di Francesca Maggini – All’uscita di scuola, quando l’ultimo giorno suona la campanella, nei volti dei bambini traspare l’euforia di chi ha impegnato energie e fatiche per affrontare gli impegni scolastici ma dal punto di vista dei genitori, la fine della scuola impone, inevitabilmente, un pensiero e una domanda: come ci organizziamo con in bimbi? Questa domanda riguarda la quasi totalità dei genitori che lavorano entrambi a tempo pieno e che hanno figli in età preadolescenziale visto che durante l’inverno la scuola, con impegni e tempi, è l’organizzatore per eccellenza della quotidianità di ragazze e ragazzi. Nei casi più fortunati, molte famiglie si organizzano all’interno della parentela più stretta. Nonni, zii e cugini diventano i compagni di giochi, ma spesso questo non è possibile e inoltre si pensa anche che tutta l’estate a casa sia troppo lunga per trascorrerla da soli, i bambini, soprattutto i più piccoli, hanno bisogno di stare con gli altri bambini altrimenti rischiano di annoiarsi e non socializzare.
Si pensa sempre più spesso che i figli abbiano bisogno di nuovi e continui stimoli eppure una riflessione è d’obbligo. Noi siamo cresciuti in maniera sicuramente più semplice e spartana, concedetemi questo termine. L’estate era il momento dello stacco da tutto e tutti, si lasciavano i ritmi serrati dell’inverno e gli impegni dello sport, per calarsi in una realtà diversa in cui tutto scorreva lento senza un supervisore adulto costantemente presente. L’estate ci sembrava infinita, iniziava già dai primi di giugno e finiva a metà settembre quando dovevamo tornare sui banchi di scuola. Finiva la scuola e come d’ordinanza, quasi in automatico, si trascorrevano pomeriggi fuori all’aria aperta, senza cellulari, tablet e televisione; ci si tiravano addosso gavettoni pieni zeppi d’acqua e il più delle volte si tornava a casa, solo la sera, completamente bagnati dalla testa ai piedi con il sorriso sul volto e soprattutto nel cuore. Facevamo giochi tutti insieme con qualunque cosa, ci inventavamo di tutto e lo stare per terra era sacrosanto. Spesso c’era solo una palla o delle biglie ma non ci perdevamo d’animo, si formavano squadre per giocare una partita, non tutti venivano scelti ma nessuno si rattristava perché quelli scartati aspettavano in tranquillità il loro turno tanto le giornate avevano il sapore di non finire mai.
I pomeriggi caldi, caldissimi, ci sembravano infiniti, ci incontravamo con gli amici al parchetto, al fiume, al bosco improvvisando giochi di ogni tipo e i più fortunati facevano gruppo con fratelli, sorelle e cugini che se erano più grandi venivano anche investiti della responsabilità di prendersi cura dei più piccoli. Avevamo tutti il tempo di rallentare e fare il bambino e la bambina senza quella frenetica corsa verso il diventare grandi che oggi tende ad opprime tutto e tutti. E così tra un gioco e l’altro, un gelato, una scampagnata arrivava il momento di tornare a casa, di lì a poco avremmo ripreso ad indossare il nostro grembiule e a sederci davanti alla maestra pronti per un nuovo anno scolastico che attraverso l’inverno ci avrebbe portato dritti, dritti verso una nuova estate. Del resto cambiavano le colonne sonore e i tormentoni estivi ma grosso modo le estati di noi bambini erano più o meno sempre uguali.
Oggi, permettetemi di dirlo con una punta di nostalgia, l’estate ha un sapore diverso! Le nuove generazioni, soprattutto quelle definite digitali, vivono tutto in maniera diversa, a nessuno è lasciato il sacrosanto diritto di annoiarsi e di sforzarsi per organizzare, in libertà e in autonomia, le proprie giornate o addirittura per i più piccoli i propri giochi. Ecco così che la routine dei bambini anche in estate è scandita da tempi ben precisi legati a mille impegni quotidiani che il più delle volte non si esauriscono nel partecipare ai campi estivi poiché prevedono anche tornei, gare e numerose partite a coronamento di un anno di sport. I campi estivi con le loro strutture ad hoc offrono di tutto con organizzazioni impeccabili, basate sullo sport, sul divertimento, sulla realizzazione di piccoli lavoretti sulla base di percorsi educativi svolti sempre sotto l’occhio vigile di educatori ed operatori del settore. Sono luoghi sicuri, educativi e piacevoli, una sorta di pacchetti “all inclusive” dove i bambini hanno la possibilità di svolgere tante attività viste le varie formule offerte che vanno dallo sport, all’educazione ambientale o ad attività molto creative legate a tematiche artistiche e culturali.
L’offerta dei campi estivi, ogni anno, diventa sempre più ampia ed è davvero possibile scegliere tra una variegata tipologia che offre, ai nostri figli, prima di ogni altra cosa un’estate a misura di divertimento nella quale possono fare anche tante nuove amicizie. Un pensiero però sorge spontaneo: quanto è cambiata nello spazio di una generazione o poco più, la nostra società, il modo di divertirsi e di crescere? Quanto questo cambiamento ha tolto alla semplicità del vivere che contraddistingueva le nostre giornate? Come tutti gli anni il profumo dell’estate arriva e si sente, quello che noi adulti e genitori percepiamo però non è più quello della nuova estate che ci aspetta ma è quello dei nostri ricordi e della nostra infanzia.
Se chiudiamo gli occhi vediamo ancora quel bambino con il pallone da calcio in mano o quella bambina con le lunghe trecce e la sua Barbie tirata a nuovo, che giocano felici e spensierati… allo stesso modo, qualunque ne sia l’organizzazione, auguriamo ai nostri figli che sia anche per loro un’estate indimenticabile che sappia regalargli ricordi preziosi e gli dia la possibilità, quando saranno grandi, di guardare indietro alla loro infanzia con il sorriso sul volto e una malinconica grande gioia nel cuore. Buona estate a tutti!