essere realizzato, tutto sembra abbastanza deciso per quanto riguarda le immissioni nella rotatoria da nord, mentre la situazione ancora non definita per il progetto della variante del Corsalone non permette di indicare soluzioni certe per quanto riguarda la direzione sud. Possibile che, visto che i lavori potrebbero terminare prima di decisioni definitive, si scelga di optare per una sola uscita che riprenda l’attuale viabilità, lasciando magari la possibilità, con un secondo intervento, di realizzare ulteriori modifiche, ma per saperlo dovremo attendere la chiusura del cantiere.

Ma in concreto cosa sta succedendo sull’annosa questione ex Sacci – variante del Corsalone? Rispetto a questo nelle ultime settimane dobbiamo registrare almeno un paio di notizie, entrambe pubblicate anche sul sito del nostro giornale, che riguardano da vicino la questione. Il 7 settembre abbiamo informato su un incontro tra le associazioni di categoria dell’artigianato e del commercio (Confartigianato Arezzo, Cna Arezzo, Confcommercio Firenze-Arezzo e Confesercenti Arezzo) con i sindaci di Bibbiena e di Chiusi della Verna, l’assessore ai trasporti e Infrastrutture della Regione Toscana Stefano Baccelli e il capogruppo PD Vicenzo Ceccarelli, che aveva all’ordine del giorno proprio la realizzazione della variante del Corsalone. “L’incontro è stato fissato dopo la sentenza del Consiglio di Stato che, sostanzialmente, a fronte del dissequestro dell’Area ex Sacci invitava la stessa Regione Toscana a riconsiderare soluzioni alternative all’ultimo progetto, che avrebbe creato innumerevoli difficoltà agli operatori economici interessati dall’intervento viario. L’intento comune è quello di scongiurare progetti che non siano risolutivi ma parziali e dannosi anche per le imprese della zona”. La rassicurazione dell’assessore Baccelli sul fatto di avere ancora a disposizione tutte le risorse economiche previste per la realizzazione del progetto iniziale sembra aprire davvero alla possibilità di vedere realizzato il progetto di variante che prevede un parziale passaggio nell’area ex Sacci, ma, «L’opera potrà iniziare soltanto dopo che l’area sarà resa disponibile e bonificata per l’avvio dei lavori. A seguito di una verifica effettuata da Arpat, nell’area in questione risultano ancora presenti materiali che dovranno essere rimossi e ciò spetterà alla proprietà dell’immobile o al Comune qualora la stessa non adempia agli obblighi imposti…».

Questo riferimento ai materiali e alla bonifica sembra far tornare indietro la lancetta dell’orologio e ripropone un tema che si sperava la decisione del Consiglio di Stato avesse archiviato. Su questo, il 14 settembre, è poi arrivata anche una decisa presa di posizione della Marino Fa Mercato Spa, dopo ulteriori controlli effettuati nell’area ex Sacci che di fatto hanno di nuovo complicato l’intera vicenda. «Continuano senza sosta gli attacchi al progetto di riqualificazione dell’area “ex Sacci” di proprietà della Marino Fa Mercato Spa, a questi si aggiungono anche quelli personali rivolti al suo Presidente Marino Franceschi. Su questa vicenda è stato detto e scritto tutto ed il contrario di tutto ma i fatti sono lì a dimostrare che la proprietà dell’area è stata oggetto di una vera e propria persecuzione, è bene quindi ancora una volta cercare di fare chiarezza. Il Tribunale di Arezzo ha assolto il Presidente della Marino Fa Mercato SpA sig. Marino Franceschi ed ha restituito l’area sottoposta a sequestro alla legittima proprietà chiarendo nel dispositivo di restituzione che la riconsegna non è subordinata ad alcunché, cioè non ci sono né condizioni né prescrizioni…»

Il comunicato poi continua ricordando del nuovo controllo di Arpat su materiali già controllati più volte dal 2002 al 2023 dal quale è scaturita una nuova ordinanza da parte del Comune di Bibbiena che di fatto blocca tutto ancora una volta. La Marino Fa Mercato sottolinea che i “nuovi campionamenti sono stati fatti sui cumuli già campionati, senza la presenza del proprietario dell’area e senza che né il Comune né l’Asl, fossero presenti» e che «Il Comune di Bibbiena quindi, forse intimidito dalle denunce ricevute dal Sindaco, ha emesso un’ordinanza che è la fotocopia di quella che aveva già emesso ed in merito alla quale il Giudice si era già pronunciato assolvendo Marino…».

Come detto il testo integrale dei comunicati è disponibile online nel nostro sito, qui sono stati riproposti alcuni stralci per rendere ancora una volta evidente come, forse, su questa vicenda non sia ancora stata trovata la giusta sintonia tra tutti gli attori coinvolti. Ripensandoci un attimo ci rendiamo conto che, questo progetto di variante, intrecciato con l’annosa questione dell’area ex Sacci, ha già costretto due Tribunale ad esprimersi, con pronunciamenti che hanno, da una parte, di fatto bocciato un progetto della Regione, dall’altra fatto cadere tutte le tesi e le architetture costruite nei confronti dell’ancora proprietario dell’area ex Sacci, Marino Franceschi, che in tanti anni non ha mai potuto avviare un vero e proprio progetto di sviluppo in quei terreni.

Sarebbe forse il caso, prendendo atto serenamente della situazione, che occorre forse un altro approccio, che non si devono creare mostri né vedere nemici ovunque. Probabilmente in questa vicenda e in questi lunghi anni sono stati fatti errori, sono state prese decisioni discutibili e bel altro poteva essere fatto, ma adesso dovremmo guardare oltre. Ci sono alcuni grandi problemi da risolvere, per fortuna sembra che ci siano anche alcune risorse a disposizione, bene, è possibile trovare una soluzione condivisa?

C’è una cementeria da abbattere, una viabilità sicura e utile da realizzare, possibili ulteriori interventi da prevedere per migliorare quel pezzo di Casentino, per esempio costruirci il polo scolastico delle superiori… possibile farlo parlando alla pari tra tutti gli attori coinvolti?

Lo auspichiamo, come crediamo lo facciano i tanti cittadini casentinesi che sono stanchi di vedere quel brutto ammasso di cemento ancora in piedi e che sperano di poter dire: «Una rotatoria, e poi… finalmente qualcosa di bello e utile…».

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