di Mauro Meschini – Ci capita di percorrere spesso la SR71 per Arezzo e con molti altri casentinesi fino allo scorso inverno abbiamo condiviso le attese e i rallentamenti causati dai lavori che si sono da poco conclusi tra Santa Mama e Calbenzano, dove si sono spesi circa 5.000.000 di euro per raddrizzare una strada già abbastanza dritta.
Abbiamo visto che i lampioni collocati lungo parte del tratto interessato dai lavori sono adesso stati accesi e sembra sia rimasto solo da rifare la segnaletica orizzontale, ma immaginiamo che anche in questo nuovo tratto rettilineo, come già in quello di Calbenzano, verranno tracciate una o due linee continue e istituito il divieto di sorpasso e, nei fatti, questo ridimensionerà gli effetti che l’intervento avrebbe potuto avere lasciando che, lungo tutto il tratto fino ad Arezzo, continueranno ad essere veramente poche le possibilità di sorpassare camion, trattori o altri mezzi che rallentano il traffico.
Ma la politica delle toppe e dei piccoli interventi, piccoli per tratto di strada interessato non certo per la spesa sostenuta, ormai abbiamo visto che non produce i risultati che sarebbero necessari, in ogni caso anche questo cantiere è andato e almeno non ci dobbiamo più preoccupare di trovare un semaforo durante il nostro viaggio… questo fino ad oggi, perché poco lontano da dove, fino a qualche mese fa, operavano ruspe e scavatori si sono già visti all’opera altre macchine operatrici che hanno già segnato i confini della prossima variante in via di realizzazione.
Stiamo parlando del primo lotto dei lavori previsti per la realizzazione della variante tra Calbenzano e Subbiano, per i quali si erano inizialmente previsti 12.500.000 euro, e che per i lavori su tutto il tratto interessato si stima possano richiedere una spesa di circa 22.000.000 di euro. Vedendo quell’area disboscata al lato della strada abbiamo provato a immaginare cosa realmente dovrebbe e potrebbe comportare questo prossimo intervento, non siamo sicuri ma non sembra si tratti di un lavoro semplice.
I due cantieri che hanno portato alla realizzazione della parabolica di Santa Mama e al tratto prima ricordato fino a Calbenzano prevedevano lavori in gran parte esterni e abbastanza lontani dalla via di transito esistente. Questo ha certamente ridotto l’impatto sul traffico al periodo in cui si sono realizzati i tratti di congiunzione tra vecchia e nuova viabilità. Nel caso di questa nuova variante sembra invece che una buona parte dei lavori sarà abbastanza vicina o adiacente alla strada, tanto da far ipotizzare la necessità di limitazioni e restringimenti di carreggiata.
Non è una prospettiva che fa saltare di gioia, considerato che, almeno nelle previsioni, si parla di più di 900 giorni per giungere alla fine dell’opera… Questo, pensiamo, quello che potrebbe accadere, con un ennesimo sforzo e tanta pazienza si potrebbe dire: «Facciamo anche questa, poi andrà meglio». Ma non è detto che sia così, considerato pure quello che si è detto ed è stato deciso proprio sulle questioni della viabilità nelle ultime settimane.
Come avete letto nelle prime pagine di questo numero del giornale, tutto è nato da un botta e risposta tra il Sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli e il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli. Abbiamo già in quelle righe avuto modo di proporre qualche nostro commento, ma quello è stato solo l’inizio di un confronto a distanza destinato a coinvolgere anche altri attori.Vi proponiamo qui di seguito una sintesi dei vari interventi che, per quanto ci riguarda, non fanno che confermare la nostra convinzione sul fatto che, il Casentino, deve trovare il modo e il luogo per avere una guida unica e condivisa che permetta di avere una visione complessiva sul futuro del territorio e un progetto a lungo termine che permetta di migliorare, come è giusto e necessario, la qualità della vita di chi in questo territorio è nato e/o sceglie di vivere.
(Nella foto in alto, la futura “sopraelevata” alla Gravenna)
Ad aprire la lista degli interventi è stata Italia Viva del Casentino che ha sottolineato come: «il primo cittadino di Bibbiena, facendosi anche interprete di quanto espresso da rappresentanze economiche e sociali del territorio, ha chiesto alla Regione di rivedere sostanzialmente la variante alla SR71 in località Corsalone destinando le somme così risparmiate a migliorare la larghezza e la sicurezza dell’intera viabilità Casentinese – il comunicato ha poi proposto un giudizio in relazione agli interventi realizzati che: – non hanno eliminato i problemi della SR71, strada assolutamente inadeguata per il gran volume di traffico residenziale, turistico e commerciale. Italia Viva sostiene e supporta le giustificate richieste di Filippo Vagnoli».
