di Denise Pantuso – Passeggiando per piazza Risorgimento di Ponte a Poppi, vedo appoggiate in alcune panchine melanzane, peperoni, meloni, fagioli e ceci in busta, insalata, pasta e riso. Alle spalle di questo banchetto un cartone con scritto “Benvenuto. Puoi prendere cibo gratis”. Questa accoglienza e questo invito erano contornate dalle parole “Amore, felicità e buon appetito”.
Questo tipo di iniziativa si chiama “Porta e Prendi” e fa parte dei modi con cui si possono concretamente realizzare esperienze di economia circolare ovvero una idea di economia pensata per potersi rigenerare da sola con due tipi di materiali: biologici, che possono essere reintegrati nella biosfera e tecnici, ovvero quelli destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.
Nel caso del cibo che è stato trovato nella piazza centrale del paese ciò vuol dire che coloro i quali avrebbero gettato il cibo, rendendolo quindi un rifiuto, lo mettono a disposizione per coloro che potrebbero ancora utilizzarlo. Ciò che per qualcuno indica la fine per qualcun altro può essere l’inizio!!!
L’economia circolare, sempre più necessaria se vogliamo fare qualcosa di buono per il pianeta e per le generazioni future, si contrappone all’attuale economia, quella lineare basata sul principio per cui ciò che viene prodotto viene usato e poi gettato. Ne sono un esempio di quest’ultima gli elettrodomestici, i cellulari e tanto altro materiale che sono costruiti per essere buttati via e non per recuperarne parti da poter nuovamente trasformare e rimettere a disposizione per la costruzione di altri beni. Il modello dell’economia circolare è ispirato al mondo naturale in cui niente è uno scarto e uno spreco.
Le cose in natura nascono, crescono e muoiono e la loro morte produce vita.
Ne sono un esempio la decomposizione delle carcasse animali il cui processo attraverso batteri, muffa e tanto altro crea l’ambiente ottimale per la nascita dei funghi. Le carcasse inoltre favoriscono la crescita delle piante immettendo nel suolo importanti ricche sostanze nutritive, più ricche di quelle che le stesse piante possono trovare nelle vicinanze. Tutto si rigenera in nuova vita.
Ripensando invece alle parole che hanno accompagnato il gesto, ovvero “Amore, felicità e buon appetito” mi sono ricordata del testo Lo spazzaparole di Paolo Caldesi laureato in scienze forestali e amante della scrittura. Il brevissimo testo parla di un uomo che si mette a fare il mestiere dello “spazzaparole”. Passa le sue giornate a raccogliere le parole che trova a terra e da questa esperienza che cosa ne impara?
«Le parole importanti non cadevano a terra, c’era sempre qualcuno pronto a raccoglierle al volo. Le parole d’amore, scoccate come frecce da bocche tremanti, non sempre colpivano il bersaglio. (…) La cosa singolare era che le parole d’amore rifiutate, non cadevano ma ritornavano al mittente e, come le lettere spedite senza affrancatura, facevano pagare il loro prezzo di dolore, creando una piccola ferita. Le parole cattive non tornavano indietro. Si dividevano e ricongiungevano, si fondevano e moltiplicavano, prendevano mille strade diritte, traverse, tortuose, ma, non si sa come, arrivavano sempre a colpire l’obiettivo».
Parafrasando il testo mi viene da pensare che l’economia circolare può rappresentare una prospettiva di atti e parole importanti e di amore per l’intero pianeta. Una tale prospettiva non può moltiplicare il malessere, non può colpire e indebolire gli esseri umani. Non può dividerli da sé stessi, dagli altri e dall’intero ambiente di vita.
In spirito natalizio vi saluto e auguro buone festività attraverso la citazione del Vangelo di Giovanni al capitolo 6 che recita: «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna (…)».