di Francesca Corsetti – Un entusiasmo incrollabile per la propria passione: è questo quello che Miriam Giannini è riuscita a trasmettere nel corso della nostra intervista. La sua vita è scandita dal ritmo di musica, e l’amore per il canto si è rivelato costante nel corso degli anni, grazie alla sua determinazione e alla consapevolezza della sua vera vocazione. Sebbene impegnata in un’altra professione, Miriam non ha mai smesso di coltivare la sua passione per il canto, che ha rappresentato per lei una fonte di soddisfazione costante. Conosciamola meglio.
Le chiedo di raccontarci del suo percorso: da quanto tempo canta, cosa l’ha spinta a iniziare e come ha iniziato? «Io ho sempre cantato, fin da ragazzina, quando compravo in edicola i librettini del Festivalbar e imparavo tutte le canzoni. Mi è sempre piaciuto tantissimo, ma è sempre rimasta una cosa che non ho mai sviluppato fino a che non è nata la mia seconda figlia, anche lei amante del canto, e abbiamo cominciato a frequentare la scuola insieme. Da lì è iniziato il mio percorso: ho iniziato a partecipare a qualche piccolo concorso e ho cercato di creare l’occasione per poter cantare in pubblico con altre persone, in modo da poter fare delle serate. Quindi ho trovato due ragazzi con cui formare un trio e per un anno abbiamo fatto serate insieme. Poi per varie problematiche ho continuato da sola, e adesso con la mia attrezzatura vado in giro a cantare! Dove mi chiamano, io vado con tanto piacere».
Mi diceva che ha iniziato quanto è nata la sua seconda figlia… «Sì, quando lei aveva una decina di anni abbiamo iniziato a frequentare qualche lezioncina. Pian piano io ho fatto sempre più e anche lei, andavamo insieme a fare i concorsi! Abbiamo questa grande passione in comune che ha rafforzato il rapporto mamma-figlia e ci ha unite tantissimo. Lei è più rockettara di me, ha avuto le sue band e scrive le sue canzoni».
Ha mai scritto qualcosa di suo? «No, forse mi piacerebbe, ma devo dire che non ci ho mai pensato… Non è detto che non lo faccia!».
Quali sono le sue influenze musicali? E quali sono le sue canzoni preferite per esibirsi? «Il mio idolo ispiratore è Mina, io adoro Mina in ogni canzone che fa. È un livello irraggiungibile, però è quella che mi piace più di tutti. Canto tutti i cantautori italiani e anche qualcosa in inglese, ma la mia base principale è la musica italiana».
Ha progetti per il futuro? «Mi piacerebbe fare serate e impegnarmi sempre di più in questo lavoro – che non è un lavoro, lo faccio per piacere – però sì, mi piacerebbe cimentarmi di più in quest’attività».
Un consiglio per chi vorrebbe imparare a cantare o intraprendere questa strada? «Secondo me la cosa più importante è la passione, perché è quella che metti in quello che fai e che trasmetti anche agli altri. Per cantare sicuramente ci vuole la scuola che ti insegna la tecnica, la respirazione e l’impostazione, ma quello che trasmetti tu alle persone che sono ad ascoltarti è veramente la base di quello che fai. Chi ha una bella voce può avere una bella estensione o un bel timbro, ma se non trasmetti niente finisce tutto lì. Io preferisco essere imperfetta in alcune cose, ma trasmettere tanto, perché la musica è interpretazione e recitazione: come tutte le cose, se non capisci quello che canti non puoi farlo capire agli altri».
Ho una curiosità, si può effettivamente imparare a cantare? O chi nasce stonato rimane stonato? «Diciamo che si nasce con una bella voce o una bella impostazione, però nessuno è stonato. Secondo me l’essere stonato significa non sentire la musica e quello che canti tu. Ci sono casi estremi, però si può imparare, essere stonati secondo me è difficile: con una buona scuola e un buon insegnamento si può migliorare veramente tanto. La scuola è importante per tante cose, perché se vuoi alzare il livello serve che tu abbia una base, e la base ti viene data da chi te la insegna».
Per concludere, ci racconta il suo miglior ricordo di un’esibizione dal vivo? «Non ho un ricordo particolare, ma al tempo in cui frequentavo ancora la scuola di canto alla Traiana, quando partecipavo ai concorsi canori (che per mia fortuna ho vinto quasi sempre!) mi sono potuta esibire con tutte le canzoni che mi piacevano. Le esperienze sono tutte bellissime perché per me il canto è una passione. La musica è stata sempre una “coperta di Linus”, in ogni situazione la musica mi ha sempre dato tanta energia e soddisfazione. In momenti belli e brutti, per me è stata essenziale».