In risposta alle posizioni qui sopra espresse è sceso in campo poi il PD di Bibbiena che non lascia dubbi rispetto al suo punto di vista criticando quanto affermato da Italia Viva. «Da un lato, infatti, la nota lascia intendere che gli interventi fatti nell’ultimo ventennio per migliorare e rendere più sicura la strada di fondovalle non sarebbero stati ritenuti utili dai casentinesi, senza spiegare minimamente quale sarebbe la fonte oggettiva da cui Italia Viva trae questa convinzione. Ciò detto, nella nota si fa riferimento alla proposta del sindaco di Bibbiena che chiede alla Regione di rinunciare alla variante del Corsalone, destinando le risorse risparmiate ad interventi di miglioramento della strada regionale 71, dimenticandosi che la Regione, altre ad aver già investito decine di milioni di euro nelle varianti di Calbenzano, Bibbiena, S.Mama 1 e 2, ha già finanziato la realizzazione, in corso, delle varianti di Subbiano, Corsalone. Per non dire della futura variante a nord di Arezzo, in corso di progettazione. Viene da pensare che a Italia Viva, più che il miglioramento della viabilità del Casentino, interessi che non si faccia la variante del Corsalone e non vorremmo che questa scelta, più che all’interesse pubblico, guardasse a quello privato…».
Da parte sua il sindaco Filippo Vagnoli è tornato sull’argomento rivolgendosi direttamente a Ceccarelli e facendo ulteriori considerazioni sulla variante del Corsalone. «Al momento non ho ricevuto alcuna risposta alla lettera ufficiale inviata a Giani e Baccelli relativamente alla viabilità casentinese e alla sua sicurezza e efficienza. Tramite la stampa locale, invece, ho ricevuto una risposta dal Capogruppo PD in Regione Vincenzo Ceccarelli. Ricordo che il PD è il partito di maggioranza in Regione, in poche parole il partito che amministra. Proprio in virtù di questo ruolo così importante, vorrei chiedere a Ceccarelli massimo impegno affinché le risorse stanziate per la variante del Corsalone rimangano sul territorio per migliorare ulteriormente la viabilità a favore della popolazione locale e del lavoro. Ricordo, parimenti, che la variante del Corsalone non ha nulla a che fare con la demolizione della Sacci…».
A questo punto è proprio la questione ex Sacci che acquista centralità, anche con un intervento della Marino Fa Mercato s.p.a., proprietaria dell’area dove è collocato l’ormai da tempo fermo sito produttivo, che sperava che dopo l’assoluzione «perché il fatto non sussiste» al procedimento aperto a carico del suo fondatore fosse possibile riprendere a immaginare e realizzare soluzioni alternative. «… Il 6 aprile 2023, il giorno stesso della restituzione dell’area alla proprietà, su richiesta del Maresciallo Mazzi della Forestale, è stato effettuato un ennesimo Campionamento Conoscitivo da parte di ARPAT che ha fornito l’input per una nuova ordinanza da parte del Comune di Bibbiena che, di fatto, blocca ancora una volta lo sviluppo dell’area. […] Il Campionamento di ARPAT è stato eseguito in totale autonomia senza il coinvolgimento, né della proprietà né degli enti coinvolti (in primis il Comune di Bibbiena) quindi senza un minimo contraddittorio anzi in indiscutibile violazione del contraddittorio. Perché ARPAT non ha nemmeno informato né tanto meno convocato la proprietà ma, ancor più grave, gli enti coinvolti nel procedimento?. […]Perché tra mille dubbi una certezza l’abbiamo: tra coincidenze di date, mancate informazioni, disapplicazioni dei dispositivi, interpretazioni di parte si fa di tutto, e con le tempistiche calcolate alla perfezione, per fermare ancora il progetto».
Successivamente Italia Viva e PD sono tornati a confrontarsi a distanza con ulteriori comunicati facendo rimanere ben caldo il tema viabilità. Si è quindi di nuovo inserito nel dibattito il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli che prima affronta il tema dell’area ex Sacci: «… il Sindaco dice che il destino dell’area Sacci non ha a che vedere con quello della variante, ma è evidente a tutti che qualsiasi siano i progetti di rigenerazione di quest’area, l’opera stradale sia necessaria, a meno che non la si voglia sacrificare sull’altare di esigenze che sarebbero poco pubbliche e molto private, magari con l’effetto di congestionare ulteriormente la viabilità. – poi sui diversi interventi programmati espone la sua categorica tabella di marcia: – Per quanto riguarda, infine, le migliorie alla SR71, chi mi conosce sa che sto lavorando per questo obiettivo da molti anni, tanto che ad oggi, tra opere realizzate, in corso di realizzazione o già progettate e finanziate, nel tratto compreso tra Poppi ed Arezzo gli unici due interventi su cui concentrare l’attenzione in futuro, visto che la variante di Giovi è in fase di studio e progettazione, sono quelli che riguardano le varianti ai due abitati di Rassina e Subbiano, che presentano qualche complessità in più rispetto agli altri. E su questi obiettivi una volta realizzate le varianti del Corsalone e quella di Giovi-raccordo autostradale, dovremo lavorare congiuntamente…».
Se non ci fosse la certezza che queste parole esplicitano un solenne impegno, pensando a quello che ci aspetta a breve a causa dei lavori legati alla realizzazione della variante nel tratto da Vogognano e oltre, qualcuno potrebbe essere spinto a pensare che ci troviamo di fronte, invece, ad una velata «minaccia»…
Comunque sia, almeno per quanto riguardo la variante del Corsalone, la discussione non si sono fermate e non si fermeranno probabilmente qui. Infatti un comunicato ufficiale dell’azienda TLF s.r.l. ha reso noto a metà del mese di luglio che: “Si è conclusa ieri la lunga battaglia legale intrapresa dalla Società TLF srl avverso il vincolo preordinato all’esproprio che avrebbe portato alla chiusura della nostra Azienda, e causato la perdita diretta e indiretta di circa ottanta posti di lavoro. TLF srl, assieme ai suoi dipendenti, esprime particolare soddisfazione per la pronuncia del Consiglio di Stato che ha accolto il nostro ricorso, avverso al pronunciamento del Tar regionale, con condanna della Regione Toscana al pagamento delle spese di giudizio in favore della società. Un ringraziamento particolare agli avv. Gaetano Viciconte e Silvia Becucci per la vittoriosa assistenza processuale, all’avvocato Luca Fanfani per il supporto complessivo, in generale a tutti quanti, sindacati, categorie economiche ed esponenti politici che hanno abbracciato senza riserve le nostre ragioni e combattuto con noi per la salvezza dell’azienda e dei posti di lavoro. Il pienamente favorevole e conclusivo pronunciamento del Consiglio di Stato permette a TLF srl di proseguire nella fruttuosa azione di rilancio dell’Azienda e a tutti i lavoratori interessati di guardare al proprio futuro con rinnovata fiducia”.
Questa decisione sembra destinata a pesare non poco sul futuro della viabilità casentinese, e non solo, l’esproprio di cui si parla nel comunicato era legato al progetto di variante che era stato presentato quando l’area ex Sacci era interessata dal sequestro. Adesso, come ricordato anche dal prima citato comunicato della Marino Fa Mercato s.r.l., ci sarebbero le condizioni per progettare una nuova destinazione per l’area e, visto la decisione del Consiglio di Stato, anche per tornare all’originario progetto riguardante la viabilità.
Sembra la posizione subito espressa anche dai consiglieri regionali Vincenzo Ceccarelli e Lucia De Robertis. «Non è vero che il Consiglio di Stato ha bocciato la variante alla Sr 71 e tantomeno che la Regione avrebbe messo a repentaglio 80 posti di lavoro. È vero esattamente il contrario e cioè che questa sentenza toglie ogni alibi a chi ancora ne aveva e rimanda alla Regione la valutazione sul miglior tracciato per realizzare la variante, altro che bocciarla, alla luce dell’intervenuto dissequestro giudiziario dell’area Sacci. Cosa, peraltro, già fatta dalla Regione, che con una lettera dell’assessore Baccelli ai comuni interessati, si è già detta pronta a tornare a quello che era il tracciato originario, bloccato per anni dalle vicende giudiziarie connesse alla bonifica dell’area e ora finalmente attuabile. Un progetto che abbiamo fortemente voluto prima e difeso poi, perché pensato per consentire, non solo ad una, bensì a tutte le aziende del Casentino e a tutti i cittadini della vallata, di vedere superato uno dei punti critici e a più alta incidentalità della viabilità di fondovalle, consentendo una circolazione più fluida e sicura verso Arezzo”.
Sulla questione sembra quindi tutto a posto? Noi ci permettiamo solo di fare presente che, per quello che possiamo leggere, la TLF voleva soprattutto evitare l’esproprio previsto con il tracciato modificato, non bloccare la variante. Inoltre, se tutti ora sembrano convinti che quello originario con tanto di abbattimento della ex Sacci, fosse il progetto migliore, per quale ragione si sono dovuti scomodare i giudici per definire la questione?
Immaginiamo che nessuno ci risponderà, ma su una cosa siamo d’accordo con De Robertis e Ceccarelli: «questa sentenza toglie ogni alibi…». Tutti ora sono chiamati a concretizzare le tante parole spese.
Garantire il lavoro delle aziende, migliorare la viabilità stradale e ferroviaria, cancellare il mostro della ex Sacci e magari far nascere in quello spazio il polo scolastico unico delle scuole superiori del Casentino, è ora possibile.
Alla prossima, per i più che probabili e possibili aggiornamenti…